tanto per esserci

Abi consumi a meno 2 %


     L’andamento dell’economia italiana dipenderà da come si evolve la crisi nell’area dell’euro. Le previsioni dicono che l’economia andrà giù del 2% quest’anno e che il Pil segnerà un modesto più 0,6% solo nel 2014, dopo una variazione quasi nulla nel 2013. I consumi andranno giù, con previsione di flessione del 2% per quest’anno. Continuerà a ridursi anche il reddito disponibile, che dopo il meno 3,5% di quest’anno segnerà un meno 1,2% per il 2013 e un meno 0,2% per il 2014. Sono i numeri della crisi segnalati dal Rapporto di previsione AFO 2012-2014 dell’Associazione bancaria italiana (Abi), che sottolinea come le tensioni europee spingano l’Italia in recessione. Le banche, aggiunge, saranno alle prese con “limitate previsioni di sviluppo ed esigenze di contenimento dei costi”.“Il quadro internazionale in deterioramento contribuisce ad appesantire l’andamento dell’economia italiana – informa l’Abi – Mentre i nodi trascurati dell’economia mondiale stanno venendo al pettine, la debole governance europea, con segnali contrastanti, scelte rinviate e decisioni non prontamente implementate, sta ponendo in seria discussione il futuro dell’euro. Per l’Italia il risultato prevedibile è un -2% nel 2012, ancora in riduzione, anche se marginalmente, nel 2013, risalendo di soli pochi decimi sopra lo zero nel 2014”.Le prospettive in cui si muove l’economia italiana sono dunque legate all’evoluzione della crisi del debito nell’area euro e alle modalità con cui si darà attuazione alle decisioni prese a fine giugno, considerate fondamentali per riassorbire le tensioni sui mercati finanziari e per ripristinare normali condizioni di mercato in tutta l’area euro. In un contesto del genere, nel quale dunque non bastano gli sforzi individuali del Governo per cambiare l’andamento dei mercati finanziari – come del resto dimostra la crisi dello spread di questi giorni – la previsione condotta con gli uffici studi delle principali banche italiane “segnala per l’anno in corso una contrazione del Pil pari al 2%. La crescita riprenderà di un modesto 0,6% solo nel 2014, dopo che nel 2013 la variazione del Pil sarà quasi nulla”.I consumi delle famiglie, prosegue l’Abi, si ridurranno ancora, anche se meno. “Dopo la marcata contrazione prevista per l’anno in corso (-2%), la variazione dei consumi proseguirà la sua marcia in territorio negativo, anche se a un ritmo meno pronunciato – spiega l’Abi – Per quanto riguarda il reddito disponibile, a causa di redditi da lavoro quasi fermi e tassazione in aumento, dopo una riduzione pari al 3,5% per l’anno in corso, si stima una successiva contrazione dell’1,2% per il 2013 e dello 0,2% per il 2014”.Analisi interessante peccato che le banche super protette dal governo Monti siano fra le maggiori responsabili del dissesto economico