Creato da der.Adler il 08/09/2010
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Post n°6 pubblicato il 20 Settembre 2010 da der.Adler

happé par le chant des sirènes...

Metti le cuffie e clicca QUI


 
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Post n°5 pubblicato il 19 Settembre 2010 da der.Adler

E mi parlò di un giovane che era innamorato di una stella. In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva, o credeva di sapere, che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo.
Considerava suo destino amare senza speranze un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore.

Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella.

Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a guardar la stella ardendo d'amore. E nel momento di maggior desiderio fece un balzo e si buttò nel vuoto per andare incontro alla stella.
Ma, nel momento stesso del balzo, un pensiero gli attraversò la mente: no, è impossibile!
Così cadde sull'arena e rimase sfracellato.

Non sapeva amare. Se nel momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente nel buon esito, sarebbe volato in alto a congiungersi con la stella.

[Herman Hesse – Demian]

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Dedicato a me, affinché io non perda MAI la fiducia in me stesso, al di là delle opinioni di chiunque!

Per me, in modo che io abbia sempre il coraggio di percorrere i sentieri della vita... e la saggezza di non chiedermi MAI dove conducano


 
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Post n°4 pubblicato il 19 Settembre 2010 da der.Adler

...drei, zwei, eins... AUS!

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Ancora qualche metro e sono in cima. Finalmente potrò vedere cosa c'è dietro l'Orizzonte, scoprire qual è il Segreto custodito dalla Curvatura.
Ecco: la prima mano è sulla vetta, ora anche la seconda... ancora qualche centimetro e...

- Ehi... ma laggiù è tutto grigio!
- Cosa vedi?
- Una valle grigia circondata da vette torreggianti, massicci imponenti sui quali la luce sembra rimbalzare, fuggire via spaventata dall'orrore che assedia questo luogo. L'erba è grigia, gli alberi cinerei, il cielo plumbeo... ma che posto è questo?
- Vuoi tornare indietro?
- Indietro dove? Io non vengo da nessun posto.

C'è un sentiero che conduce in quel luogo. Lo percorro, scendo in quella valle senza vita, incedo fra quegli alberi morti, calpesto quell'erba fatta di cenere.
C'è qualcosa che scricchiola sotto i miei passi: è vetro!

- Qui è pieno di scaglie di vetro: piccole lamine di cristallo colorato, fragili e sottili.
- Erano ali.
- Ali?
- Le ali della Fate che hai ucciso!
- Perché mi hai portato qui?
- Guarda! Quelle erano le ali di Licia. Le riconosci?

Ne raccolgo alcuni pezzi, cerco di incastrarli per ricomporre la figura che fu.

- C'era un disegno su queste ali: ma... è un simbolo antico, lo riconosco! Oddio, Licia è morta!
- Licia ha altre ali ora. I pezzi di vetro che hai fra le mani sono soltanto i resti di quelle che lei ti aveva donato, stolto!
- Portami lontano da qui.
- Laggiù c'è quello che resta di Francesca.
- Francesca non aveva ali.
- Davvero? Raccogli quei frammenti, mettili assieme. Cosa vedi?
- No! Non voglio vederlo! So cosa c'era disegnato su quelle ali: impazzirei se vedessi il suo volto infranto. Bastano le sue lacrime per lacerare ogni fibra della mia anima.
- Lì c'è Milly: sulle sue ali c'erano i suoi delfini, ricordi?
- Basta così.
- Quelle invece sono le ali di Claudia. Rimettine insieme i pezzi e leggerai i suoi racconti, quelli che lei ti aveva dedicato. "Ogni mia parola è una tua parola", ricordi?
- Custodisco quei racconti come una delle cose più preziose cha abbia mai avuto. Sono sempre lì, nella sua busta, quella gialla.
- E laggiù c'è...
- Laggiù non c’è più nulla.
- Laggiù ci sono Claire, Daniela, Christiane...
- Ma cosa dici? Non c'è mai stato nulla tra me e loro.
- Appunto... vedo che inizi a capire. E' stata la tua indifferenza ad ucciderle!

Vago solitario per quella pianura devastata. Lo scricchiolare del vetro sotto i miei passi mi trapassa come lame roventi conficcate in un cuore fatto di ghiaccio.
Sento il rumore dell'acqua sul bagnasciuga. C'è il mare! No, è un lago: grigio, pesante come l'aria che mi schiaccia, un'atmosfera carica di misantropia, gravida di nefandezze.
Mi siedo lì, per terra, su quella riva sepolta da strati di sofferenza, i gomiti puntati sulle ginocchia e la testa fra le mani, ed attendo che quel lago torni a colorarsi di azzurro.

E' pomeriggio, almeno credo. Qui non c'è il sole, la luce non è come noi la conosciamo.
Devo aver dormito qui, sulla riva del Grande Lago Grigio, prostrato e incapace di reagire a quella pioggia infernale che stanotte mi ha travolto, annichilito da milioni di schegge di vetro impazzite, lamine aguzze e feroci che hanno macellato gli ultimi frammenti della mia parvenza umana.
Altre Fate sono morte questa notte, il cielo ha pianto su di me le scaglie delle loro ali rotte. Non so chi le abbia uccise.
Ho sentito il loro dolore... e quel dolore mi sta cambiando in qualcos'altro.

Un tempo seguivo le Antiche Armonie: avevo imparato ad ascoltare i Pensieri del Bosco, compreso come intrecciare la mia Essenza con il Respiro della Natura, capito come nutrire la profondità del mio Essere.
Ora sono dove si materializzano gli effetti devastanti di un'esistenza incenerita da scelte sbagliate, nel luogo in cui ci si ricongiunge con ciò che si è stati capace di distruggere, alfine.

Forse ho smesso di credere nelle mie stupide fiabe...

Mi sono immerso nel Grande Lago Grigio, un liquido simile a mercurio ha sfiorato la mia pelle senza bagnarla, rigenerandola dalle ferite della notte.
Ora sono ancora qui, sulla sua riva spenta, in attesa che il cielo torni a lapidarmi con i resti di altre Fate morte.

So che c'è un posto simmetrico a questo, da qualche parte, fatto di Colori e Suoni e Girotondi di Bambini, ma ora non posso andarci, non c'è nulla di mio lassù e questo mi impedisce di trovare la via che lì conduce.
Vorrei trovarla, in futuro, o quanto meno riuscire ad evadere da questo mondo appeso tra l'Esistere ed il Subire...

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Alla fine ha prevalso l'istinto di conservazione, della MIA conservazione, e ho reciso quei legami assurdi in maniera definitiva, irreversibile.
E' molto doloroso separare due anime intrecciate, è come infilarsi una mano nel petto e strapparsi il cuore.
E ora mi sento come un puntino nero in una grigia immensità, una vastità sempre uguale a sè stessa, una prigione sterminata senza né pareti né sbarre, una cella dalla quale è impossibile evadere perché è infinita.

Come si fa ad evadere dall'infinito?

 

 
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Post n°3 pubblicato il 12 Settembre 2010 da der.Adler

Ci sono storie, raccontate intorno al fuoco, le cui parole ghermiscono la mente dei bimbi.
Ci sono racconti, narrati in libri proibiti, così agghiaccianti da far inorridire chiunque.
Ci sono fiabe che rasserenano l'anima, altre invece la terrorizzano,

ma c'è una strana storia...

...una storia arcana che non può essere narrata né ascoltata. E' scritta in un Linguaggio Antico, una Grammatica Primordiale che segue regole scolpite nel vento, principi cesellati in un respiro, in mille pensieri che danzano al chiaro di luna...

...una storia misteriosa fatta di componenti che s'incastrano in modo così perfetto da sembrare diabolico, travolgenti successioni di attimi ribelli che urlano di essere vissuti, momenti in cui la magia filtra attraverso le anime...

...una storia incomprensibile che ricama trame seducenti, intrecci avvincenti che soffocano la logica, alterano gli equilibri e lasciano spazio solo ad istinti profondi, intensi...

Legami molto intimi, vincoli che è estremamente doloroso recidere e sadicamente autolesionista mantenere.
Che si fa? Boh...
Va bene, vado a buttarmi nel fiume, ma non prima di aver preparato uno dei miei mitici frullati. Ci si suicida meglio a stomaco pieno :-)


 
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Post n°2 pubblicato il 11 Settembre 2010 da der.Adler

to be a rock... and not to roll

 

 
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