AMORE UNIVERSALE

L'ALTRA CASTA


Le allegre finanze del sindacato, un libro denuncia: la sola Cgil ha un giro d'affari valutato in un miliardo di euro. I delegati delle tre centrali sindacali sono 700 mila, sei volte più dei carabinieri «Fatturati miliardari. Bilanci segreti. Uno sterminato patrimonio immobiliare. E organici colossali, con migliaia di dipendenti pagati dallo Stato. I sindacati italiani sono una macchina di potere e di denaro. Temuta perfino dai partiti»: così esordisce la denuncia scottante di Stefano Livadiotti, firma de L'espresso, che da oltre venti anni si occupa di economia e di politica con inchieste, interviste e reportage.I permessi dei rappresentanti sindacali equivalgono a un milione di giornate lavorative al mese e costano al sistema-paese un miliardo e 854 milioni di euro l’anno, ricorda Livadiotti, che mette il coltello nella piaga di una profonda crisi di legittimità - evidentessima nella vicenda Alitalia - che, a causa dello strapotere (e dell'arroganza, dice Livadiotti) delle tre grandi centrali confederali, rischia di cancellare i meriti storici del sindacato tutto. Solo un italiano su venti - secondo alcuni recenti sondaggi - si sente pienamente rappresentato dalle sigle sindacali e meno di uno su dieci dichiara di averne fiducia. Dalle ceneri dell'immagine del sindacalista come di uno che si preoccupa in primo luogo degli interessi dei lavoratori, emerge una casta iperburocratizzata, autoreferenziale e pesso connivente con le aziende stesse.«La maggiore risorsa economica di Cgil, Cisl e Uil ("I tre porcellini", come ama chiamarli in privato il vice premier Massimo D'Alema) - scrive Livadiotti - sono le quote pagate ogni anno dagli iscritti: in media l'1 per cento della paga-base; di meno per i pensionati, che danno un contributo intorno ai 30-40 euro all'anno». Se a questo si aggiungo le proprietà immobiliari, lo strapotere dei Caf, la forza lavoro gratuita a disposizione del sindacato e la diffusa convinzione che chi prende la tessera faccia carriera, è facile capire come il sindacato non goda più di grandi simpatie presso i lavoratori stessi.«La Cisl ha conquistato la seconda carica dello Stato con Franco Marini alla presidenza del Senato - scrive ancora Livadiotti -. La Cgil s'è accaparrata la terza con Fausto Bertinotti sullo scranno più alto di Montecitorio. In Italia il sindacato è un buon trampolino di lancio». «I sindacati dei lavoratori sono sotto accusa - ribadisce Bernardo Giorgio Mattarella -. Si rimprovera loro di coprire comportamenti fraudolenti, come gli scioperi formalmente mascherati da malattie collettive; di opporsi a misure che comportano sacrifici nell'immediato e benefici maggiori nel lungo termine, come la ristrutturazione di imprese in crisi; di tutelare interessi parziali a danno di quelli generali». Insomma: denunce populistiche e demagogiche o allarme reale? A voi la parola.