il bagnasciuga

Sorelle


Lei era la fioraia, e poco importa se prima di lei quell'abito lo avevo indossato io, aveva due anni, era incantevole e vinse il primo premio al concorso delle piccole maschere della mia città. Io ero il gatto con gli stivali e vinsi anche io un premio.Lei era Cenerentola nel filmino amatoriale alla cui realizzazione collaborò tutta la famiglia compresi zii e cugini, io una delle sorellastre.Lei era bellissima. Occhi chiari come il cielo a primavera e capelli biondissimi così sottili da sembrare l'oro filato della fiaba di Trampolino tonante.Io ero goffa e impacciata al punto che mi mandarono a scuola di danza per rendermi più aggraziata.Lei era la grazia fatta bambina, così minuta, delicata come una porcellana.In realtà era un maschiaccio arrampicata sull'albero dietro casa insieme a nostro cugino o con le pistole in mano e il cinturone da cowboy o quando saltava da una sedia all'altra col suo mantello nero svolazzante  cantando a squarciagola " Zorro, inatti un cane che freeee!" 
Lei aveva i capelli lisci lisci e mamma glieli lasciava crescere lunghi e morbidi.Io avevo un taglio corto alla maschietta e un'orribile frangetta indomabile come i miei ricci castano ramati. Ci tenevo tanto a quel "ramati" mi sembrava la sola cosa bella di un insieme che io consideravo decisamente brutto.Lei aveva il naso piccolo e all'insù, io un naso importante, dantesco.Lei aveva un ovale perfetto, io la fronte larga e il viso rettangolare con labbra troppo piccole e occhi un po' infossati.A lei regalarono la Barbie e a me Jenny, la bambola vestita da un famoso sarto. Ma Jenny era una bambina, niente a che vedere con quella strafiga di Barbie tutta trucco e seno.Lei era brava in tutti gli sport e volava spericolata sugli sci mentre io annaspavo tra spazzaneve e cadute o schiacciava e saltava sottorete mentre io mi nascondevo in sala attrezzi o correva veloce come  Bip-bip mentre io lanciavo l'odiato disco fuori campo.Io amavo leggere e suonare il pianoforte, ascoltare musica e sognare ad occhi aperti.Lei ha sempre avuto i piedi ben piantati per terra, io la testa perennemente tra le nuvole.Potrei continuare all'infinito con le nostre differenze. Io logorroica, lei di poche parole. Io metodica e precisa  lei disordinatissima. Io timida e solitaria lei socievole. Anche il modo di percepire la realtà è totalmente diverso, me ne sono resa conto tempo fa quando ci siamo messe a ricordare la nostra infanzia e mi sono chiesta se stavamo parlando della stessa famiglia, degli stessi genitori. Lei ricorda episodi che io giurerei non essere mai accaduti e io descrivo persone in cui lei non riconosce i nostri parenti e amici. E viceversa.Abitiamo a neanche cinquecento metri di distanza ma non ci vediamo quasi mai.Ma lei c'è. C'è e c'è sempre stata.La prima a cui ho detto quello che nascondevo a tutti sotto l'apparenza della famiglia felice. Quella a cui ho affidato tutti i documenti necessari a proteggere i miei figli nel caso fosse finita in tragedia. La prima ad aver conosciuto il mio futuro compagno e ad avermi sostenuto nell'iniziare una nuova vita. La sola con cui Charlie non ha troncato i rapporti quando aveva rotto con tutto il resto della famiglia e che ha potuto così restargli vicino nei momenti più neri della sua vita. E di questo gliene sarò grata in eterno. Il primo viso che ho visto svegliandomi da una brutta operazione. Abbiamo sempre difeso il nostro rapporto dalle interferenze di chiunque e nonostante tutto siamo riuscite ad andare oltre quando un'ombra,un sospetto, un giudizio, una accusa assurda hanno rischiato di mandare in frantumi il nostro esserci. Lei oltre il sospetto, io oltre il pensare che se lei mi ha ritenuto capace di una azione tanto vigliacca e meschina vuol dire che non mi conosce per niente.Lei c'è, c'è sempre stata e continuerà ad esserci come io ho fatto e farò con lei ogni volta che ne avrà bisogno.Anche se non ci vediamo mai, anche se ci facciamo una telefonata ogni morte di papa, anche se siamo come il giorno e la notte, anche se.