il bagnasciuga

"il.genero" e i suoi fratelli


Polvere, tanta polvere grigia che ti si attacca in faccia e si impasta con il sudore e le lacrime, che ti penetra nel naso e nei polmoni.
Tossisci e continui a scavare, una pietra dopo l’altra.Piano, facendo piano che forse lì sotto c’è ancora vita.Benedetta palestra che ti ha dato muscoli e fiato per non sentire la fatica.Maledetta disperazione che ti dà nervi e forza per non sentire la fatica.Piano mentre la testa ti dice che è impossibile, due piani di casa sbriciolati in frammenti da un quintale l’uno addosso. Addosso ai tuoi nipoti, addosso alla loro mamma.Polvere e silenzio: in mezzo a tutte quelle grida, a tutti quei rumori, senti solo il “loro” silenzio.Asciughi il sudore col braccio, gli occhi che bruciano.Anche se non alzi lo sguardo senti che loro sono lì, ne senti l’odore  ne ascolti il respiro ansimante. Loro, i tuoi fratelli.Presto. Forse c’è ancora tempo per tirarli fuori di lì. Forse c’è ancora tempo per riallacciare i fili delle vostre tre vite che si sono aggrovigliati fino a spezzarsi. Fino a imprigionare e separare tre famiglie.Dannati fili di storie che ora sembrano così sciocche e inutili, così piccole davanti a quel mucchio altissimo di macerie. "In pochi secondi perdi gli affetti di una vita."C’è voluta una tragedia immane per rimettervi  fianco a fianco a lottare insieme per la stessa cosa.Forse c’è ancora tempo per restarci, fianco a fianco. Poi, quando finalmente li trovate, il tempo si ferma, va all’ indietro ed è come se tutte quelle macerie crollassero di nuovo, stavolta addosso a voi."Abbiamo scavato tanto ma non è servito a nulla."Ti scoppia il cuore a vedere il tuo nipotino  immobile sotto le macerie. Tuo fratello il cuore non ce l’ha nemmeno più, morto sotto quel maledetto solaio, fermo come l’orologio della torre.Vorresti non averli trovati, vorresti scavare ancora alla cieca con ancora intatta quella speranza disperata.Ma non è ancora finita, ne manca ancora uno. Una. "La femminuccia di casa, l' unica femminuccia, con i suoi occhi belli." Sei nipoti aveva nonna Rita, cinque maschi e una femmina. Sei nipoti aveva nonna Rita, ora ha due angeli e infinite lacrime. E la polvere ti acceca. Forse non è la polvere."Le nostre lacrime su quelle pietre, le travi che non venivano via e i nostri nipotini sommersi da un intero solaio." Lo chiamano diritto di cronaca. Scavare circondati da individui con pettorina, pass addetto stampa, microfoni, cannoni e telecamere pronti a succhiarti l’anima, a frugarti dentro al cuore, senza ritegno, senza rispetto, senza pudore. Per non parlare di quelli che scattano foto coi cellulari, ladri di dolore che non gli appartiene."Poi quello con quella macchinetta fotografica, stava scattando foto proprio quando stavamo tirando fuori Benedetta, gli avrei spaccata la faccia."Per arrivare fin lì, accanto a tuo fratello che per ore nella notte ha tolto pietre da solo, in piedi da solo su quel tetto rimasto in cima alla casa sbriciolata, hai dovuto lottare per convincere le forze dell’ordine a lasciarvi passare. Loro, i fotografi, non li ferma nessuno.E’ finita. Ma forse è proprio ora che comincia. Comincia il calvario di vedere ogni giorno il dolore liquido negli occhi di tua madre, in quelli dei tuoi figli. Come si spiega a due bambini che non vedranno più i loro cuginetti? Che non c’è più tempo per fare pace e tornare a festeggiare insieme intorno ad una torta?"Sembra che stiano dormendo, con i loro pigiamini, su quel prato, i loro piedini vicini a quelli della mamma. E quella cagnolina, non si è staccata un attimo da Benedetta. Non me li sono goduti come avrei dovuto ed ora è tardi.Vorrei tornare indietro, vorrei vedere il loro sorriso... Li distesi in quel parco il loro ultimo calore!"