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RC AUTO, COME TAGLIARE I PREMI E INVESTIRE IN MAGGIOR SICUREZZA

Trascrivo qui di seguito un articolo scritto da Roberto E. Bagnoli pubblicato sul Corriere della Sera del 09/06/2011. 

"Rc auto, come tagliare i premi e investire in maggior sicurezza

Le nostre polizze costano in media 481 euro. In Francia e Spagna la tariffa media è di poco superiore ai 200 euro

Più del doppio della Francia, il 93% in più della Spagna. In Italia il premio medio Rc auto è pari a 481 euro, contro i 207 della prima e i 248 della seconda. La polizza per guidare recita a soggetto in Europa e il nostro Paese non ne esce bene. Anche perché i prezzi esagerati alimentano un paradosso economico: non vince nessuno. Perdono i clienti, costretti a pagare premi insostenibili, che portano una crescente evasione dell'obbligo assicurativo. E perdono anche le compagnie, che ci rimettono parecchi soldi. Nel nostro Paese ci sono più morti e feriti sulle strade, risarcimenti sopra la media, sinistri gonfiati, liquidazioni inefficienti.

Obiettivo
Ma è un traguardo raggiungibile ridurre le tariffe e salvare vite umane? Un recente studio della società di consulenza McKinsey arriva alla conclusione che l’ obiettivo richiede uno sforzo di sistema. «In Italia si parla molto di Rc auto soprattutto dopo gli aumenti decisi dalle compagnie — sostiene Paolo Moretti, director e responsabile Europa per il settore assicurativo danni di McKinsey —. Ministero dello Sviluppo economico e Isvap, l'istituto di vigilanza sul settore, hanno sollecitato una diminuzione dei costi sostenuti dalle famiglie». L'Isvap, in particolare, vorrebbe abbattere il prezzo del 15-18% nel medio periodo. Ma con una campagna ad ampio raggio, come quella delineata nello studio, i risparmi potrebbero essere decisamente superiori. Ma vediamo come si arriva alle esose tariffe italiane e come si può contribuire ad abbassarle. Il dato più drammatico è il bilancio in termini di vite umane: ogni anno in Italia si registrano oltre 4 mila decessi per incidenti stradali, cui si aggiungono i casi d'invalidità permanente e lesioni gravi. «Sono quattro volte le morti sul lavoro e hanno un costo sociale stimato in circa 30 miliardi di euro, pari a circa due punti e mezzo di Pil — spiega Moretti —.

Spesso si considerano questi dati come un danno collaterale non evitabile, ma l'esperienza di altri paesi dimostra che si possono ridurre sensibilmente. A parità di chilometri percorsi, in Gran Bretagna ci sono milleduecento morti in meno. Sulle autostrade italiane i decessi sono diminuiti del 40% in tre anni; ora la priorità è aumentare la sicurezza sulle strade urbane e provinciali, attraverso controlli, riduttori di velocità e rotatorie». La ricerca di McKinsey ha analizzato come si suddividono i 481 euro che compongono il premio medio italiano: il dato più vistoso, abnorme rispetto ad altri paesi, viene dai 220 euro destinati al risarcimento delle lesioni, di cui 140 per gli eventi più gravi e 80 per quelli più lievi, a cominciare dal classico colpo di frusta. In Spagna la frequenza complessiva (cioè il numero d'incidenti ogni cento veicoli) è superiore all'8,6% del nostro paese, ma i sinistri con lesione pesano solo per 86 euro, quasi tre volte di meno rispetto all'Italia.

Differenze
La differenza viene dalla maggiore incidenza di quelli con lesioni e dagli indennizzi, decisamente più elevati: secondo lo studio, a parità di caratteristiche della vittima, un sinistro mortale risarcito in Italia con 1,6-2,2 milioni di euro viene rimborsato in Spagna con 250-300mila. E' una scelta (più o meno condivisibile) di equità sociale, ma che ha un impatto pesante sui costi finali del sistema. Gli interventi correttivi riguardano tutti gli attori in gioco. «Le istituzioni devono intervenire su infrastrutture e controlli per ridurre gli incidenti, combattere le lesioni fraudolente, diminuire il costo dei risarcimenti per danni e il numero di veicoli non assicurati — dice Moretti —. Visto l'elevato numero di attori coinvolti, dagli enti locali alla magistratura, è necessario un coordinamento da parte del ministero dello Sviluppo economico».

Anche le compagnie, però, devono fare la propria parte. «Lottare in misura più incisiva contro le frodi, che secondo stime internazionali riguardano circa il 10% dei sinistri — sottolinea Moretti —. Migliorare le competenze tecniche nella gestione dei sinistri e rendere più efficienti le reti dei fiduciari esterni, come periti, medici, carrozzieri e ricambisti». Secondo McKinsey, per far abbassare le tariffe anche oltre l'obiettivo del 15-18% indicato dal governo si dovrebbe creare un'unità di sicurezza stradale che coordini le varie iniziative in materia, in modo da ridurre i morti e le lesioni gravi del 25% entro tre anni, e creare un fondo per l'investimento in sicurezza che veda anche la partecipazione dei privati."