Creato da anidrideperiodica il 13/06/2006
Anarchy live in Parella!!!

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il terrore corre sul filo (o anche sul cellulare...)

Post n°146 pubblicato il 13 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Conversazione telefonica tra una figlia trentenne che cerca di fare la brillante (con risultati patetici) e una madre relativamente giovane. Argomento: sull'opportunità o meno di perseverare nel conseguimento del diploma di sommelier.

Figlia: "Comunque, è un corso professionalizzante, se mi rompo i coglioni di stare in laboratorio posso sempre andare in un ristorante di livello a stappare le bottiglie, pensa a quanti piacerebbe farsi versare il vino da una bella ragazza alta - "

Madre (puntualizzante): "- da una ragazza alta"

(silenzio)

Madre "e mora"

Porca putrella! E poi si stupiscono ancora se ho bassa stima di me

Figlia (svicolante): "Beh, comunque mi sono sistemata bene, è tutto piccolo ma molto accogliente e -"

Madre: "Ma GL abita lì o abita ancora a ..."

Figlia: "Sta a ..."

Madre: "Ma POVERO!!! Allora diglielo qualche volta di fermarsi a casa tua per la notte"

Ci manca solo più questo

Figlia (dottorale): "A parte BdB, qui un uomo potrebbe passarci la notte solo se gay e MOLTO MOLTO magro..."

Madre (pensosa): "E GL è abbastanza corpulento..."

Ecco! quando la morosa di GL mi chiede "raccontami qualcosa di divertente" e non so mai cosa dirle: questo scambio farà al caso mio...

Figlia: "Eh, vedi, BdB può stare sereno... Niente incontri occasionali per me, qui: non c'è lo spazio per tenerceli!"

Madre (tranquilla): "Ma no, cosa vuol dire... Quando avete finito, lo butti fuori!"

         GARAGULP!!!

Delle due l'una:

O mia madre ha preso atto tutto d'un colpo E della mia età E dei mala tempora che currunt (ma vorrei che tutto questo spirito ecumenico le fosse venuto un 6-7 anni fa)

O mia madre frequenta i miei stessi blog...

 
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raccomandata A.R.

Post n°145 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Anidride Periodica

Via le Dita dal Naso 13/a

Asbestown (AL)

Al Prof. Père Noël 

Direttore Istituto …

Via …

… … …

 

Oggetto: Rinuncia alla partecipazione al concorso per borsa di studio

In riferimento alla Vostra comunicazione del xx xxxxxxx 2006, prot. xxxx, Vi comunico che rinuncio a partecipare alla selezione del xx xxxxxxx 2006, relativa al progetto di ricerca “Studio di tecniche innovative di sfrantecamento di maroni”.

 

Vi comunico inoltre che dopo le comunicazioni da me ricevute in data xx xxxxxxx 2006 dalla vostra ex-dipendente dott.ssa Principessa in merito alla destinazione preliminare non tanto di tale borsa, quanto alla gestione dei vostri fondi e delle vostre facce di culo in generale, ho seriamente considerato l’idea di prendervi comunque parte al solo fine di farvi cagare in mano per una mezz’oretta, dal momento che io so e voi sapete che – meritatamente o meno – sono in possesso di PERICOLOSAMENTE più titoli di una buona parte degli individui lì dentro, ivi incluso il personale di ruolo (non che la cosa richieda un intelletto notevole, né un impegno fuori dal comune), e che dunque studiata o meno non avrei problemi a soffiarmi il naso nella bella graduatoria che avete già approntato.

Vi comunico inoltre che i miei associati Giulianeddu e Cabimannu lamentano d’essere stati fatti oggetto di uno sfruttamento dissennato, senza peraltro riceverne alcun tornaconto né in termini di conquibus né di apprendimento né appagamento personale, e non si dica che trattandosi di criceti la loro serenità non sia fondamentale. Essi stanno seriamente prendendo in considerazione l’idea di procedere a vie legali o perlomeno di pisciarvi sul portone.

Ringraziate dunque gli dei della chimica perché quel giorno ho già l’esame del secondo livello di sommelier – e soprattutto perché la mia pigrizia sopravanza la mia stronzaggine.

E comunque ‘sta cazzo di raccomandata ve la mando il giorno stesso del concorso…statemi pure in dubbio fino all’ultimo istante…

 

Cordiali saluti

Asbestown, XX/XX/2006                 

 

In fede

Dott.ssa in chimica e non fattucchiera del cazzo

Any-fanculo-Periodica

Cric. Giulianeddu

Cric. Cabimannu

 
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workplace&landscape

Post n°144 pubblicato il 11 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

C'è da dire che la mia scrivania se si escludono i pinguini che pattinano per stare caldi è invidiabile.
Discosta dall'open space il giusto per potermi fare sporadicamente i cavoli miei o sonnellare, è comunque a tiro di cappa abbastanza da non sentirmi sola o preoccuparmi che mi pigli una cricca e nessuno mi senta rantolare. E poi è di mano coi miei pargoli (6890 e 1100).
Avrebbe anche una vista notevole. Peccato che il tavolo sia orientato un 170° rispetto al Mombarone, non me la godo più di tanto.
Poi succede che A venga a trovarmi e mi faccia: "Any! Hai visto?"

Che cosa?

Beh. insomma... Se A si è spinta nelle mie plaghe remote solo per attirare la mia attenzione sul radioso, scintillante e favoloso tramonto sulle prealpi canavesi inzuccherate dalla prima neve, FORSE è il caso che la smetta di preoccuparmi chiedendomi se io sia benvoluta o meno quaggiù...

 
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emergenza rientrata

Post n°143 pubblicato il 11 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Le mie scene di panico isterico hanno causato perplessità e, infine, sortito l'effetto di procurarmi un chiarimento.

Quella del 14 NON E' a nessun effetto una cena aziendale bensì un'iniziativa anarco-spontanea che, nel tempo, ha assunto stigmate di semiufficialità nella convocazione oceanica a causa che chi non veniva invitato poi s'incazzava.

Insomma, happy hour, cena, torneo di rutti a girone à suivre. A queste condizioni mi sta anche bene. Respiro...

ANGOLO DELLO SFRIVOLAMENTO - In ogni caso, obbediente alla parola di MissH e formata al divino insegnamento del fratellino, mi sono munita di top nero vagamente trasparente e relativo pusciappino. Già so che  ANCHE QUALORA io lo indossi ci sbatterò su castamente lo scaldacuore tutta la sera. BOF... un'orchessa vestita da cubista. Mi do fastidio da sola... immagine

 
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intervallo

Post n°142 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Per una teglia:

25 g lievito fresco per panificazione
500 g farina 00
sale grosso
olio EVO

Alzarsi un'ora prima di BdB e sciogliere il panetto di lievito in un bicchiere di cqua tiepida, aggiungendo un cucchiaio raso di zucchero e uno di farina. Stemperare bene il tutto e lasciar perdere finchè non compare una densa schiuma bianca sulla superficie.

Aver cura di lasciare da parte un pezzetto di lievito affinchè BdB se lo mangi rumorosamente.

Mescolare la farina con l'acqua contenente lievito che, complice il caldino e lo zucchero, sarà ora tutto arzillo e pronto per sgasare CO2 nell'impasto. Impastare con calma e fermezza, aggiungere un pizzicone di sale, olio in ragione di un mezzo bicchiere, se il caso aggiungere farina, e quando avrete ottenuto una bella palla cicciosa, elastica e dall'aria self - satisfied, schiaffatela in una terrina con un bel canovaccio sopra, in un posto calduccio e senza spifferi, affinchè rifletta sui sui peccati. A questo punto potete uscire a farvi un giro.

Quando tornate a casa, un paio d'ore dopo, scaldate il forno a 200°C, appiattite con le dita il mostruso blob che fuoriuscirà dalla vostra terrina in una teglia ampia e bassa, aspergetelo di olio e sale grosso - se siete sul romanico; qualora vi sentiate barocchi, cipolla stufata, pomodori frechi e secchi ed olive taggiasche potrebbero fare al caso vostro. Mezz'ora dovrebbe essere sufficiente, il tempo di leggere i primi tre sbrodoli mensili di minchiate di Focus.

Il risultato - di nuovo! - non mi soddisfa pienamente: la pasta è dolce e ha una texture spugnosina che non mi convince ma per niente; si sente molto il gusto di lievito. Credo che avrei dovuto ri-impastare il tutto e lasciarlo ri-lievitare un altro paio d'ore, aggiungendo olio alla bisogna. Consigli bene accetti: è un'altra maledetta battaglia tra me e la Hyle... ^_^

 
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C'era una volta...

Post n°141 pubblicato il 07 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Prologo:

immaginemaaaaaaaauz...è scattato il colpo di fulmine!!! ^_______^ se la padrona mi approva, divento canavesana ufficialmente!!! Any

Scritto da Anonymous | 27 novembre, 2006 13:37   

Maaaaa che bellezza, allora sei ufficialmente una dei nostri!!! Anche tu guarderai fuori dalla finestra la domenica quando piove senza sapere cosa fare, ogni concerto-rassegna-festa di piazza sarà un avvenimento, potrai assistere alle battaglie fra mucche o fra capre, comprare la toma direttamente dai margari, imparare tutte quelle cose che il tuo subconscio ha dimenticato come il ballo liscio o lo scopone con gli amici la sera in società... Benvenuta canavesana, sono felice di averti a bordo !!!

Scritto da  M@uz| 27 novembre, 2006 17:34  

L'orchessa e i criceti

 

C’era una volta un’orchessa che viveva in una piccola capanna

ai margini di un’immensa foresta. immagine

 

immagine Si era appena trasferita in questa capanna perché, vedete, quest’orchessa si guadagnava da vivere facendo la fattucchiera e si spostava qua e là ad offrire i suoi servigi ai signori che ne facevano richiesta… spesso l’orchessa una volta soddisfatte le necessità dei principi e dei re che la chiamavano a corte, per un motivo o per l’altro, doveva allontanarsi in gran fretta per motivi di salute.

Forse perché era un’orchessa – o forse per questa sua salute singolarmente precaria – l’orchessa era una gran misantropa e viveva tutta sola con due criceti parlanti.

 

immagine L’orchessa quel mattino aveva sonno, perché la sera prima aveva partecipato ad un ricevimento con una fata ed un cavaliere e aveva smarrito la strada più e più volte prima di arrivare alla sua capanna. Eppure, al sorgere del sole, i suoi criceti (che indossavano panciottini colorati e berrettini frigi) incominciarono a rumoreggiare!

 

“Orchessa, orchessa, svegliati!” gridava Giulianeddu con la sua vocina argentina.

“Orchessa, orchessa, alzati!” faceva eco Cabimannu accompagnandosi con un cembalo.

“GRUNT1” disse l’orchessa.

“Orchessa, orchessa, dobbiamo fare provviste per l’inverno!!!” cantarono in coro i due simpatici roditori (che essendo criceti capivano molto di provviste per l’inverno ma, a dire il vero, non erano proprio menti eccelse in tutto il resto).

“GRUNT2” fece eco l’orchessa.   immagine

L’orchessa si alzò dunque dal suo pagliericcio, si lavò il viso in una conca di mota ribollente, si pettinò con un rastrello a denti radi, indossò una pelle di yak fresca di bucato, andò a dare uno sguardo fuori dal suo verone, 

immagine immagine

Quindi scese e prese la sua carrozza

immagine 

immagine 

e andò al mercato del paesello sottostante. 

A metà strada vide una piccola mandria di mucche che pascolava. immagine

  “GRUNT3” disse tra sé.

Bevuti che ebbe i suoi quattro secchi di latte appena munto (che cosa pensavate, sanguinari?) riprese il cammino con i due criceti che cantavano le canzoni dei film di Walt Disney.

Giunta al mercato fece un po’ fatica a parcheggiare il suo mezzo e si fece largo tra i popolani venuti a fare spese per il santo Natale che si avvicinava.

“GRUNT4” pensò tra sé mentre si faceva largo tra la folla presa dal panico. Per qualche ora strisciò tra i banchetti del mercato pescando a destra e sinistra quanto poteva servire ad un’orchessa a rendere accogliente il suo antro: bacili ricavati da teschi umani, gallette di ossa frantumate, femori di cane, fiasche di fanghiglia e ampolle di bile di rospo.

Resistendo alla tentazione di annegarvi i due criceti che intonavano le carole di Natale, fece un giro nel parcheggio notando che la stagione aveva finalmente imperlato di forfora le creste dei monti, immagine

salì in carrozza e tornò alla sua capanna. Nel farlo sbagliò strada una o due volte, osservando tra sé “GRUNT5”. Gironzolando così senza meta mentre i due criceti consultavano perplessi mappy.com si ritrovò in un luogo che per qualche motivo non le risultava del tutto estraneo. 

immagine 

Alla fine non si sa come ritrovò la strada di casa e spiegò “GRUNT6” ai due criceti.

Giunta alla capanna dispose le provviste nei loro recipienti, e si mangiò quattro etti di gallette di ossa.

immagine 

immagine Quindi utilizzando un incantesimo di telepatia decise di contattare la sua amica Principessa

 

Che non le diede delle buone notizie

 

Quando riattaccò il suo incantesimo telepatico si ritrovò a pensare: “Vorrei tanto, tanto, tanto poter cambiare le cose7

 

Ma già i due criceti la chiamavano a gran voce perché doveva recarsi nel suo villaggio di origine per incontrare lo stregone che in un momento di ubriachezza l’aveva compromessa 9 anni prima e continuava a comprometterla ogni qualvolta ne aveva l’occasione e aveva giurato di farla sua sposa contro ogni buon senso e anche contro la volontà dell’orchessa, a ben vedere.

La morale di questa storia è:

 

  1. mai lasciare in giro le mucche senza vigilanza
  2. ci vuole uno stomaco in grado di digerire la bile di rospo e una faccia di mota ribollente per chiudere certe porte

  3. non ubriacarti se c’è in giro un’orchessa che ti fa gli occhietti

 note:

 

  1. ma che due scassac…

  2. ho capito, ho capito, non rompetemi i santissimi

  3. yum, colazione!

  4. BELLO il Bennet truccato da battona…

  5. eccheccazzo! Di nuovo!!!

  6. ‘sto posto è un buco di sedere, intrallazzi tre rotonde e torni onesto al punto di partenza, non riesco a perdermi nemmeno io…

  7. GRUNT

 
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PAURAAAAAAAAA!!! (io NON HO spirito di corpo!)

Post n°140 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Fino ad oggi questo tipo di sevizia ero riuscita a risparmiarmela.

Anzi, no.

Mi è successo un'altra volta all'altro parco scientifico... Fu una serie ininterrotta di scene patetiche.

Any "Come scusa?"

GL "La cena di Natale... è il 14!"

Any "Quale cena di Natale??? Nessuno mi aveva detto niente. Nessuno mi dice mai NIENTE!!!"

Lui se ne stava a capotavola. Per cementare lo spirito di corpo - gli piaceva questa immagine - aveva deciso che avremmo portato CIASCUNO un piatto da casa, preparato con le notre manine. LUI, con la Jaguar nel cortile del blocco A ed il dalmamta psicopatico parcheggiato nella casa del custode. A. mi aveva supplicato di scrivere in volute lettere UNITED WE STAND sulla lavagna bianca alle spalle trapuntando il tutto di stelle, candele e foglie di pungitopo. Ho ancora i brividi.

Any "Queste cose le odio! Sono fantozziane..."

GL "Beh, no dai, in fondo... si tratta solo di imbarcare più alcol e cibarie di quanto tu sia stato programmato, pronunciare parole che rimpiangerai un attimo più tardi e..."

Any "Le figure di merda in genere cominciano...?"

GL "A metà dei secondi, ma se qualcuno di mette a piangere prima..."

Any "..."

GL "..."immagine

Immediatamente la conversazione diventò penosa; lui era l'imperatore della cafonaggine. Aveva portato amici, parenti, autorità civili e religiose di dubbia provenienza nel buco di culo dimenticato da dio e dagli uomini che era il nostro ufficio. Il 50% intorno a quel tavolo non conosceva l'altro 50%; l'80% non riusciva a introdursi i bocconi nell'orifizio giusto senza estroflettere la lingua del 40%; il 5% dopo lo spumante non riusciva a introdursi i bocconi nell'orifizio giusto, tout court; il 100% desiderava di essere altrove e in ogni caso il 60% deisderava la morte del 98% degli altri. Il 20% l'aveva anche pianificata; l'1,4% la stava attivamente organizzando...

GL"..."

Ovviamente, nell'unico istante in cui sulla mensa cadde il silenzio Any "...E POI QUESTE COSE FINISCONO SEMPRE CHE TI RITROVI IN BOCCA LA LINGUA DI QUALCUNO E NON SAI SE E' LA TUA!"

Quando il vescovo chiese scherzosamente a sua moglie che cosa avesse preparato lei per la cena, la bella clona di donna Veronica si strinse nelle spalle e, con uno sguardo di sufficienza, esalò: "IO lavoro... IO non ho tempo per queste COSE" atteggiando a O la bella bocca fillerata. In quella si scaraventò nella stanza come un tifone in una fumeria d'oppio il dalmata ferino, che con precisione chirurgica s'avventò sulla caviglia del vescovo. Ricordo ancora il gemito del sant'uomo ed il ghigno di L che l'aveva appena liberato...

"Povero piccolo. Si sentiva solo..."

Silenzio raggelato collettivo.

GL "Ehm... Ma no, dai..."

Any "Ehm"

GGZ "Ehm... Ehi ragazzi, sapete una cosa? Oggi è il mio anniversario di matrimonio!!!"

Any+GL "Ah sì? Di quale?"

...

Non ci vado. Non ci vado! Forse se mi nascondo nel magazzino est (vedi immagine) a partire dal 12 ce la posso fare...

Io le odio, le cene aziendali...

 
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LE LEGGI DI MURPHY DELLE GLP (Good Laboratory Practises)

Post n°138 pubblicato il 03 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

immagineIntimidazione di Guareschi

In laboratorio Dio non ti vede, il LIMS sì

 

Sbigottimento di A. e L.

Nonostante le apparenze, l’attività di andare in bagno non è regolata da alcuna SOP.

Corollario di Ale

Detto ciò, l’attività sopra esposta è l’unica a non essere regolata da alcuna SOP.

 

Stima di Cronos

Il parametro T che stima il tempo necessario per svolgere qualsivoglia attività in regime di GLP va ricavato in base alla seguente formula:

 

immagine

Dove

= T teor tempo ragionevolmente stimato legato alle caratteristiche del processo

= T op fattore correttivo per l’efficienza dell’operatore

= xc fattore correttivo per la prossimità del capo espressa in metri durante lo svolgimento dell’operazione

= M parametro di marasma (inversamente proporzionale al tempo disponibile per svolgere il processo td secondo la formula 

immagine

dove g è l’accelerazione gravitazionale alla latitudine dove avviene il processo)

= A coefficiente moltiplicativo del Quality Group da calcolarsi in base al teorema del viriale del nemico dell’Amazzonia (vedi sotto)

= m correzione additiva di Pragma (o del magazziniere) per il rinvenimento in corso d’opera (di reagenti, detergenti, contenitori, attrezzistica…)

 

Osservazione della Laura

Dimensionalmente il parametro T ricavato dalla stima di Cronos è secondi/metri, ossia l’inverso di una velocità.

Questo la dice lunga sulla probabilità di ottenere dei risultati in tempo utile.

 

Teorema del viriale del nemico dell’Amazzonia

La compilazione dei certificati, la registrazione delle esperienze e l’archiviazione dei documenti incide con dipendenza esponenziale sul tempo di lavoro; l’esponente è ricavato empiricamente attraverso la seguente espansione:

immagine

Dove i parametri a, b, c, … etc rappresentano parametri che rendono conto dell’interazione rispettivamente a coppie, triplette, quadruplette etc di tutti i componenti del Group Quality e V rappresenta il volume di legname da cellulosa che può essere prodotto in un anno da un ettaro di foresta pluviale.

 

Paradosso temporale di Gianluca

Per convalidare correttamente una metodica in regime di GLP non è sufficiente il tempo che ci separa dal Big Bang.

 

 

 

Disamina delle SOP (Procedure Operative Standard)

 

 

Aporie del Quality Control

Non vi è alcuna relazione tra il grado di comprensibilità della SOP ed il grado di difficoltà dell’operazione che essa regola.

Non vi è alcuna SOP che imponga all’operatore l’applicazione del benché minimo senso critico.

Non è mai esistito né mai esisterà un chimico di QC che applichi VERAMENTE le etichette ai matracci delle reference solutions validità 24 ore.

 

SOP e strumentazione

  1. Se non sai dov’è, leggere la SOP non ti sarà di giovamento.

  2. Se non lo sai usare, la SOP sarà redatta in Romulano.

  3. Se lo sai usare, ti salterà all’occhio ogni minima cacchiata scritta nella SOP, cionondimeno dovrai applicarla alla lettera.

  4. Se hai appena finito di usarlo, salterà fuori che non sei stato addestrato.

  5. Se non sei stato addestrato, la registrazione immediata di quello che hai appena fatto risulterà vitale.

 

Lamentazione del convalidante

  • Se anche è ripetibile, non sarà preciso.

  • Se anche è preciso, non sarà accurato.

  • Se anche dovesse essere apparentemente preciso ed accurato, il calcolo della recovery darà risultati > 340% oppure < 0,003 %.

  • Se in prova funzionava, in convalida andrà a puttane.

Corollario di Sir Arthur Conan Doyle

  • …andrà a puttane in tanti e tali modi che, una volta scartato l’impossibile e preso in esame tutto quello che, per quanto improbabile, potrebbe essere possibile, l’operatore si ritroverà a ri-passare in rassegna l’impossibile.

Conclusione dell’Anidride

Qualora io rinasca farò il compilatore di antologie per le scuole medie.

 

Leggi di Hobbes sulla gas cromatografia

  • La ripetibilità è raggiungibile.

  • La linearità è un’impressione.

  • La riproducibilità è un caso.

Deduzione di Gennaro: ogni laboratorio trassa nel suo modo peculiare.

 

 

Legge di Paperoga sugli sversi

Non si rovescia mai niente sotto R22

 
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Problema

Post n°137 pubblicato il 01 Dicembre 2006 da anidrideperiodica
 

Sapendo che la piccola Any vive a Asbestown e va a giocare con le sue amiche al parchetto che si trova a Ivrea, e che le due località distano 82.7 km (distanza che, secondo il noto programma di indicazioni stradali google maps richiede circa 1 ora e 17 min per essere coperta) e che la piccola automobile della piccola Any ha 160 km/h di velocità di punta, dal momento che la piccola Any ieri notte non ha puntato la sveglia e che stamattina ha aperto il primo occhio alle 7.48, quale probabilità c'è che la piccola Any arrivi in orario al lavoro stamattina e che non passi per l'eternità per una povera rincoglionita con le sue amiche?

 

Risposta: la piccola Any ha bisogno di una sveglia col comando saltellitare

 
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