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L'annunciato crollo della Torre di Scala 'e Sali e la conservatoria del Cacao Meravigliao (2^ Parte)


"Sao come se fao la marmellata con frutta zuccherata e un po` di liquorao / e sao come si fao la cioccolata con una mescolata di zucchero e cacao con tre gustao / delicassao, spregiudicao e depressao / cacao meravigliao che meraviglia sto cacao meravigliao...."(Renzo Arbore, Claudio Mattone, Paola Cortellesi: sigla di “Indietro tutta!”(la prima parte dell'inchiesta QUI!)Ora torniamo al primo filmato, quello targato “Novas” (che, non so perché, mi ricorda tanto – dal punto di vista logistico, figurato e organizzativo –  l’episodio della Supercazzola del Servizio Torri in “Amici miei – Atto II”, qui) e concentriamoci sulle dichiarazioni di Battista Grosso, docente di Geotecnica del Dipartimento di Geoingegneria dell'Università di Cagliari (ricordo che l’intervista è stata realizzata nei pressi della torre di Scala ‘e Sali, mercoledì 25 gennaio 2012), il quale esordisce così: “Questa collaborazione con la Conservatoria delle coste va avanti dal 2009, anno in cui abbiamo iniziato l’analisi delle condizioni di stabilità delle coste, delle falesie in cui sono costruite le torri costiere. Da quell’anno abbiamo iniziato un monitoraggio, in particolare di questa condizione, condizione che però si è aggravata nelle ultime settimane, ad iniziare da novembre/dicembre (2011, ndr)”. “D’altra parte – conclude Grosso – si deve però anche dire che una condizione del genere era naturale, ed è naturale che evolva verso condizioni via via peggiori di stabilità fino al prevedibile crollo”. Già, "prevedibile, ma resta da capire quanto prevedibile. Perchè se era prevedibile - e lo era da tempo - verrebbe da chiedersi perchè nel corso degli anni non si è privilegiata, da subito, l'ipotesi dello spostamento della torre. Sulle dichiarazioni successive, quelle rese da Alessio Satta, direttore esecutivo della Conservatoria delle coste, possiamo pure sorvolare, nulla aggiungono rispetto a quelle contenute nel filmato che abbiamo già analizzato. Cosa ricaviamo da questo filmato? Vediamo:Che già dal 2009 era in atto una “collaborazione” tra la Conservatoria delle coste e il DIGITA dell’Università di Cagliari (Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali);Che dal 2009 il DIGITA si è occupato di analizzare e monitorare le condizioni di stabilità delle falesie in cui sono “costruite” le torri costiere;Che nel novembre/dicembre 2011 le condizioni della falesia in cui insiste la torre di Scala ‘e Sali si sono aggravate;Che il DIGITA era consapevole del naturale peggiorare della situazione di stabilità, fino al prevedibile crollo.Ora l’ultimo filmato, quello trasmesso dal TG di Videolina dell’8 aprile 2011. La trascrizione delle parti più rilevanti del servizio televisivo  è la seguente:  “La prima immagine che salta agli occhi nel vedere lo stato delle 4 torri costiere della Marina di San Vero Milis è quella del degrado. Non da oggi, visto che sono molti anni che si parla del loro recupero. Ereditate dall’età spagnola rappresentano un patrimonio storico, monumentale e paesaggistico della costa oristanese, ma la realtà è che stanno cadendo a pezzi. Una, quella di Scala ‘e Sali, si regge praticamente a mezz’aria e rischia di finire in mare dopo che l’erosione ha scavato la roccia sottostante. Per la loro tutela e salvaguardia c’è un progetto della Conservatoria delle coste, che riguarda le torri costiere anche di altri comuni sardi, che procede a piccoli passi”.Siamo alle battute finali. Questa piccola inchiesta, con la documentazione finora raccolta e qui prodotta, così come l’evidenziazione delle date e dei contesti, le contraddizioni, la cronologia degli eventi, gli annunci roboanti, le facili promesse, gli impegni mancati e anche, in ultimo, il tentativo di giustificare i fatti come “inevitabili”, di se per se è già bastevole per farsi una precisa idea sulle responsabilità del crollo della torre di Scala ‘e Sali, o quanto meno sulla qualità e tempisto degli interventi. Chi avrebbe dovuto fornire spiegazioni dettagliate – dopo il crollo della torre – che andassero ben oltre alle liquidatorie o superficiali battute di circostanza propalate a disattenti e svogliati media, non l’ha fatto.  La nostra opinione – pensiamo più che abbondantemente suffragata dai fatti – è che da questa vicenda la Conservatoria delle coste (ma anche che il Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali dell’Università di Cagliari), non ne escano tanto bene, o quanto meno come avrebbero preferito. Da questa vicenda i teorici del marketing potrebbero prendere utili spunti per dimostrare ancora una volta che le invenzioni  – stile Cacao Meravigliao – stanno diventando parte di un immaginario che cerca di accreditarsi come autorevole e attendibile, ma che nei fatti si dimostra spesso fallace. Insomma, fumo negli occhi. Tutto questo a dimostrazione di una regola: che servono almeno tre elementi per rendere verosimile una cosa: nel prima, nel mentre e nel dopo. Eccoli: Che si abbia una funzione e/o un incarico (meglio se istituzionali) da cui richiamare la curiosità dei media; Che se ne parli in ogni occasione utile a sedurre l’uditorio con facili  promesse; Che se ne spieghi il meno possibile, soprattutto a chi potrebbe metterti in imbarazzo con qualche domanda appropriata. Già, le domande.  Da rivolgere al direttore esecutivo della Conservatoria delle Coste, Alessio Satta. Domande che non possono essere taciute, tanto più oggi e per quanto scritto sopra. Sono interrogativi che, oltre a quanto già spiegato dall’evidenza dei fatti, potrebbero chiarire ancor di più la vicenda e i diversi livelli di  responsabilità. Sempre che non si voglia mettere ancora la testa sotto la sabbia, o chiudere la vicenda  con un “tutto va ben, madama la marchesa”.Noi ci proviamo, in attesa di risposte. Che saranno ben gradite.Prima che la Regione Sardegna delegasse alla Conservatoria delle coste il compito  di provvedere al recupero, conservazione e valorizzazione di buona parte delle torri costiere (2008), Lei era a conoscenza dello stato in cui si trovava la torre di Scala ‘e Sali e di quello della sottostante falesia? Era consapevole della difficoltà dei compiti affidati e dell’urgenza di provvedervi? Che cosa l’ha portata (e perchè) ad affermare pubblicamente, con certezza, sul finire del 2009, che i lavori di recupero e conservazione della torre di Scala ‘e Sali sarebbero finiti entro il 2011?Ad oggi, quante e quali torri costiere sono state recuperate dalla Conservatoria delle coste dopo la delega ricevuta nel 2008? Qual è lo stato dei lavori?In base a quali atti e/o procedimenti concorsuali ad evidenza pubblica è stata affidata nel 2009, al DIGITA dell’Università di Cagliari, la stesura della relazione geotecnica di consolidamento statico dell’emergenze geologiche, finalizzata a garantire la stabilità delle torri? Quale il suo costo?Qual è lo stato delle restanti 8 torri costiere ricomprese nel progetto definitivo di recupero approvato nel dicembre del 2009? C’è un nuovo rischio crolli?In cosa consistono gli interventi di valorizzazione delle torri costiere? Cosa ha fatto a  tutt’oggi la Conservatoria delle coste, per quali torri e con quali costi?Dei 2milioni e 500mila euro che la Regione ha stanziato nel 2008 per il recupero, conservazione e valorizzazione delle torri costiere, la Conservatoria delle coste quanto ha speso (liquidato) e per cosa?Il progetto esecutivo di recupero e conservazione delle torri costiere (dicembre 2009) è stato redatto e approvato tenendo conto dello stato delle falesie e del rischio cedimento? E' vero che questo progetto contemplava già gli interventi di consolidamento della falesia? Sono stati fatti, nel corso degli anni, tali interventi? Dal momento dell’approvazione del progetto esecutivo di recupero e conservazione delle torri costiere (dicembre 2009) e fino alle emergenze segnalate nel novembre/dicembre 2011, quali interventi la Conservatoria delle coste ha messo in atto nella torre di Scala ‘e Sali?La Conservatoria delle coste ha commissionato a qualche media campagne pubblicitarie, di comunicazione o informazione sull’intervento di recupero, conservazione e valorizzazione delle torri costiere? Eventualmente, a quali soggetti e con quali costi?Il 25 gennaio 2012, in una intervista rilasciata all’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu Lei afferma: “…da quando questa emergenza è stata segnalata…”. Chi ha segnalato l’emergenza?Nella stessa intervista Lei afferma che stante i crolli del mese precedente si è dovuto cambiare in corsa il progetto di salvaguardia della torre. La Conservatoria delle coste non aveva già da tempo gli elementi utili in mano per provvedere al riguardo? Ad ogni modo, chi ha redatto il nuovo progetto e in cosa si differenziava rispetto al precedente?Sempre nella stessa intervista Lei affermava che i lavori, indispensabili, derivanti da questa “nuova” emergenza sarebbero partiti due giorni dopo (il 27 gennaio 2012) e che sarebbero consistiti nella cerchiatura della torre e nell’installazione di tiranti ancorati a dei contrappesi. Poiché nulla risulta in merito, ci spieghi: i lavori sono mai partiti? Quando? Chi gli ha corrisposti? Quanto sono costati? Lei sostiene di avere proposto la soluzione di arretramento della torre di Scala ‘è Sali e che la decisione ultima era in mano al ministro dei beni culturali. Quando avrebbe avanzato, ufficialmente, questa proposta? Il ministro, da chi è stato interessato? Quando?Il 25 gennaio 2012 Battista Grosso (docente di Geotecnica del Dipartimento di Geoingegneria dell’Università di Cagliari) afferma che con la Conservatoria delle coste è in atto una collaborazione che va avanti dal 2009. Si tratta di una semplice “collaborazione” sui generis, oppure di un incarico vero e proprio a titolo oneroso? Come è stato conferito? Sempre Battista Grosso afferma che la “collaborazione” consiste nell’analisi delle condizioni di stabilità delle falesie in cui sono costruite le torri costiere. Ebbene, queste analisi, iniziate dal 2009, che cosa avevano evidenziato (e quando) per la torre di Scala ‘è Sali?Ha mai avvertito la necessità di informare la Giunta regionale sul rischio di non riuscire ad assicurare, per tempo, gli interventi che erano stati delegati alla Conservatoria delle coste per il recupero, conservazione e valorizzazione delle torri costiere?Dopo il crollo della torre di Scala ‘e Sali la Conservatoria delle coste ha indetto una conferenza stampa o almeno emesso un comunicato stampa? Ritiene, sulla scorta della documentazione da noi prodotta e degli interrogativi sollevati, di non avere fatto, tanto più con la celerità del caso, tutto quello che era possibile per evitare il crollo della torre di Scala ‘è Sali?Ha mai preso in considerazione, a seguito del crollo della torre di Scala ‘e Sali, di dimettersi dall’incarico di direttore esecutivo della Conservatoria delle coste?