la partita

defraudato


pregavo in quel tempo , per come ne sono capace ovvio, pregavo che il mio dolore potesse fare una sorta di equilibrio con la tua felicità, immaginavo, correndo e piangendo fra le foreste del sud del mondo, immaginavo te sorridente e felice, e io stesso ero un pò meno triste, rasserenato un pò, dalla tua serenità, e quando sentivo l'onda crescere, quando percepivo tutta quella massa di dolore avvicinarsi, mi ripiegavo su me stesso, come un bambino, e come un bambino pensavo, speravo, urlavo in silenzo : che almeno lei sia felice, che il mio dolore e la sua felicità siano uguali in intensità, non importa se di segno oppostoadesso che tu non sei più tu, adesso che sei solo un viso amico fra la folla, adesso che il tuo sguardo non mi lascia più bruciature sulla pelle, adesso scopro, adesso mi raccontano che no, non stavi bene allora,  che soffrivi forse o che comunque eri infelice e mi sento defraudato adesso, come se qualcuno avesse rubato la dignità del mio dolore, la dignità del  mio soffrire