tutta una vita

LA VIA DELLA SOBRIETA'


“Le nostre cose le abbiamo avute in prestito. Se incontriamo qualcuno più povero di noi, vanno restituite a lui” (San Francesco)«Il nemico oggi non ci assale alle spalle, ma ci accarezza il ventre; non ci toglie la libertà con la prigione, ma ci riduce alla schiavitù del potere; non ci confisca i beni, ma ci arricchisce portandoci ad avere troppi beni; non taglia la testa, ma uccide l’anima con il denaro; non colpisce i fianchi, ma vuole il possesso del nostro cuore» (s.Ilario di Poitiers, 380 d.C.)."La voce del nostro mondo interiore viene impedita anche dal peso non immaginato della nostra vita materiale. La necessità economica e' un altro aspetto della nostra schiavitù. Si e' stanchi di fare il povero e si ha paura di diventarlo. Uno degli aspetti, il meno sopportabile dell'attuale conflagrazione, e' dato da questa paura e da questa stanchezza. L'invasione della materia, nell'un caso e nell'altro, e' un fatto. Nessuno intende propugnare una rinuncia ascetica, con relativo disprezzo di ciò che e' dono divino e relativa dimenticanza dei bisogni materiali dell'uomo. Ma la progressiva liberazione da essi, la rivolta contro la brutale riduzione di ogni cosa al fatto economico, la ricerca di una ragione morale per rimanere umili nella prosperità e sereni nelle sfortune, la stima di qualche cosa al posto del danaro, della produzione e del benessere, mi sembrano le prime parole che vanno pronunciate se vogliamo diventare umani e vedere con occhi umani" (don Primo Mazzolari).Si e' ricchi in proporzione alle cose di cui riesce a fare a meno. I maestri di saggezza orientali e occidentali hanno certo avuto opinioni diverse fra loro sulla natura dell'universo, ma tutti hanno raccomandato in modo sostanzialmente unanime di condurre una vita ispirata al principio della semplicità. Non può essere un caso. Traendo insegnamento dall'esperienza di generazioni passate, essi erano giunti alla conclusione che la via che conduce alla felicità difficilmente passa per l'accumulo di ricchezza. Lungi da una concezione di privazione, essi hanno fatto della semplicità una regola dell'arte di vivere. Nella tradizione classica, il contrario di uno stile di vita semplice non e' una vita lussuosa, ma piuttosto una vita dispersiva. Un eccesso di cose intasa la vita quotidiana, disperde l'attenzione, sperpera le energie e non permette di trovare il senso della vita. Il girare a vuoto e l'essere sommersi dagli oggetti inutili sono nemici della felicità. In definitiva la semplicità ha più a che fare con la dignità che con la morale, perchè il rischio dell'abbondanza e' l'annientamento di sé. (Gandhi)