il bagnasciuga

L'aria buona del giardino


Ho letto un libro.Capirai che novità, non faccio altro che studiare.Sì ma leggere un libro per il piacere di leggere è un'altra cosa.Per me poi è una cosa molto impegnativa dato che sono una lettrice lumaca e spesso i libri sul mio comodino ci mettono le radici.Nonostante le mie difficoltà con la lettura amo moltissimo leggere e ho letto molto fin da piccola, incoraggiata dai miei genitori e nonni che hanno letto per me quando ero troppo piccola per farlo e che mi hanno regalato libri ad ogni occasione.Ma torniamo al libro che ho letto.Non leggo di tutto, ai romanzi preferisco saggi, biografie o testi su argomenti che mi appassionano. Il giardinaggio è uno di questi ma questo non è un libro di giardinaggio.Si è capito che non ho mai scritto la recensione di un libro?Non so da che parte cominciare.
Leggete L'aria buona del giardino, ne vale la pena!Troppo sbrigativo.E' un bel libro.Troppo generico.Mi è piaciuto.Troppo personale.Farei prima ad andare a Firenze dall'autrice e dirglielo a voce cosa penso del suo libro.La prima cosa che ho guardato ovviamente è la copertina, un verde chiaro, un colore pastello, delicato, leggero, leggero come i semi di tarassaco che volano via con un soffio. Un fiore che mi riporta all'infanzia, ai giochi semplici che ancora faccio con i miei nipoti.Guarda nonna, un soffiasoffia!Poi, come sempre faccio, ho guardato quante pagine sono, l'Ulisse di Joice e tutti i libri sopra i cinque centimentri di spessore difficilmente mi fanno venir voglia di cimentarmi nell'impresa.Infine ho guardato il font, l'interlinea, l'impaginazione e la grandezza dei caratteri chè se sono troppo piccoli e addossati mi creano l'effetto affollamento visivo e mi garantiscono una lettura faticosa con salto di righe assicurato.Quando ho finito di rigirarmelo tra le mani ho iniziato a leggere e non riuscivo più a smettere.Ho percorso strade e vie lontane e incontrato persone grandi e piccole, ho corso nei giardini e camminato sotto i portici in un tempo passato ma neanche poi da tanto. I racconti e gli incontri fatti nel mondo dell'autrice mi hanno ravvivato la memoria di altri incontri e storie del mio passato, per molti versi simile. Il passato di una nazione ormai scomparsa.  Ma non c'è traccia di abbellimenti, nostalgia e nessuna concessione alla dolcezza del ricordo nelle parole dell'autrice. Solo il racconto pacato, mai sdolcinato ma altrettanto mai risentito, di una vita con cui ha fatto pace. Una vita che ti mostra attraverso le sue parole senza giudizi, senza filtri, con la semplicità e il candore di un bambino che in riva al mare trova un pezzetto di vetro colorato levigato dall'acqua e lo guarda in trasparenza per poi farlo brillare al sole.    Gli ultimi capitoli li ho letti piano piano, consapevole che quel viaggio nel mondo in cui l'autrice mi ha portato stava per finire e presto sarebbe arrivato il momento triste dei saluti.