Brevi dall'Africa

STANNO TUTTI BENE......


Medici Senza Frontiere  ha lanciato in questi giorni sul suo sito una sfida che un blog sull'Africa non può non raccogliere. Presentando, come da 11 anni a questa parte,  il rapporto annuale sulle crisi dimenticate del 2009,  M.S.F. Italia ha invitato tutti coloro che hanno un profilo su facebook ad "adottare" una crisi. A scegliere cioè una delle dieci crisi presentate e creare un collegamento sulla propria scheda, partendo dal principio che se non si parla di un problema, il problema è come se non esistesse, i politici non saranno incoraggiati ad affrontarlo, ad investire risorse, a discuterne con altri politici (a metterlo in agenda, dicono quelli che parlano bene). E allora parliamone.Questo è  il link per collegarsi e leggere  l'intero rapporto.http://www.crisidimenticate.it/wp-content/files_flutter/1271848656Rapporto_crisi–dimenticate.pdfE chiediamoci anche perchè queste crisi non riescono a raggiungere le nostre case, le pagine dei giornali, le redazioni dei telegiornali. Molto interessante in questo senso è lo studio condotto dall'l'Università di Pavia in collaborazione con MSF su come i telegiornali italiani si occupano delle crisi internazionali. Una serie dettagliata di grafici mostra come, pur dando al termine "notizie di crisi" un significato molto ampio, che comprende anche tutte quelle notizie che non riguardano direttamente l'emergenza umanitaria (ad esempio le elezioni in Afghanistan, le dichiarazioni del Papa, i contrasti politici interni sull'intervento militare italiano ecc), lo spazio offerto dai telegionali a questi eventi nel 2009  è stato del 6 per cento.  In questo misero 6 per cento fanno la parte del leone solo due o tre delle gradi crisi umanitarie, sulla base di due ferree leggi dell'informazione: la prima è  la TENDENZA CATASTROFISTA secondo la quale l'evento drammatico deve essere intenso, rapido, rompere la routine, deve insomma iniziare e finire, come un terremoto, una bomba, un attacco suicida.La seconda che Serge Halimi, direttore di Le Monde Diplomatique, chiama la PREVALENZA DELL'OMBELICO, fotografa la tendenza  dei media a restringere i loro orizzonti informativi in direzione di una loro progressiva provincializzazione". Alla faccia della globalizzazione. In parole povere si parla di Afghanistan perchè ci sono i nostri soldati (o i nostri medici) 1632 notizie in un anno,  si parla molto di  medio oriente 1270, si parla di Somalia, 293 notizie, ma soltanto quando i pirati somali rapiscono uomini o navi italiane, come se fosse una crisi marinara,  o per commemorare Ilaria Alpi, non si parla quasi affatto di Congo, (9 notizie in un anno)  perchè, pur essendo sempre stata inserita, in tutti i rapporti annuali di MSF,  tra le prime dieci crisi più gravi del pianeta, in questo paese non ci sono militari nostri, la crisi avanza costante con morti e sfollati continui che non presentano picchi, per cui i telegiornali si permettono di ignorarla del tutto, come se non esistesse.Parafrasando Tornatore si può dire: "in Congo? Stanno tutti bene". Ancora peggio va con le  malattie tropicali, che mettono a rischio la vita di 400 milioni di persone (QUATTROCENTOMILIONI!!!!!!) e che non sono mai state oggetto di notizia di telegiornale in tutto il 2009, a fronte di uno strombazzamento irritante sui pericoli di influenze suine, aviarie e cazzate varie.  Imbarazzanti  i confronti  tra lo spazio dato alle crisi umanitarie  e quello ad altre notizie specifiche :  Briatore, Carla Bruni, Paris Hilton  o il caldo in estate ( che notizia!!!).