AMORE UNIVERSALE

Ora di religione? No grazie!


In Italia sono 300mila i ragazzi che hanno scelto un'attività alternativa   Mentre, a quanto riporta profgiuranna sul suo blog - citando un "lancio" del SIR (l'agenzia di stampa promossa dalla CEI) - in Iraq si discute se inserire o meno nella scuole l'insegnamento della religione cristiana, qui da noi sono oltre 300mila i ragazzi delle scuole superiori che preferiscono "disertare" l'ora di religione. Un fenomeno ormai tipico di quasi tutte le città del Nord dove circa uno studente su quattro (cioè circa il 25,7%) opta per un'ora di attività alternativa a quella dello studio della Bibbia. A Firenze, l'anno scorso, i ragazzi che hanno scelto di non avvalersi sono stati addirittura il 58%. A Roma la cosa è meno evidente, ma è comunque diventato, ormai, un fatto rilevante anche nella capitale. E a denunciarlo è la stessa Cei (la Conferenza episcopale italiana), assai preoccupata "dall'andazzo".A nulla sembra, quindi, essere servita la lettera inviata un anno fa agli oltre 100mila studenti delle scuole milanesi dal presidente dell'Associazione docenti cattolici, Alberto Giannino, in cui si poteva leggere «Hai preferito con la tua scelta la libera uscita dalla scuola che ti consente una "vacanza" durante quest'ora in cui puoi andare al bar, al parco della scuola e a fumare una sigaretta. Cioè, mentre i tuoi compagni sono in classe col docente di religione a svolgere una lezione culturale sulla Bibbia tu hai scelto il disimpegno scolastico che io considero altamente diseducativo». (Invece circa il 10% degli studenti svolge in quest'ora delle attività di formazione alternative, alcuni studiano per recuperare i brutti voti, altri escono in effetti da scuola e altri ancora semplicemente tornano a casa prima).La notizia arriva a quasi un mese di distanza dall'appassionata difesa da parte del mons. Tarcisio Bertone della "sacrosanta" ora di religione di fronte all'inchiesta svolta da Repubblica sugli esorbitanti costi (il quotidiano parla di 650 milioni) che il contribuente italiano deve sostenere per pagare «gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione»Dall'altra parte c'è anche chi lamenta della difficoltà di riuscire a far frequentare alla figlia di appena 3 anni l'ora di religione senza farla sentire, per questo, esclusa dal resto della classe («solo due su 50 hanno scelto di avvalersi dell'insegnamento della religione cristiana») che invece ha optato per un'attività alternativa. C'è chi vede le ragioni di tutto questo nel sempre maggior numero di scolari starnieri e quindi di fede diversa. E intanto la Chiesa ha ormai da tempo attivato tutti gli strumenti in suo potere per incentivare e promuovere l'insegnamento della religione cristina, anche via web, attraverso siti e blog.Forse un buon punto d'incontro potrebbe essere la riflessione di Nicola Iacovone che sul uaar.it scrive: «mi chiedo, in una società che porta popoli diversi a convivere tra di loro, non è forse meglio studiare seriamente educazione civica oppure studiare le religioni in modo da conoscere anche le visioni altrui, anziché focalizzarsi su una sola religione?»(Libero News)