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Ciao Botto, brontolone buono


La notizia è di quelle che fanno male. In un primo momento neanche ti rendi conto, non ti sembra vero. Poi capisci, mediti, ragioni, col cuore soprattutto, e allora ti resta solo tanta, tanta tristezza. Roberto Bottoni, per tutti semplicemente "Botto", storico custode del campo di via Misericordia, da sempre sede dei nostri allenamenti, ci ha lasciato. Strano il destino, crudele davvero con il povero Botto, autista di bus di giorno e custode la sera. Tutta una vita passata sugli autobus, e proprio quando si avvicina il momento di andare in pensione ci lasci così, neanche il tempo di farcene una ragione. Quell'impianto di via Misericordia, che per tutti noi è "San Giorgio", era la sua passione, quasi una ragione di vita. Già me lo vedevo, da pensionato, tutto il giorno a curarselo quel "campaccio", che per lui era San Siro. Il destino ha voluto che esalasse proprio lì l'ultimo respiro, lì tra gli arnesi del suo lavoro, lì da solo, come spesso gli accadeva. Chissà, forse sarebbe stato proprio il luogo dove avrebbe voluto morire, un giorno. Chissà... Proprio come un grande amore, era gelosissimo della sua creatura e delle sue cose, comprese mute di maglie, palloni ecc, e guai a chi osava avvicinarsi al container che conteneva tutto il materale. Quella era "roba sua", off limits per tutti noi. Ma Botto era anche questo, un personaggio pittoresco, un custode vecchio stile, di quelli che oramai non se ne vedono più, specie nelle realtà cittadine. Chi lo conosceva poco magari lo poteva giudicare come un "rompipalle", perchè appunto spesso e volentieri ti rispondeva male; ma chi, come me, ci è cresciuto accanto, può dire di averlo apprezzato per quello che era, e non possiamo negare di esserci affezionati a lui e ai suoi modi un po' burberi. La definizione che ne ha dato Ivano, brontolone buono, credo che sia la migliore che si potesse dare, perchè Botto era proprio così. Ci piace ricordarlo in una delle tante belle cene al campo, dove l'immancabile bicchierino di limoncino e tante risate non mancavano proprio mai all'appello. Eri uno di noi, niente di più, niente di meno. Grazie davvero Botto. Da queste pagine quello che posso fare è un sincero abbraccio al nostro amico che non c'è più, e mi faccio promotore di una proposta che secondo me la società non può non fare propria. Propongo di intitolare il campo di via Misericordia alla sua memoria. Credo sia il minimo per tutto quello ha fatto per noi e per quel campo in tutti questi anni, e sono sicuro che per lui sarebbe il regalo più bello. Ciao Botto, brontolone buono.