Lasciarandareesercitarsialasciarandare |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
A volte mi sento felice. Si pensa comunemente che per esserlo debba concorrere un qualche tipo evento eccezionale, qualcosa che ci sorprenda, che soddisfi i nostri desideri..ecco, io quella invece la chiamo gioia. Quando mi sento felice come in questo periodo, è come se fossi semplicemente in una sorta di stato di grazia, uno stato d'animo sereno, ma soprattutto grato. Sono grata spesso, alla vita ed a me stessa per la serenità raggiunta, per l'assenza di ansia e fretta di vivere, per il fatto stesso che sto imparando, come quando ero bambina, a godere dei momenti o dei periodi. Tutto è pace in questo momento nella mia vita...certo, potrei contestarmi il fatto che dovrei sentirmi in colpa invece, per la pace che nel mondo non c'è, per il precariato, per le guerre, per i lutti, per la fame...è vero, il mio senso di giustizia si ribella fortemente a questo stato di cose ma posso davvero considerarmi egoista perchè la mia, di vita, sia divenuta migliore? Forse potrei sentirmi in colpa se quel che ho l'avessi rubato o non me lo fossi guadagnato, e non parlo di benessere economico, ma emotivo. Sto bene e no, non mi sento in colpa per questo. Sono felice della mia vita, dei miei cari, dei miei affetti; son felice delle persone che ci son sempre state e di quelle nuove che sono arrivate nel tempo. Sono felice se oggi c'è il sole ma anche se piove...Ho il cuore gonfio di felicità, mi sento ottimista e piena di energia, mi sento forte , sana, bella, in pace. Questa, per me, è felicità.
|
Post n°3 pubblicato il 31 Luglio 2014 da Delphinium0
Credevo, da illusa quale a volte sono, che l'antagonismo femminile fosse retaggio delle donne in erba, di quelle che per affermare la propria individuale femminilità, competono con le proprie coetanee adolescenti. Mi sbagliavo. Noto con raccapriccio quanto antagonismo malcelato ci sia ancora tra le donne, parlo stavolta di quelle adulte, al di là delle cordialità, delle congratulazioni, dei sorrisi. Mi sgomentano le mie coetanee, quando con baldanza adolescenziale, si aggregano in branchi famelici pronti al retaggio della preda di turno. Mi sgomentano le reciproche maldicenze, le critiche, lo sgomitare quotidiano per emergere dal branco e poter dire "io sono la più". ognuna convinta di esser fuori dal gregge, non rendendosi conto di esserci dentro fino al collo, ogni volta in cui cerca l'attenzione esclusiva, ogni volta in cui cerca di essere la più originale, la più profonda... la più insomma. Tutte a caccia di originalità e di primi posti sul podio... Ogni donna è stata ferita da qualche uomo, lo si sa. Ogni donna è stata tradita, alla stessa stregua di ogni uomo tradito, d'altronde la fedeltà è un concetto sul quale potrebbero essere spesi fiumi di parole. Ogni donna è arrabbiata con altre donne... come se fossero le altre donne la causa delle sue ferite, dei tradimenti subiti... Ma guardiamoci: dovremmo essere invece solidali e ridercela allegramente considerato che si naviga tutte nella stessa barca, dovremmo avere e provare tenerezza l'una per l'altra, per le lacrime che abbiamo mandato giù, per tutte le volte in cui siamo state sveglie con gli occhi sgranati nel buio di qualche stanza in cui, pur avendo qualcuno a fianco, ci siamo sentite sole, tremendamente sole. Dovremmo imparare a sorridere di noi stesse, nello stesso modo in cui sorridiamo alle bambine, con la stessa tenerezza, lo stesso sguardo indulgente e premuroso. Alleate, non antagoniste. Siamo sorelle. Ce lo siamo scordato?
|
Quando i battiti del mio cuore d'improvviso accelerano, è sempre segno che sto soffocando un qualche tipo di emozione. La soffoco perchè ne ho paura, paura che a lei seguiti un pianto, a sua volta soffocante, di quelli in cui ti manca il respiro e la testa gira e pizzica a causa dell'iperventilazione. Ma soffocare l'emozione vuol dire che da qualche altra parte deve uscire e allora eccola lì che va a bussare al cuore: toc-toc, toc-toc, toc-toc, bussa con quella sua manina nervosa di bambina spaventata: toc-toc, mi senti? Lasciami entrare, sembra dire, lasciami scorrere nei tuoi pensieri, lascia che riaffiorino i ricordi, non buttarmi nell'oblio come sei solita fare per paura! L'oblio. Una volta , l'ennesima sera in cui non riuscivo a dormire, una di quelle sere in cui si è alla ricerca disperata di un pensiero gentile e sereno che ti aiuti a rilassarti e non riesci, perchè tutto quel che ti circonda in quel momento, è pervaso di angoscia, di preoccupazione, di tristezza. Nemmeno quel che più di bello si ha al mondo è d'aiuto, perchè aumenta il timore del domani. Un delirio. Un delirio di pensieri negativi, nessuna possibilità di pensiero oggettivamente rassicurante. L'oblio, mi son detta. Se riesco a cancellare i ricordi, trovo pace. Stop, tabula rasa, deviazione volontaria dei pensieri verso il nulla. Cacciarli via, come si caccia una mosca fastidiosa. E' diventato il mio esercizio quotidiano, fino a quando non ho pensato più a nulla se non alla metodica di raggiungimento dell'oblio. Ma non si inganna il corpo, non lo si può fare. Il corpo ha una sua memoria, che sembra essere indipendente a quella del cervello. Il corpo ricorda tutto. La memoria è nel sangue, nella pelle, nel respiro, possiamo ignorarla o fingere di ignorla, ma lei è sempre lì, in agguato, con la sua manina nervosa di bimba, che bussa: toc-toc, toc-toc, toc-toc....
|
Grumi di nubi sulla mia testa, ad annunciare un tentativo di pioggia. Le rondini sono nei loro nidi, sotto ai tetti, le sento emettere piccoli suoni, come ninne nanna. Alcuni passeri saltellano ancora tra ringhiere e tegole, in cerca forse di qualche insetto. Aria fresca. Si lamentano tutti di questa estate un po' alternativa, a me invece piace. Mi piace la sorpresa al mattino, aprire le finestre e non sapere se troverò sole o nuvole, un po' come quando ero piccola e del tempo si parlava solo per rompere il ghiaccio in ascensore con i vicini, non come ora in cui quotidiani, web, tv, pullulano di notizie ansiogene sulle prossime calamità. E' pur vero che il clima è cambiato, ma la responsabilità è di ognuno di noi. Quindi? Che vogliamo fare? Sto divagando. Riprendo il filo. L'aria è fresca, dicevo, mi piace sentirla mentre mi accarezza la pelle, adesso, mentre sono seduta sul terrazzo per scrivere. Mi piace questo attenuarsi serale dei rumori delle auto, le luci gialle delle strade, mi acquieta. Come se in questo momento della giornata non avessi bisogno più di nulla; improvvisamente l'ufficio, gli autobus, il chiasso, i colleghi un po' isterici, sono un ricordo lontano. Ho sempre avuto questa capacità di chiudere la porta del lavoro quando sono a casa, l'ho scelto. La mia vita è fuori. E' all'aperto. E' qui, in questo esatto momento. Ho letto diversi blog, prima di decidere di aprirne uno anche io, non so bene di cosa avrò voglia di parlare, mi son detta: iniziamo. E cacciamo via la malinconia o lasciamo che affiori, nascosta com è dietro i sorrisi che dispenso ogni giorno al mondo.
|
Inviato da: incisionerupestre
il 07/01/2015 alle 13:40
Inviato da: augusto75b
il 12/09/2014 alle 13:11
Inviato da: g.marsanomobili
il 11/09/2014 alle 18:54
Inviato da: sagredo58
il 04/09/2014 alle 18:36
Inviato da: via_dei_sogni
il 04/09/2014 alle 18:14