Brevi dall'Africa

ADDIO, FRATELLO


Non inseguo la notizia d’attualità,   anzi al contrario quando si parla troppo di qualcosa tendo a disinteressarmene.  Aprendo il giornale faccio  lo slalom per evitare le notizie sull’ Alitalia, sul delitto di turno o  sulle ultime sparate di Brunetta. Ma stavolta devo fare un’eccezione. Un blog che parla d’Africa non può ignorare quello che sta succedendo in Italia, dopo gli ultimi episodi inquietanti  di  Milano e Castel Volturno , episodi che hanno in comune i difficili rapporti tra  uomini di origine africana e resto della popolazione.  Mi infastidisce parlare di cose che ancora non sono state pienamente ricostruite, perché c’è il pericolo di gettare fango su gente innocente,  cosa orrenda, che ho sempre rimproverato ai giornali, figuriamoci se ho voglia di farlo io. Ma le cose che scrivo sembrano accertate, leggetele però ugualmente con prudenza. Domenica  mattina,  bar della periferia di Milano,  Abdul Salam Guibrè,  un ragazzo italiano di origine africana (non suona meglio di quel “italiano di colore” che hanno usato tutti i giornali e telegiornali?”)  entra nel bar con  due coetanei ,  si impossessa di  un pacco di biscotti ed esce con gli amici senza pagarli.  I proprietari , padre e figlio, li affrontano, nasce una rissa, i due baristi  si armano di spranga, il figlio colpisce ripetutamente il ragazzo uccidendolo. Dalla ricostruzione dell’accaduto sembra che i due, oltre ad usare la spranga abbiano insultato pesantemente il ragazzo ed i suoi amici con frasi razziste… Il figlio si difende dicendo che il colpo di spranga era uno solo e lo ha sferrato  per liberare il padre accerchiato dai ragazzi. Dall’autopsia sembra invece che Abdul sia stato colpito più volte con molta violenza…. Troppo prolisso? Riassumo:  Un negro 19enne  è stato insultato ed ucciso a colpi di spranga per avere rubato un pacco di biscotti…..a Pretoria nel 1960? No! A Milano nel 2008!  Non confondiamo i due posti e i due momenti storici, in Sud Africa c’era razzismo, a Milano, a sentire giornalisti e Pubblico Ministero, sembrerebbe di no. A sentire loro, chiamare negro di merda un ragazzo mentre lo si colpisce a morte a colpi di spranga, non è razzismo.  Oggi  pensavo  alla sorella di Abdul, ai suoi amici, a tanti altri italiani negri che nei giorni scorsi sono scesi in piazza. Immaginavo che i loro pensieri dovrebbero essere più o meno questi:  “ Sento da sempre, dalla nascita essendo nato qui, sulla mia  pelle il disprezzo razzista di tanta gente, mi guardano male sugli autobus,  mi lasciano solo sui treni, se mi siedo su una panchina si spostano, a scuola ero  sospettato sempre per primo   se spariva qualcosa. Poi succede un episodio mostruoso e dolorosissimo come questo…..e sti italiani di merda (categoria alla quale dovrei appartenere anch’io, essendo nato qui)  mi negano  perfino la miseranda soddisfazione di riconoscere che esiste un diffuso atteggiamento razzista  nei nostri confronti, insomma, nemmeno la consolazione di un bacino sulla bua!"   E che cazzo! E concediamoglielo almeno questo! Non sarà stato un delitto razzista, ma sicuramente il razzismo c'entra eccome!  C’è il razzismo in Italia, ce n’è tantissimo, monta sempre di più, cresce la paura  che spinge poi ad azioni  imbecilli, insensate e terribili come questa.  Da un lato un ragazzo di appena 19 anni ci ha lasciato la vita, la sua famiglia lo piange disperata, dall’altra un padre ed un figlio sono in carcere e chissà per quanto tempo ci staranno, anche la loro vita e quella delle loro famiglie è  distrutta, e tutto questo per qualche biscotto. Ma che immensa stronzata che è il razzismo!Cliccando qui, http://lombardia.indymedia.org/?q=node/9006 trovate una lettera dei familiari di Abdul, chiedono solidarietà e affetto per affrontare il loro dolore. Ci invitano domani, alle 14,30 ad una manifestazione a Milano. Addio, fratello Abdul, che tu possa essere felice lì, dove ti trovi ora!