kairòs

Il tempo decisivo


   Meglio tardi che mai, no?   Il fatto  è che non si può aspettare oltre a scrivere qualcosa di pubblico dopo le ultime settimane, che hanno in comune un aggettivo: inquietante.  Sono le immagini che mi hanno impressionato, e questo può essere un bene, vuole dire che non sono state anestetizzato del tutto. la prima è quella della funicolare di Napoli, ricordate? Sparatoria camorristica all'esterno (tutto normale, tutto come al solito eh? Ciao ciao esercito...) un uomo, strano caso, un rumeno, un artista di strada, viene colpito a morte e si rifugia all'interno. Come uno dei migliori incubi di Buzzati (andatevi a leggere il suo racconto "Questioni ospedaliere" e capirete) la moglie cerca aiuto, urla, strepita, si agita, ma nessuno le da retta. Come se non esistesse. Il marito le muore sotto gli occhi e la gente bada alle proprie cose. Non è mica Milano, ragazzi: è Napoli. Dopo Gomorra, questo video ha fatto cadere l'ultimo luogo comune su questa città e questa gente. Nel mio cuore meridionale, qualcosa si è spezzato.  Ma non bastava, perchè poi è arrivata Neda: la ragazza iraniana uccisa durante le proteste a Teheran. Uno le guarda e poi dice: vabbè ma che ti aspettavi? Un tappeto di fiori? E invece no. Oggi sulla stampa c'è un articolo di Lucia Annunziata molto interessante: dice che Neda era insieme al padre. Che la guardia basij (gli squadristi iraniani che hanno contribuito moltissimo a falsare le elezioni) ha sparato dritto al cuore, da non molto lontano, con una certa sicurezza del risultato. Ha sparato alla ragazza, ovvio e nono agli altri vicino a lei.  Chissà cosa pensava mentre spalancava quegli occhi sul nulla. Spero pregasse e spero che Allah abbia ascoltato la sua preghiera e l'abbia accanto a sè, in questo momento.  Cos'è Neda? Una vittima delle macchinazioni straniere? Una martire? Forse. Per me è un segno, il segno del limite oltre il quale non puoi fare a meno di coinvolgerti in qualche modo. Dovunque, in qualsiasi misura, pensando davvero alle cose che contano, alla verità, a contribuire per raddrizzare la direzione sbagliata che tutte le cose paiono prendere. Penso molto a te, Neda, ma anche a tuo padre: che Allah (lo so, è il mio stesso Signore) lo guidi in questo momento orribile.   E così arriviamo ai referendum: tutto previsto, tutto accuratamente preparato in modo da non poter cambiare nulla, ancora una volta, pur rispettando le apparenze democratiche. Non voglio più essere suddito, che don Milani mi illumini: voglio essere un cittadino sovrano.