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Quattrocentosessantaduemiladuecentoquaranta minuti. E un vaffanculo.


Ebbene sì, alla Provincia di Cagliari hanno aspettato 462.240 minuti per  liquidare quanto ancora mi si doveva per le prestazioni di ufficio stampa, terminate con il brutale e subdolo licenziamento in tronco dello scorso 11 gennaio. E non so se abbiano versato i contributi INPGI, cosa di cui dubito. Trecentoventuno giorni hanno impiegato per liquidarmi poco più di 900 euri. E in tutto questo tempo, sapendo che ne avevo bisogno - non per andare in discoteca ma semplicemente per mangiare - l'amministrazione di centrosinistra si è fatta trombetta di cortesi richieste, raccomandate e, in ultimo, diffide. Il tempo era tutto impegnato per portare lo stipendio del direttore generale a 263mila euri, più di quello che prende il presidente Obama. Era impegnato, il tempo di lorsignori, con patetici consigli provinciali e ridicole conferenze stampa, quelle da cui strapparsi le vesti con la proclamazione dello stato di crisi occupazionale del territorio provinciale. Era impegnato, il tempo, a denunciare la precarietà del lavoro e l'avanzamento dello stato di povertà nella popolazione. Che a loro piace tirare fuori ad effetto i numeri della miseria, dimenticando di esserne, in parte, loro per primi, colpevoli. Ed erano impegnati, loro, a spendere e spandere denaro pubblico: centinaia di migliaia di euro, per sagre strapaesane e per contributi più vari, finanche allo show delle Frecce Tricolori, notoriamente attività sportiva meritoria di sostegno. Insomma, erano tutti impegnati a farsi belli dimenticandosi del culo dei poveracci, tra un rimborso spese e l'altro, magari anche quelli per la borsa in pelle dell'assessore in perenne trasferta.  Se sono fottuti, allegramente, per oltre dieci mesi, di chi ha sempre e solo fatto il proprio dovere, rispondendo sempre e solo alla propria coscienza e alle regole della professione, di chi si era rifiutato, più di una volta, di iscriversi al club dei lecchini, delle fidanzatine e a quello della marmellata, preferendo tenere la schiena dritta, la coscienza e le mani pulite. Quattrocentosessantaduemiladuecentoquarantaminuti. E un vaffanculo. Il mio.