tanto per esserci

TERREMOTO EMILIA ROMAGNA.


     Due scosse violentissime hanno messo in ginocchio le zone del modenese, dopo la già terribile scossa di domenica scorsa 20 maggio, ieri ha tremato di nuovo tutto il nord Italia, con gente spaventata che scendeva in strada da Milano a Padova, mentre piccole località tra Modena e Mantova subivano danni gravissimi, con il crollo di chiese, capannoni industriali e sedici morti, a quanto pare questo territorio dovrà soffrire ancora nuovi eventi sismici: è infatti in atto uno scontro tra le placche africana ed europea, una compressione tra nord e sud del pianeta e più nel dettaglio una spinta degli Appennini al di sopra della microplacca adriatica. In questo contesto si fanno numerose ipotesi: quella più comune riguarda la possibile apertura di una faglia sotterranea lunga anche quaranta chilometri che avrebbe tagliato la Val Padana tra Ferrara e Modena. Smentisce l'ipotesi il professor Ignazio Guerra, sismologo, contattato da IlSussidiario.net: "Difficilmente si aprono delle nuove faglie, sono delle linee di frattura lungo le quali abbiamo degli scorrimenti. Difficilmente una faglia si crea ex novo, normalmente sono tagli che si riattivano poi si bloccano e fino a quando non si crea uno sforzo sufficiente e non si accumula sufficiente deformazione per spezzare l'ostacolo questa faglia sta lì immobile". Quando però questa faglia che ha resistito anche per secoli agli sforzi che la vogliono far muovere, spiega ancora il professor Guerra, "all'improvviso spezza ciò che la teneva bloccata, e allora si verifica il terremoto devastante,  abbiamo degli esempi sia nel passato remoto che in quello più recente, pensiamo alla grande scossa in Friuli all'inizio di maggio e poi il 15 settembre ci fu una replica molto forte quasi uguale a quella di maggio. In Irpinia il terremoto grande ci fu il 23 novembre però poi l'8 febbraio ci fu una nuova scossa che provocò altri morti a Napoli. Non parliamo della Calabria dove ci furono due terremoti nel 1783 di 10 gradi e poi di 11 gradi, terremoti che  solo a pensarci  vengono i brividi.