tanto per esserci

tempo di saldi


    Ampiamente annunciata, è partita in sordina la stagione dei saldi. Niente file chilometriche davanti ai negozi, retaggio forse di un periodo d’oro ormai passato. Si salvano, relativamente, solo gli outlet e i grandi centri commerciali. Tutto secondo previsioni per l’avvio della stagione dei saldi estivi, partiti male un po’ ovunque, con cali di acquisto in tutte le tipologie di vendita. Federconsumatori e Adusbef stimano un calo compreso fra il 7 e l’8%, Codacons parla di una flessione che arriva fino al 25% nei piccoli negozi. Abbigliamento e calzature si confermano i settori più colpiti dalla crisi dei consumi.Federconsumatori e Adusbef hanno confermato le previsioni della vigilia, con saldi partiti in sordina un po’ ovunque: solo una famiglia su tre acquista in saldo, per una spesa media molto più bassa rispetto alle previsioni di Confcommercio e stimata in circa 127 euro a famiglia, per un giro di affari pari ad 1 miliardo e 16 milioni di euro.Di saldi “partiti col piede sbagliato” perché in un contesto di crisi quei pochi soldi che si hanno vengono usati per non rinunciare a un po’ di relax, fatto sta che le vendite sono in flessione. Secondo il Codacons, rispetto agli sconti estivi del 2011 si può parlare di un calo del 15% con picchi del 25% specie nei piccoli negozi, mentre cali più contenuti e compresi tra il 5 e l’8% si stanno registrando presso centri commerciali e outlet.“Gli unici negozi che segnano acquisti in linea con lo scorso anno sono invece le boutique d’alta moda. Ma – avverte il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – si tratta solo di una illusione ottica: sono i turisti stranieri, infatti, quelli che hanno maggiormente usufruito dei saldi presso tale tipologia di esercizio”. La proposta del Codacons è quella di allestire il “sabato d’oro” dei saldi, ossia sconti aggiuntivi del 20% sui saldi già praticati, nelle giornate di sabato dalla prossima settimana fino a fine agosto.Che l’abbigliamento sia fra i settori più colpiti dalla crisi dei consumi viene registrato anche da un’indagine Coldiretti/Swg divulgata in occasione dei saldi (con la possibilità per gli intervistati di dare risposte multiple). La metà degli italiani (51%) ha ridotto, rinunciato o rimandato l’acquisto dell’abbigliamento, mentre altre rinunce importanti per il 50% degli italiani riguardano le vacanze, per il 47% il tempo libero, per il 34% gli acquisti tecnologici e per il 30% auto e moto,  mentre un italiano su tre (33%) ha ridotto, rinunciato o rimandato anche le attività culturali.Parzialmente divergente l’analisi dell’Aduc, che è tranchant: “si aboliscano questi ridicoli saldi”, afferma l’associazione, per la quale è innegabile che ci saranno numeri al ribasso e questo è dovuto sia al fatto che “l’inferiore disponibilità economica degli acquirenti non è un’invenzione giornalistica”, sia al fatto che “all’avvio dei saldi estivi non s’è mai registrata un’affluenza considerevole”. Bisogna valutare, spiega l’Aduc, che alla crisi si somma il fatto che i prezzi scontati ormai si trovano tutto l’anno, per cui è facile che i cittadini preferiscano mettere da parte i pochi soldi disponibili nel proprio budget per qualche uscita o cena con gli amici.. Spiega l’Aduc: “I saldi sono un rito che appartiene ad un mercato che non esiste più, quello dei prezzi più o meno controllati, dove il potere economico era essenzialmente esercitato dal commerciante. Oggi il potere dei consumatori è decisamente maggiore, e le loro esigenze sono quelle che modellano il mercato. Il consumatore è quello che vuole spendere sempre meno, anche grazie alla concorrenza dei prodotti a prezzi mozzafiato dei mercati asiatici, e il commerciante medio, se non si adegua è finito. Adeguamento che non può avvenire quelle due volte all’anno in cui le merci dicono di essere a saldo, ma durante tutto l’anno”.Come sia, l’età d’oro dei saldi sembra comunque al tramonto.