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Giorgio Mazzella, editore senza macchi(n)a e paura. Del ridicolo.


I lavoratori di Sardegna Uno non ricevono lo stipendio da tre mesi, si mettono in sciopero e manifestano in piazza. Giorgio Mazzella, editore di Sardegna Uno, questa mattina ha dato il meglio di se stesso. Alla giornalista Rai, Carla Frogheri, che lo intervistava ha detto: "Cosa devo fare per pagare gli stipendi? vendermi la macchina?" La giornalista fa notare che i giornalisti lavorano senza stipendio e Mazzella, infastidito, risponde: "Cerchi di fare il suo mestiere ma non esageri". Ecco, caro Mazzella, cerca di non esagerare, tu per primo. Comincia a vendere la Jaguar e l'elicottero, paga gli stipendi e poi ne riparliamo.   Abstract: Sardegna 24, 7 gennaio 2012Sarebbe interessante capire in che modo il Giorgio Mazzella banchiere abbia gestito e impiegato la marea di soldi pubblici che la Regione di Ugo Cappellacci ha versato al Giorgio Mazzella editore. Com'è noto, in Sardegna non esiste una legge specifica per il sostegno all'editoria: i fondi pubblici sono stanziati e suddivisi a discrezione del governatore, che propone di volta in volta alla giunta quanto e a chi concedere i denari. Per la pubblicità istituzionale, invero, vanno seguiti alcuni criteri specifici. Che sono però proposti dal presidente della Regione e approvati dalla giunta. Ben si capisce che in un sistema del genere, l'arbitrio gioca un ruolo preminente. E infatti, la gran parte degli approvvigionamenti di denaro pubblico immessi nel comparto editoriale sardo, finisce smaccatamente nelle casse del duo composto dallo stesso Mazzella e dal tycoon in salsa burcerese Sergio Zuncheddu, imprenditore-editore e patron di Videolina, Radiolina, Tcs, Unione sarda e di Pbm, che si occupa di raccolta pubblicitaria.Qualche cifra. Tra la fine del 2010 e lo scorso anno, Sardegna Uno ha incassato dalla Regione oltre 650mila euro. Esattamente la metà rispetto ai versamenti effettuati sui conti correnti del gruppo di Sergio Zuncheddu, campione indiscusso con un milione e 200mila euro. Solo 323mila euro, invece, per La Nuova Sardegna. Solo per la messa in onda della trasmissione istituzional-propagandistica ideata da Tcs e subito sposata da Cappellacci, "Novas", l'emittente di via Venturi ha ricevuto poco più di 280mila euro. Una cifra di tutto rispetto ma alquanto inferiore ai 626mila euro finiti nel conto corrente di Sergio Zuncheddu, che comprendono non solo la messa in onda di "Novas", ma pure le spese di stampa e distribuzione con l'Unione sarda della versione cartacea. Finita qui? Macché. Perché prima di andare in onda, la trasmissione televisiva va realizzata. A chi l'arduo compito? A Tcs, appunto.L'emittente di Zuncheddu invia una proposta alla Regione e la presidenza, nel tempo record di ventiquattrore, approva il progetto e contestualmente accorda un esborso totale di 200mila euro per la realizzazione di ben 59 puntate. Peccato che la maggior parte del lavoro sia svolto tra le mura della Regione dai professionisti dell'ufficio stampa della presidenza. A Tcs rimane il duro lavoro di montaggio dei servizi già chiusi, le luci, la conduzione, la collaborazione del giornalista Antonello Lai. E soprattutto 200mila euro in cassa senza nemmeno il disturbo di una gara ad evidenza pubblica: tutto assegnato per via diretta da Cappellacci al gruppo Zuncheddu. La Regione-editore. Fin qui la "comunicazione istituzionale". Per le case editrici sarde -- fortunatamente numerose e nella maggior parte dei casi in buona salute -- il discorso cambia. Perché in questo caso la discrezionalità del presidente della giunta è pressoché totale.Di tanto in tanto, Cappellacci propone, la giunta approva e la Regione spende. L'ultima ripartizione di fondi pubblici in favore delle case editrici isolane risale al23 dicembre scorso. Tra le varie voci, 32mila euro finiscono nelle casse di "Isola editrice" per la stampa del volume fotografico "Sardegna -- Un anno di feste". Ma l'esecutivo ha pure trovato il tempo per finanziare con 35mila euro la realizzazione di una rubrica televisiva "con le modalità del talk show", animato dagli emigrati, dall'evocativo titolo "Nati sardi". Senza dimenticare, nel recente passato, i100mila euro dati al Maestrale per la ripubblicazione del volumedi Giovanni Lilliu "La civiltà dei sardi", i 30mila concessi all'Autorità portuale di Cagliari per un'opera sulla storia del porto dall'Unità ai giorni nostri, i 40mila finiti alla Madriké per l'edizione speciale del libro "La modernità del pensiero di Giuseppe Mazzini" e i 50mila euro per la "Sintesidella storiadi Sardegna" di Francesco Cesare Casula. La Regione è alquanto generosa pure con le case editrici nazionali, come Donzelli, che per pubblicare il libro "La Sardegna nel Risorgimento" ha ottenuto 45mila euro. Pablo Sole