Ada vede

La richiesta di johnny


  La richiesta di Johnny Siamo diventati amici, un ragazzo di diciannove anni e io trenta più di lui.Eravamo al bar, giorni fa, mi raccontava che quel giorno s'era svegliato alle dodici e mezza, che non andava bene, che si dovrebbe trovare un lavoretto, prima o poi.D'altra parte, se non hai impegni con qualcuno, finisce così, che lo so bene pure io.Lui ha una faccia, un po' da schiaffi, un po' da gigione: avrei voluto essere estroverso la metà di lui, all'età sua.Quando ho pagato il mio caffè m'è venuto spontaneo pagare anche il suo.Poi qualche giorno dopo avevo postato sul social, del nostro gruppo di training-attoriale – di cui lui fa parte – un testo da scaricare gratis, così, per avere un pensiero per gli altri ed evitare che, per una singola poesia (come ci ha chiesto l'insegnante) tutti si debba comprare un libro ormai desueto.Difficilmente leggibile altrimenti.E lui, il mio nuovo amico, gigione di 19 anni (per la verità, a guardarlo bene, non gliene avrei mai dati meno di ventiquattro), mi ha chiesto se per caso non potessi farglielo avere in qualche altro formato file.Che così forse non lo leggeva.Ho pensato che, scusa, già ti faccio il favore di avere avuto la carineria di trovare quel file, leggibile sul pc, in più mi chiedi pure di lavorartelo ulteriormente?Ma va al diavolo!, ho pensato.Così, sul social del training attoriale, non gli ho mai risposto: ho abbandonato lì in bella mostra il suo pretenzioso messaggio.Che tutti vedessero gli scorci della sua arroganza.Martedì scorso poi sono tornato al pomeriggio di training, dopo un giorno di assenza, per via dell'influenza, e davanti alla brutta porta di legno, di un grigio sbiadito inclassificabile, mezza sgangherata, della ex-cantina dove lavoriamo, c'era uno scooter, tutto rotto, issato dritto sul cavalletto.Pareva un'opera incompleta di arte contemporanea, tanto era malmesso.Prima di entrare sono andato a prendere il solito caffè, al solito baretto, dove eravamo stati col gigione, la volta scorsa.Tornato, dalla porta d'ingresso è riemerso il nostro insegnante di recitazione e mi ha salutato con uno sguardo cupo e una strana lentezza.Gli ho chiesto – veniva spontaneo – di chi fosse quel rottame di motorino e come mai stesse proprio lì davanti, ancora in piedi sul cavalletto, anziché in discarica.Mi ha detto di Johnny, l'amico gigione di diciannove anni: degli ultimi istanti della sua vita, finita poco oltre il condominio del palazzo dove ci ritroviamo per il lavoro attoriale.Una cosa impensabile.E che quello scooter era il suo.Su facebook ieri sera avevo visto una nuova richiesta d'amicizia, che, per ragioni di tempo avevo lasciato da parte.La richiesta di Johnny.