il bagnasciuga

Usciamo?


"Andiamo a fare quattro passi?"La domanda di Scuttle mi coglie assolutamente impreparata. E' tanto che non esco di casa. Giusto qualche rapida scorribanda al supermercato per la spesa, un paio di volte in un centro commerciale e una interminabile fila al drive in per il tampone. Ma sempre in macchina. Chiusa dentro anche lì, la macchina è come un'appendice della casa.A piedi pochissime volte solo per assoluta necessità: le Poste, una visita dal dentista, la riparazione della lavatrice.  Non mi ricordo nemmeno più quale è la procedura per uscire.Prendo alla rinfusa scarpe, borsa, cellulari e mascherina. Torno indietro per indossare la giacca. Scuttle ride divertito.La programmazione delle azioni da compiere in successione non è mai stata il mio forte."Non mi ricordo più come si fa per uscire!" esclamo stupita io stessa per le parole che sto dicendo. Quello che non dico è che ho paura di uscire, di incontrare gente, di toccare qualsiasi cosa.Usciamo e incontriamo capannelli di persone, gente senza la mascherina o con mascherine fai-da-te di colli di maglioni e sciarpe, ragazzini  chedicovidnoncenè. Usciamo e tocco di tutto, dalla maniglia della porta del negozio al bancone del negozio alla merce esposta sugli scaffali del supermercato.
Da qualche giorno abbiamo iniziato ad acquistare qualche regalo per figli e nipoti.Per lo più cose necessarie di cui le precarie situazioni finanziarie e le assurde vicende lavorative dei loro nuclei familiari non consentono l'acquisto.Oppure piccoli piaceri a cui rinunciano perchè non indispensabili. Compriamo del caffè e una scatola di latta per le cialde per Sally e Franklin.Non so quando riusciremo a darglieli i regali di Natale quest'anno.Mi chiedo che Natale sarà, con i figli costretti a fare i turni per  venire da noi.Usciamo, l'aria è fredda, sta facendo buio, la mia città mi sembra più buia e spenta del solito e nemmeno le luminarie natalizie in allestimento o già accese scaldano il mio cuore.