kairòs

Il piacere di scrivere


Paolo Nori, BASSOTUBA NON C'E', Feltrinelli, pagg.27-28 Dicono, quando tu dici Scrittore, dicono Bello! Sempre Bello! Dicono. Come se tutti i libri che hanno letto fossero belli. Ci sono, queste persone, che nella loro vita hanno incontrato solo della gente buona, hanno visto solo dei posti meravigliosi, hanno mangiato solo dei cibi squisiti. Allora ti dicono Bello!, quando gli dici Scrittore. Aspetta, gli dico, aspetta un attimo. Che va bene che ho detto scrittore, ma c'è scrittore e scrittore. C'è lo scrittore che ha pubblicato e quello che non ha pubblicato. Lo scrittore che non ha pubblicato bello una sega. Lo scrittore che non ha pubblicato Fatica. Lo scrittore che non ha pubblicato Nervoso. Bestemmie, lo scrittore che non ha pubblicato. E anche lo scrittore che ha pubblicato: aspetta, che ce ne sono diversi. C'è quello che ha pagato, per farsi pubblicare. Quello bello per niente. Quello Vanagloria. Quello Coglione. Lo scrittore che ha pubblicato: aspetta ancora. Lo scrittore che ha pubblicato, c'è quello che ha pubblicato dei libri, quello che ha pubblicato dei racconti. Quello che ha pubblicato dei racconti, bello, delle volte. Ma poi, quello che ha pubblicato dei racconti, vuole diventare anche lui quello che ha pubblicato dei libri. Vuole diventare lo scrittore che lo pagano, per pubblicare. Lì, forse, potrà anche essere bello. Prima Aspettare. Prima Stare in casa vicino al telefono. Prima Manie di persecuzione. Prima Sospetto che qualcuno ti abbia scassinato la cassetta delle lettere. Prima Viaggi nella città degli editori, a portare i dattiloscritti. Nei giorni più caldi dell'anno. Prima perché non telefona? Non gli è piaciuto? Prima Invidia. Prima Soldi zero. Prima. Dopo, forse, bello. E allora, dicono, cosa scrivi a fare? Non lo, gli rispondo. Allora pensano Che vita, che fai. Ma non dicono niente, per delicatezza.