tanto per esserci

Cambiano le abitudini degli italiani


     Più dei due terzi dei consumatori globali riconosce di aver cambiato le proprie abitudini di spesa nel tentativo di risparmiare. La metà degli intervistati, con una tendenza in aumento, afferma di voler risparmiare, e di questi un terzo sostiene di non volere spendere per vacanze o ferie in modo da mettere da parte il denaro che servirebbe per partire. In ogni caso, a livello globale, nel secondo trimestre dell’anno la fiducia dei consumatori è in flessione. La fotografia dei consumatori globali è scattata dall’indagine Nielsen su 56 mercati. In Italia la fiducia dei consumatori è in calo costante.Le preoccupazioni principali si rincorrono in tutto il mondo: sono l’economia e la sicurezza del posto di lavoro.La fiducia dei consumatori si è ridotta in 26 mercati, mentre è aumentata in 23 e rimasta invariata nei rimanenti 7. Complessivamente, nel secondo trimestre del 2012 la fiducia dei consumatori a livello globale è scesa a quota 91 calando di 3 punti rispetto al primo trimestre dell’anno, ma salendo di 2 rispetto allo stesso periodo del 2011. “Nel secondo trimestre, – spiega Nielsen – la fiducia dei consumatori è calata a causa di eventi globali quali il peggioramento della crisi nell’Eurozona e il rallentamento del tasso di crescita di Cina e India con il relativo impatto negativo sia sui mercati finanziari che sul ‘sentiment’ dei consumatori in molte parti del mondo, che hanno reagito riducendo le proprie intenzioni di spesa e consumo”.Gli intervistati riconoscono di aver modificato le proprie abitudini di spesa per risparmiare, mentre diminuiscono le “spese discrezionali” e aumenta la ricerca di risparmio. Più di due terzi (67%) degli intervistati globali, rileva Nielsen, afferma di aver cambiato le proprie abitudini di spesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nel tentativo di risparmiare. Tra le tre principali risposte a livello globale, il 51% dei consumatori intervistati dice di spendere meno per abbigliamento nuovo, il 48% ha ridotto le occasioni di svago fuori casa e il 47% afferma di cercare di risparmiare su elettricità e gas.Le principali preoccupazioni rimangono per tutti la congiuntura economica e la sicurezza del posto di lavoro: il 16% degli intervistati indica la situazione economica come preoccupazione numero uno, il 14% dichiara di essere preoccupato per il proprio posto di lavoro e il 10% si preoccupa di trovare il giusto equilibrio tra vita professionale e vita personale.La ricerca evidenzia che calano spese e risparmi previsti, diminuisce la propensione a fare acquisti di nuova tecnologia come pure quella per il tempo libero fuori casa. Il 23% dei consumatori globali online si dichiara pronto a spendere per acquistare prodotti di nuova tecnologia, in calo di 5 punti rispetto al primo trimestre di quest’anno, e di un punto rispetto al secondo trimestre del 2011. Il 28% di tutti gli intervistati dichiara che spenderebbe per l’entertainment fuori casa, in calo di 4 punti rispetto al primo trimestre di quest’anno. In questo trimestre, il 50% degli intervistati, (rispetto al 47% del primo trimestre di quest’anno e al 45% del secondo trimestre del 2011) afferma di voler risparmiare, e il 33% di loro (rispetto al 32% dell’anno precedente e al 36% del primo trimestre) afferma di non voler spendere per vacanze o ferie, e di voler risparmiare quel denaro.La situazione italiana evidenzia un calo costante della fiducia dei consumatori ormai da sei trimestri e ancora in flessione nel secondo trimestre del 2012.  “L’attuale congiuntura e il ritardo nell’attuazione di misure in grado di accelerare lo sviluppo economico continuano a impattare il livello di fiducia dei consumatori – dichiara Roberto Pedretti, Managing Director, Nielsen Italia – Tutti gli indicatori principali sono peggiorati nell’ultima tornata della survey: virtualmente il 98% degli italiani pensa che il Paese sia in recessione e uno su quattro dichiara di non avere denaro rimanente dopo aver coperto le spese essenziali. La sicurezza del posto di lavoro rimane la maggiore preoccupazione per i prossimi 6 mesi e aumenta il livello di apprensione per l’istruzione dei figli e per il crescente costo della benzina