AMORE UNIVERSALE

Test di paternità è un BOOM


Sono in aumento, in Italia e non solo. E a chiederli, in gran segreto, sono sempre più spesso le donne, sposate, che vanno nei laboratori con il campione biologico dell'amante. Col risultato che 1 su 5 non è il padre biologico del proprio figlio"Mater semper certa est, pater numquam", dicevano già gli antichi latini (la madre è sempre certa, il padre mai, ndr). Oggi il papà lo è sempre meno. E se una volta il mistero sul padre biologico del bebè poteva durare tutta una vita, ormai la tendenza è decisamente diversa. E si nota un netto boom in Italia dei test di paternità. A richiederli sono non più solo i mariti sospettosi, ma soprattutto le donne, spesso sposate. Che anziché covare il dubbio e l'angoscia, vanno nei laboratori analisi con il campione biologico dell'amante, per sincerarsi in gran segreto che il padre del loro bambino sia quello "giusto". Negli ultimi due anni l'incremento della domanda di test di paternità è sensibilmente aumentato. Lo conferma il dottor Francesco Fiorentino, direttore del laboratorio Genoma. «Circa 3mila test di paternità all'anno e in continua crescita. Sono test a fini informativi, senza nessuna implicazione legale», sottolinea Fiorentino. «L'elevata richiesta da parte dell'utenza è cresciuta in modo esponenziale grazie alle nuove tecnologie e conoscenze - spiega il direttore di Genoma - ma anche grazie al business, alla pubblicità e sicuramente ad atteggiamenti di coppia più liberi». In questo nuovo trend internet è sicuramente d'aiuto: l'elevata domanda di questi esami si riscontra anche nel boom delle vendite via web dei kit fai da te, o dei siti che ritirano i campioni per poi mandarli ai laboratori. «Il test può avere, sulle persone coinvolte, forti effetti psicologici, anche per questo è importante rivolgersi a laboratori di fiducia, che sono realtà reali e non virtuali», comemnta scettico il dottor Fiorentino, che aggiunge: «Chi si rivolge al laboratorio per effettuare un test di paternità ha già un dubbio, perciò la probabilità che il test risulti negativo (il padre sperato non lo è in realtà) è pià alta». «Il tasso di discrepanza è intorno al 10-20 per cento»,conclude Fiorentino, cioè una persona su cinque non è il padre biologico del proprio figlio. La conferma numerica del dato arriva anche da Oltremanica, dove uno studio della britannica Child Support Agency (Csa) citato dal Guardian ribadisce gli stessi numeri: ovvero che circa una donna su cinque si sbaglia quando identifica in un determinato uomo il padre del suo bambino. Ve lo sareste mai aspettato? E a voi, è mai venuto un dubbio simile sulla paternità di vostro figlio?