Brevi dall'Africa

"IL TRADUTTORE DEL SILENZIO" di Daoud Hari (ed. piemme)


Torno su una delle peggiori crisi d'Africa, se non del mondo interoQuella del Darfur.Lo faccio paralando di un libro che sto leggendo in questi giorni e che consiglio davvero a tutti. No, non è un saggio, è un romanzo, e non è pesante e triste come l'argomento lascia supporre. A me sta piacendo tanto. L'autore, Daoud Hari che, originario del Darfur, ha vissuto diversi anni in un campo profughi, ha quella qualità tipica dei grandi scrittori, o, quanto meno, di quelli che piacciono a me, di parlare di tutto, anche di agghiaccianti tragedie, senza mai perdere il piacere del racconto, senza compiacersi nell'orrore, ma informandoti con garbo, con grazia, e spesso ti strappa anche un sorriso. Riporto un pezzettino dell'introduzione, che spiega, molto meglio di quanto saprei fare io, cosa sta succedendo in quella regioneSe sai trovare l'Egitto sull'atlante, da lì scendi e trovi il Sudan. La parte occidentale del Sudan si chiama Darfur (grande quanto la Francia)...quasi tutto piatto. Io vivevo lì con la mia famiglia prima che attaccassero il nostro villaggio di pastori...Dar significa terraFur è la popolazione che la governava nel 1500Forse saprai che in questi anni centinaia di migliaia (più di 300.000) di persone del mio popolo sono state uccise.Altri due milioni e mezzo conducono una vita dura nei campi profughi o si nascondono in valli desertiche.Ti spiegherò perchè sta succedendo.....Quanto al futuro....Se il mondo accetterà che il popolo del Darfur sia estromesso per sempre dalla sua terra e dal suo stile di vita, nuovi genocidi verranno, perchè saranno considerati un sistema che funziona.Non dobbiamo permettere che funzioni. Eh sì, non dobbiamo permetterlo.Scrivo per la gente del Darfur, per una donna speciale e i suoi tre figli, che sono in cielo, e per un uomo speciale e sua figlia in cielo, e per mio padre e i miei fratelli in cielo, e per quelli che sono ancora vivi e che potrebbero ancora avere una bella vita su questa terra.   Continuando l'introduzione racconta di sua zia, stimata guerriera, lottatrice per sport anche contro uomini, che batteva regolarmente.Ricorda come sua madre riuscì a salvare il gregge di famiglia tenedo lontani per due giorni e una notte un branco di leoni, solo con la forza della voce e battendo due bastoni.E questa è ancora soltanto l'introduzione, poi....però adesso basta, mica ve lo posso leggere tutto io! Ne parleremo ancora del Darfur, bisogna parlarne, per rispetto a tutti quelli che stanno soffrendo, di tutte le donne che sono state violentate e di tutti i trecentomila che adesso, come dice Daud, sono in Cielo.