Ada vede

Il doppio ruolo dell'Intelligenza Intrapersonale


 Sappiamo molto bene quanto è difficile, per la maggior parte di noi, realizzare un obiettivo.In questo articolo non mi soffermo sui metodi, più o meno efficaci, per realizzare il nostro obiettivo – ce ne sono molti - ma su un semplice escamotage che può esserci di sostegno e che ha innanzitutto una finalità di conoscenza intrapersonale.Fra le tipologie di intelligenze ormai riconosciute, infatti, vi sono quelle interpersonali e quelle intrapersonali: le prime consentono di conoscere meglio i fini e le motivazioni delle altre persone, le seconde di noi stessi.Queste intelligenze, che possediamo tutti, possono essere più o meno spiccate in noi.L'escamotage di cui parlo sopra, vuole essere un piccolo aiuto nello sviluppo della propria intelligenza intrapersonale. D'altra parte non si dice: “..conosci te stesso e conoscerai l'universo e gli dei?” Non solo non si finisce mai di imparare – ed il fatto di continuare sempre ad apprendere è uno dei segreti per allontanare l'invecchiamento – ma chi ha un po' di ambizione avrà già scoperto che l'intelligenza funziona esattamente come funziona il corpo: se la si allena un pò, essa invariabilmente migliora!E' anche il caso della nostra intelligenza intrapersonale.Dunque, in primo luogo, quando si inizia il cammino verso ciò che vorremmo realizzare, occorre distinguere fra gli ostacoli, esterni, e quelli che io chiamo “i demoni ” interni.In realtà questa distinzione è semplice da fare, ma spesso, nell'effetto lavatrice che alle volte il cammino c'impone, non ci facciamo più caso.Questa è una ragione in più per fermarsi un momento, mettersi nei panni dell'osservatore di sé stessi, e cercare di mettere a fuoco cosa, volta per volta, ci blocchi.Il lavoro di osservazione dovrebbe essere scrupoloso, almeno le prime volte che lo si affianchi al perseguimento dell'obiettivo: successivamente l'idea è quella di farlo diventare un processo che la mente va ad integrare, cosicchè non ci sarà più bisogno di svolgerlo pedissequamente.Il lavoro lo si può fare in molti modi: tenendo un diario regolare, scrivendo il diario solo quando si presenta un problema, registrando vocalmente sul cellulare le stesse cose che metteremmo per iscritto, oppure, ancora, con le mappe mentali.Ciò che conta è, ogni volta che qualcosa ci blocca, fermarsi, scrivere, darsi il tempo di elaborare il problema, riflettendoci su tutto il tempo che occorre – magari confrontandosi col prossimo - ed infine darsi da sé il via per superare il blocco.E dunque agire.La doppia veste di attori sul palcoscenico della nostra vita ed osservatori dello spettacolo non è facile da sostenere, ma è un lavoro su noi stessi che ci può consentire di smettere di ripetere errori già commessi.Ed evolvere.L'articolo è pubblicato anche in inglese, qui  E' una nota iscrizione, iscritta sul tempio dell'Oracolo di Delfi. In informatica i “demoni” sono dei sottoprogrammi chiave che attivano delle funzioni fondamentali di un software. Il termine si usa anche nel buddismo, con significati equivalenti.  Ovviamente mi riferisco alle fasi caotiche del nostro percorso di realizzazione.