Frase molto comune dalle mie parti, chissà io stesso quante volte l'ho detta.Tra l'altro pensavo si dicesse mao mao (la u finale sicula in genere si traduce o, ma stavolta la u c'era anche nell'originale). Ma chi sono? non selvaggi, come pensavo io, ma una società segreta tipo carboneria, a base tribale: appartengono all'etnia KIKUYU, il gruppo etnico principale della regione. Su 5 milioni di Keniani un milione e mezzo sono Kikuyu. In Kenya gli inglesi avevano imposto una colonizzazione stanziale, come già in America ed in Sud Africa: deportazione dei nativi in riserve all'interno, terreni più fertili a coloni provenienti prima dal Sud Africa e poi direttamente dall'Inghilterra, chi non si vuole spostare viene privato di tutto, straniero a casa sua, costretto a lavorare nella sua terra a salario per i nuovi padroni. Già negli anni 20 nascono diverse associazioni a base etnica per rivendicare l'Huhuru: la libertà. Ecco, i Mau mau sono Kikuyu che si sono rotti le palle degli inglesi e decidono di combatterli militarmente. Fanno un giuramento che li impegna a lottare per l' huhuru, per riottenere le proprie terre e a non rivelare i nomi degli altri adepti. Il loro vero nome è "Esercito di liberazione della terra", sembra che il nome Mau Mau glielo abbiano in realtà dato i coloni. In un sito dei missionari della consolata http://www.missionariconsolataitalia.it/home_page.html ho trovato questo intervento di Silvana Bottignole da Torino (credo sia una redattrice della rivista) sulla lotta di liberazione dei Mau Mau. Spero mi perdonerà se riporto quasi interamente qui quello che ha scritto: ......essere vissuta in zona mau mau, ascoltando la storia scritta dai kikuyu, mi ha molto influenzata. Con i dovuti «distinguo», ho paragonato la loro lotta di liberazione al nostro risorgimento. (giuro che io li avevo paragonati alla carboneria, prima di leggere questa lettera! il conte) ......commentando "Un chicco di grano" di Ngugi Wa Thiong’o, scrivevo «Gikonyo e Mumbi, protagonisti del romanzo, portano i nomi che la tradizione kikuyu attribuisce ai progenitori della tribù e incarnano le sofferenze di un popolo umiliato e oltraggiato dalla dominazione coloniale, diviso e perseguitato durante l’emergenza mau mau, ma caparbio nel volere conquistare libertà e dignità». Purtroppo la violenza genera sempre morte e distruzione. Leggendo però le cifre al termine della rivolta, risultano morti: mau mau 10 mila; lealisti 2 mila; forze governative 534; europei 63; civili 32. . . Riepiloghiamo: i Mau mau hanno una fama terribile, autori di strage criminali e selvagge, eppure...... a conti fatti al massimo le loro vittime ammontano ad un centinaio di bianchi, poi ci sono i morti tra gli africani, circa 2500, mentre i morti mau mau sono 10.000 (le altre fonti dicono 20.000). Mi piace questo intervento, si vede da parte dell'autrice l'amore verso un popolo oltraggiato e offeso, chi scrive pur non avendo a disposizione prove, si rende conto che la versione ufficiale non sta in piedi: questi selvaggi cannibali e indemoniati sono morti a decine di migliaia, mentre le vittime eruopee sono relativamente poche. I veri martiri di questa guera sono proprio i suoi amati Kikuyu.Abbiamo detto che i mau mau sono guerriglieri resistenti; si nascondono nelle fitte foreste intorno al monte Kenya e colpiscono con mirate azioni di guerriglia ora i soldati inglesi, ora le fattorie dei coloni, ora gli africani "lealisti".La reazione degli inglesi contro di loro è spietata. Come sempre nella loro storia gli inglesi (vedi indiani d'america ecc..) si rivelano maestri nella propaganda, forniranno al resto del mondo un'immagine tremenda dei propri nemici, mostrandoli come selvaggi pericolosissimi, da domare o distruggere e trasformeranno lo scontro nell'eterna lotta tra il bene (loro) e il male (gli altri). E' questa propaganda a creare in occidente la terribile fama dei mau mau. La loro bestialità diventa proverbiale: “E a unni semu? ‘nmenzu ai mau mau?” si dice per indicare un ambiente ostile, pieno di persone incivili pronte farti la pelle… Dicevo che il bilancio di questa guerra parla di circa 10 mila-20mila morti. Se consideriamo che i mau mau nel momento di massima espansione erano 25mila…in pratica li hanno ammazzati tutti. Già così è terrificante. Ma …ma come hanno fatto ad essere così bravi ad ucciderli quasi tutti, a distinguerli dal resto della società, ad espiantarli chirurgicamente, bombe intelligenti? Un libro, uscito nel 2005, cerca di fare chiarezza su questo punto. Il titolo è assolutamente emblematico "Britain's Gulag" scritto da Carolina Elkins, una professoressa di storia all'Università di Harvard. La verità che sembra emergere dal libro la si può sintetizzare così. Gli inglesi, non potendo distinguere i mau mau dal resto della popolazione, mettono in atto un piano semplice ed agghiacciante: cosa si sa dei Mau Mau? Che sono di etnia Kikuyu. Benissimo, anche se non tutti i Kikuyu sono Mau Mau, c’è una consistente “Passive Wing” ala passiva, che non fa il giuramento ma sostiene dall’esterno i guerriglieri. Anche i vecchi, donne e bambini sono sospetti. E allora consideriamo nemici tutti i Kikuyu, arrestiamoli, interniamoli in campi di concentramento, affamiamoli, torturiamoli…. Ufficilamente, questi gulag made in english hanno una funzione riabilitativa, nel loro insieme sono chiamati dagli inglesi Pipeline, (conduttura). Dà l'idea di un percorso di purificazione, una sorta di raccapricciante e blasfema pantomima del sacramento penitenziale diviso in tre fasi: confessione, penitenza e redenzione.La prima fase è lo screening, l'interrogatorio. Ho letto da qualche parte che ancora adesso i locali non traducono questa parola, la pronunciano lentamente, s c r i n i n g, quasi per far capire l'orrore a cui è legata. Le sevizie che l'accompagnavano, spesso a sfondo sessuale anche contro donne e bambini sono davvero indicibili, e quindi non le dirò (le 120 giornate di sodoma sono superate....)A seconda della pena veniva assegnato agli internati un colore, bianco per i semplici fiancheggiatori, nero per gli irriducibili, e grigio per tutti gli altri. A seconda del colore cambiava l'entrata nella conduttura ed il destino finale. Verso la morte o verso la libertà. Per essere davvero considerati guariti però servivano anche le opere,, per cui dovevano essere disposti ad accusare altri compagni, o meglio ancora a collaborare alla caccia e alla cattura dei Mau Mau ancora nascosti nelle foreste intorno al monte Kenia. Infine c'è da dire che c'erano molte perdite in questi tubi. Si sa, nei campi di concentramento i prigionieri hanno la cattiva abitudine di morire, a migliaia, a decine di migliaia… a centinaia di migliaia. E sembra che nemmeno i Kenyoti abbiano fatto eccezione. L'autrice del libro pensa che siano almeno 2-300 mila i Kikuyu morti di fame, di freddo, di stenti e di violenze varie all'interno della Pipeline!Un vero e proprio genocidio di marca inglese, e per di più successivo alla seconda guerra mondiale. E poi ce la prendiamo coi turchi, ed a ragione, sia chiaro, ma….agli inglesi nessuno chiede conto di questa strage? Ma guardiamoli un po' più da vicino questi "selvaggi", almeno uno di loro, il più celebre di tutti.
MA A UNNI SEMU, 'NMENZU I MAU MAU?
Frase molto comune dalle mie parti, chissà io stesso quante volte l'ho detta.Tra l'altro pensavo si dicesse mao mao (la u finale sicula in genere si traduce o, ma stavolta la u c'era anche nell'originale). Ma chi sono? non selvaggi, come pensavo io, ma una società segreta tipo carboneria, a base tribale: appartengono all'etnia KIKUYU, il gruppo etnico principale della regione. Su 5 milioni di Keniani un milione e mezzo sono Kikuyu. In Kenya gli inglesi avevano imposto una colonizzazione stanziale, come già in America ed in Sud Africa: deportazione dei nativi in riserve all'interno, terreni più fertili a coloni provenienti prima dal Sud Africa e poi direttamente dall'Inghilterra, chi non si vuole spostare viene privato di tutto, straniero a casa sua, costretto a lavorare nella sua terra a salario per i nuovi padroni. Già negli anni 20 nascono diverse associazioni a base etnica per rivendicare l'Huhuru: la libertà. Ecco, i Mau mau sono Kikuyu che si sono rotti le palle degli inglesi e decidono di combatterli militarmente. Fanno un giuramento che li impegna a lottare per l' huhuru, per riottenere le proprie terre e a non rivelare i nomi degli altri adepti. Il loro vero nome è "Esercito di liberazione della terra", sembra che il nome Mau Mau glielo abbiano in realtà dato i coloni. In un sito dei missionari della consolata http://www.missionariconsolataitalia.it/home_page.html ho trovato questo intervento di Silvana Bottignole da Torino (credo sia una redattrice della rivista) sulla lotta di liberazione dei Mau Mau. Spero mi perdonerà se riporto quasi interamente qui quello che ha scritto: ......essere vissuta in zona mau mau, ascoltando la storia scritta dai kikuyu, mi ha molto influenzata. Con i dovuti «distinguo», ho paragonato la loro lotta di liberazione al nostro risorgimento. (giuro che io li avevo paragonati alla carboneria, prima di leggere questa lettera! il conte) ......commentando "Un chicco di grano" di Ngugi Wa Thiong’o, scrivevo «Gikonyo e Mumbi, protagonisti del romanzo, portano i nomi che la tradizione kikuyu attribuisce ai progenitori della tribù e incarnano le sofferenze di un popolo umiliato e oltraggiato dalla dominazione coloniale, diviso e perseguitato durante l’emergenza mau mau, ma caparbio nel volere conquistare libertà e dignità». Purtroppo la violenza genera sempre morte e distruzione. Leggendo però le cifre al termine della rivolta, risultano morti: mau mau 10 mila; lealisti 2 mila; forze governative 534; europei 63; civili 32. . . Riepiloghiamo: i Mau mau hanno una fama terribile, autori di strage criminali e selvagge, eppure...... a conti fatti al massimo le loro vittime ammontano ad un centinaio di bianchi, poi ci sono i morti tra gli africani, circa 2500, mentre i morti mau mau sono 10.000 (le altre fonti dicono 20.000). Mi piace questo intervento, si vede da parte dell'autrice l'amore verso un popolo oltraggiato e offeso, chi scrive pur non avendo a disposizione prove, si rende conto che la versione ufficiale non sta in piedi: questi selvaggi cannibali e indemoniati sono morti a decine di migliaia, mentre le vittime eruopee sono relativamente poche. I veri martiri di questa guera sono proprio i suoi amati Kikuyu.Abbiamo detto che i mau mau sono guerriglieri resistenti; si nascondono nelle fitte foreste intorno al monte Kenya e colpiscono con mirate azioni di guerriglia ora i soldati inglesi, ora le fattorie dei coloni, ora gli africani "lealisti".La reazione degli inglesi contro di loro è spietata. Come sempre nella loro storia gli inglesi (vedi indiani d'america ecc..) si rivelano maestri nella propaganda, forniranno al resto del mondo un'immagine tremenda dei propri nemici, mostrandoli come selvaggi pericolosissimi, da domare o distruggere e trasformeranno lo scontro nell'eterna lotta tra il bene (loro) e il male (gli altri). E' questa propaganda a creare in occidente la terribile fama dei mau mau. La loro bestialità diventa proverbiale: “E a unni semu? ‘nmenzu ai mau mau?” si dice per indicare un ambiente ostile, pieno di persone incivili pronte farti la pelle… Dicevo che il bilancio di questa guerra parla di circa 10 mila-20mila morti. Se consideriamo che i mau mau nel momento di massima espansione erano 25mila…in pratica li hanno ammazzati tutti. Già così è terrificante. Ma …ma come hanno fatto ad essere così bravi ad ucciderli quasi tutti, a distinguerli dal resto della società, ad espiantarli chirurgicamente, bombe intelligenti? Un libro, uscito nel 2005, cerca di fare chiarezza su questo punto. Il titolo è assolutamente emblematico "Britain's Gulag" scritto da Carolina Elkins, una professoressa di storia all'Università di Harvard. La verità che sembra emergere dal libro la si può sintetizzare così. Gli inglesi, non potendo distinguere i mau mau dal resto della popolazione, mettono in atto un piano semplice ed agghiacciante: cosa si sa dei Mau Mau? Che sono di etnia Kikuyu. Benissimo, anche se non tutti i Kikuyu sono Mau Mau, c’è una consistente “Passive Wing” ala passiva, che non fa il giuramento ma sostiene dall’esterno i guerriglieri. Anche i vecchi, donne e bambini sono sospetti. E allora consideriamo nemici tutti i Kikuyu, arrestiamoli, interniamoli in campi di concentramento, affamiamoli, torturiamoli…. Ufficilamente, questi gulag made in english hanno una funzione riabilitativa, nel loro insieme sono chiamati dagli inglesi Pipeline, (conduttura). Dà l'idea di un percorso di purificazione, una sorta di raccapricciante e blasfema pantomima del sacramento penitenziale diviso in tre fasi: confessione, penitenza e redenzione.La prima fase è lo screening, l'interrogatorio. Ho letto da qualche parte che ancora adesso i locali non traducono questa parola, la pronunciano lentamente, s c r i n i n g, quasi per far capire l'orrore a cui è legata. Le sevizie che l'accompagnavano, spesso a sfondo sessuale anche contro donne e bambini sono davvero indicibili, e quindi non le dirò (le 120 giornate di sodoma sono superate....)A seconda della pena veniva assegnato agli internati un colore, bianco per i semplici fiancheggiatori, nero per gli irriducibili, e grigio per tutti gli altri. A seconda del colore cambiava l'entrata nella conduttura ed il destino finale. Verso la morte o verso la libertà. Per essere davvero considerati guariti però servivano anche le opere,, per cui dovevano essere disposti ad accusare altri compagni, o meglio ancora a collaborare alla caccia e alla cattura dei Mau Mau ancora nascosti nelle foreste intorno al monte Kenia. Infine c'è da dire che c'erano molte perdite in questi tubi. Si sa, nei campi di concentramento i prigionieri hanno la cattiva abitudine di morire, a migliaia, a decine di migliaia… a centinaia di migliaia. E sembra che nemmeno i Kenyoti abbiano fatto eccezione. L'autrice del libro pensa che siano almeno 2-300 mila i Kikuyu morti di fame, di freddo, di stenti e di violenze varie all'interno della Pipeline!Un vero e proprio genocidio di marca inglese, e per di più successivo alla seconda guerra mondiale. E poi ce la prendiamo coi turchi, ed a ragione, sia chiaro, ma….agli inglesi nessuno chiede conto di questa strage? Ma guardiamoli un po' più da vicino questi "selvaggi", almeno uno di loro, il più celebre di tutti.