tutta una vita

Meraviglio, il pastore (2 parte)


Guardandomi ora attorno, mi chiedo se ancora la meraviglia sia di casa.soprattutto se ancora è affinatala capacità di guardare agli avvenimenti (e alle cose) con il senso del mistero. Mi domando che ne sia della mia capacità di uomodi avere ancora desideri, speranze e attese di salvezza. Quella che mi permette di vedere nel Bambinoil Dio che irrompe nella Storia,(e di accoglierlo, abbracciarlo)  Son turbato dal pensiero che forse non sono sufficientemente bisognoso di Salvezza. La affido alle sicurezze che mi vengono dal possedere cose e dal non temere imprevisti, alle cose sempre uguali che si ripetono senza sorprese.  Il Natale celebrato nel benessere (ben-avere)mi ha tolto la gioia dell'attesa, la fatica di cercare, la sfida a cambiare. Soprattutto, non mi permette di vedere la salvezza in situazioni di disagio o sofferenza, di povertà o di piccolezza.  E allora desidero che tornino i “pastori”a insegnarmi come accoglier “la lieta novella”Ma soprattutto a dar “Carne, Volto e Cuore”a quella parola: “Emmanuele”