Ada vede

C'era


C’era un’idea.Per la verita’, c’era stata un’idea.C’era la gioventu’, un gladiatore sfuggito al suo tempo, un enorme fungo di pietra, uno stillicidio di parole, dette tutte in un tempo brevissimo.C’era stata la chiarezza (una volta) e il desiderio di smettere di frequentare le teste sbagliate.C’era anche l’errore, che ci inseguiva, effimero, instancabile, giorno e notte.C’era un’odissea, apparentemente mai avvenuta, eppure cosi’ ben presente a tutti noi.C’era un denudarsi, improvvisato, che non era servito a niente.C’era un tavolo imbandito, abbandonato, e tutti gli affamati dietro alla rete, ad odorarne i profumi, sbavando come cani affamati.C’era qualcosa, li’, nell’ombra, chissa’.C’era, chi non ho ben capito e continuavo a chiedermi se, lui o lei, mi avrebbe capito mai.C’era un portico, senza batacchio ne’ serratura: era un indovinello, scoprii, attendeva solo la parola magica.C’era la stanchezza, la bellezza e la verita’: si guardarono negli occhi e risero, dalla disperazione.C’era un martire, votato martire, promosso sindaco: poi, una volta giunto al posto di comando, continuava a domandarsi perche’ mai fosse finito li’ e non sulla croce.C’era un tipo che una sera mi racconto’ queste storie, che ora ho appena raccontato a voi.