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Il calvario di Ctm


    Gli uomini mutano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui si modificano i loro interessi.    (Arthur Schopenhauer)  di RedazioneSardegna Quotidiano ci ha fatto un bel regalo. L’articolo di Enrico Fresu,  “L’universo CTM – Partiti, consulenze e stipendi d’oro” (l’aggiunta di “grembiulini” non  avrebbe però guastato) è un capolavoro. Finalmente qualcuno trova tempo e coraggio per cominciare ad accendere un faro sulla gestione, gli affari, i conflitti di interessi, le parentopoli e i conti del Ctm. Se ne leggono delle belle oggi. Speriamo si vada sempre più in profondità, perché gli argomenti, gli intrecci di potere e le felici triangolazioni che ruotano da oltre 10 anni intorno al Ctm andrebbero raccontati per benino. Anche solo per una ragione: togliere l’alibi all’invertebrata classe politica locale. La stessa che fino ad oggi ha chiuso gli occhi fingendo di non sapere quanto accadeva in Ctm e nelle sue galassie. Di far finta di non conoscere, ad esempio, quanto pesava la busta paga del direttore generale di Ctm, Ezio Castangia (oltre 220mila euro lordi, senza contare altre fonti di reddito), ma anche quelle non certo da fame dei dirigenti della società. In proposito torna alla mente quanto ha detto recentemente  il sindaco del Comune di Cagliari (ovvero il maggiore azionista di Ctm), Massimo Zedda, nell’ultima puntata di Ballarò. Ricordate? Rispondendo a Bondi, che millantava il “calvario” di Berlusconi, Zedda ha giustamente replicato che ben altri sopportano il calvario e vivono di stenti, mai oltre le proprie possibilità. E ci raccontava anche dei precari, così come della pensione da 500 euro di sua nonna. Bene, allora la domanda è scontata: intende fare qualcosa il sindaco di Cagliari per ricondurre le retribuzioni dei vertici di Ctm a valori un tantino più consoni ai tempi che corriamo e alla miseria galoppante? Se pensiamo che questi signori, strapagati, hanno anche il coraggio di ricorrere alle agenzie interinali per assumere il personale a tempo che occorre volta per volta alla società (bisognerà aprirla prima o poi una finestra su queste agenzie di lavoro che "procurano" interinali ad enti pubblici e società a partecipazione pubblica, giusto per raccontare come funzionano e come si "arruola" il personale...) , coi contratti da fame che potete bene immaginare, viene quasi da piangere.  Se non per lei e per noi, caro Zedda, lo faccia almeno per i precari. Ed anche per la pensione da 500 euro di sua nonna, ci andrebbe bene ugualmente  (SEGUE QUI!