Brevi dall'Africa

NKRUMAH: da eroe di liberazione a tiranno, andata e ritorno (Ghana, parte prima)


E’ una nazione importante il Ghana, molto importante.Non per  dimensioni,  più piccola dell’Italia, non per la popolazione, poco più di 20 milioni di abitanti. Non è insomma la geografia a farla grande, ma la storia, passata, presente e, speriamo, futura.Per il passato remoto,  il  Ghana ha visto nascere uno dei più importanti imperi africani, quello  Ashanti.  Colonizzata dagli inglesi, che la chiamano  “Costa d’oro” , diventa triste protagonista nella tratta degli schiavi: il celebre castello degli schiavi di Cape Coast,  citato in molti celebri film  sull’argomento (ad es, Amistad),  si trova proprio sulle coste ghanesi.  Qui, milioni di africani, dopo essere stati catturati, quasi sempre da altri africani,    venivano radunati in attesa di essere stipati sulle navi per il continente.Nel 1800 il commercio di uomini viene sostituito da quello del cacao che diventa la principale se non unica coltura del paese. Il Ghana ancora adesso è uno dei primi produttori di cacao mondiali.Ma è grazie ai Big Six  che questa nazione diventa una delle più importanti d’Africa. Non sono una jazz band, come il nome e la foto potrebbero fare pensare, ma sei uomini appartenenti alla borghesia nera del luogo, resi grandi soprattutto dagli stessi inglesi che  involontariamente  gli conferirono fama e prestigio  arrestandoli  più volte. I magnifici sei ghanesi sono, in oridine da sinistra a destra nella foto, il dott Kwame Nkrumah,  il  Sig. E. Obtsebi Lamptey;  il sig.  Ebenezer Ako Adjei , il sig.  William Ofori Atta (detto Paa Willie), l’avv. Dr. JB Danquah;  e il sig  Edward Akuffo-Addo.I Big Six guidarono il dissenso popolare contro l’Inghilterra, reso acuto  dallo scontento dei reduci ghanesi della seconda guerra mondiale, nella quale avevano combattuto per gli inglesi.  Fondarono il partito UGCC e, il 6 marzo 1957,  grazie anche alla loro politica e alla loro popolarità, il Ghana, primo tra gli stati dell’Africa nera, ottenne il riconoscimento dell’indipendenza. La presidenza andò ad uno dei sei, il più intraprendente,  Kwame Nkrumah, che nel frattempo aveva fondato un altro partito,  il CPP, più popolare e radicato nel paese. Primo paese libero ma anche primo paese gestito da un big men, visto che Nkrumah, presidente e primo ministro,  ben presto si trasformò in uno dei tanti dittatori di questo continente.  Quest’uomo molto controverso, aveva un sogno panafricano, una grande confederazione di stati (nella quale ovviamente la sua nazione doveva svolgere un ruolo predominante) che avrebbe permesso al continente di affrancarsi dall’influenza degli stati occidentali, come da quella dei paesi comunisti. Questa sorta di terza via, portò alla definizione di “terzo mondo” (un po’ come la borghesia, terzo stato) che però presto  diventò un termine dispregiativo, visto che questa terza via si rivelò in realtà un vicolo cieco. Comunque sia questo sogno condiviso da altri grandi leader africani e non, come Fanon, l’imperatore Selassier, Keniatta, e molti altri portò alla nascita dell’OUA, Organizzazione dell’Unità Africana.Anche per dare spazio a questo sogno e per far crescere il proprio prestigio nell’organizzazione, Nkrumah si diede alla costruzione di opere faraoniche quanto inutili come un costosissimo palazzo nella capitale  per ospitare un vertice  dell’OUA. Ma ormai il presidente non sentiva più il polso del proprio popolo, la dilagante corruzione,  la  crisi delle piantagioni di cacao fecero il resto e nel 1966 Nkruma oltre al senso della realtà perderà anche il potere,  ad opera di  un golpe militare. Morirà 6 anni dopo in esilio, ma nonostante tutto, la sua fama in Africa è ancora immensa, tanto che un sondaggio della BBc condotto tra i propri ascoltatori africani, lo ha designato, uomo del millennio.