AMORE UNIVERSALE

CASSANO PAZZO DELLA SAMP


"Questa squadra mi ha ridato la felicità, quello che ho qui non lo trovo da nessun'altra parte al mondo. Resto fino a 34 anni, e poi chiudo in bellezza. Se ho mai pensato di andar via? Le sirene non suonano se non le fai suonare". Ancora: "Se a Marotta dai metà dei soldi che spende Corvino, vinciamo tre scudetti di fila".
www.sportal.itQuasi spiazza anche la stessa Sampdoria Antonio Cassano, che a Bogliaco in conferenza stampa dichiara il suo pazzo amore per il blucerchiato, un amore definitivo: "Questa squadra mi ha ridato la felicità, quello che ho qui non lo trovo da nessun'altra parte al mondo.... Resto fino a 34 anni, e poi chiudo in bellezza". "I soldi non sono tutto. Con tutto il rispetto per quelli che non ne hanno, ma io ne ho e che me ne faccio di volerne di più, adesso?. Se sento pressione? La pressione ce l'ho addosso da quando sono nato, ogni partita devo sempre dimostrare qualcosa, perché se ne sbaglio una sono tutti lì col cannocchiale. Anche quando vado in mezzo alla strada devo dimostrare alla gente che cosa non sono. Ci sono abituato a queste cose. Ora mi interessa solo star bene fisicamente, in campo non devo imparare niente da nessuno"."Cosa mi ha spinto a restare alla Samp? Veramente il parere determinante era di Marotta, che ci ha messo il grano, non mio.... A parte tutto, qui ho trovato quello che non avevo mai trovato in dieci anni di calcio. C'è una società che mi fa sentire importante, a partire dal presidente, che mi vuole un bene dell'anima. In più ho trovato il direttore, la prima persona nel mondo del calcio che mi capisce, e tutti i suoi collaboratori. Appena sbaglio qualcosa, mi mandano un messaggino per farmi sentire che mi sono vicini, non mi era mai capitato. Voglio rimanere qui ancora per tanto, anche perché il direttore lo sa che dal momento che mi manda via gli metto la gente contro..."."Se sono pronto allora per diventare una bandiera della Samp? L'unica bandiera della Sampdoria è Mancini, io forse tra sei o sette anni potrei avvicinarmi a quello che lui ha rappresentato per questa squadra. Poi la parola bandiera spesso sfocia nell'ipocrisia, ne sento tanti che la pronunciano ma poi voglio vedere se gli danno dieci euro..."."Io ho rinunciato a tanti soldi per la felicità, che non ha prezzo. La felicità l'ho trovata qui, anche se ho giocato nel club più importante del mondo, il Real Madrid, dove molti pagherebbero per poter andare. Ma è la Samp per me la squadra più importante, mi ha dato la vita, la fiducia, mi ha fatto tornare il sorriso. Con tutto il rispetto per quelli che ne hanno pochi: i soldi contano poco per me"."Mi sento migliorato come uomo, se prima facevo dieci cavolate al giorno, ora ne faccio cinque. Ma non sono cambiato, la mia indole è questa, anche se è giusto che negli anni uno migliori, altrimenti della vita non hai capito niente. Come giocatore invece sì, mi sento diverso. A 18-19 anni ero più solista, facevo un sacco di numeri, ora invece abbino la fantasia al contesto della squadra, come dice sempre Mazzarri".Già, gli allenatori, e l'addio di Mancini all'Inter? "Non è stato tutelato, nonostante abbia vinto più di tutti in nerazzurro negli ultimi vent'anni. E' un grande, un altro di quelli che dice sempre quel che pensa".E la nuova Samp? "Mi piace molto, anche se abbiamo perso un giocatore importante come Maggio. Sono arrivati però due sostituti forti, più un giocatore di prospettiva come Dessena e un acquisto per me azzeccatissimo come Bottinelli. Manca qualcosa? Non lo so, so solo che se a Marotta gli dai metà dei soldi che spende Corvino, vinciamo tre scudetti di fila. Lui è il Cassano dei direttori sportivi"."Possiamo fare bene, lottare di nuovo per la Uefa come l'anno scorso. Il mio sogno però è portare questi colori in Champions, nel giro di due-tre anni. Sarebbe come vincere un Mondiale. Il primo giorno a Genova non lo scorderò mai. Mi hanno accolto quattro-cinque mila persone, proprio quando avevo chiesto affetto. Loro sono la mia gente, io sono il loro calciatore"."Quanti gol prometto? Per me non sono importanti, se mi dicono che a fine anno avrò fatto quaranta assist e zero gol io dico che va bene. Mi piace vedere i compagni sorridere, loro sono la mia vera forza, perché se non corrono per me io la palla la becco ben poche volte..."."Se ho mai pensato di andar via? Le sirene non suonano se non le fai suonare, dipende sempre dal calciatore. Quando suonano vuol dire che uno vuole fare cassa e a me i soldi non interessano. L'ho detto al direttore: restiamo qua a vita io e lui, poi io a 34 anni smetto e vediamo che succede. Io un giorno l'allenatore della Sampdoria? Ma che allenatore? Se guido la squadra io becchiamo dieci gol a partita. Magari ci divertiamo davanti, ma becchiamo dieci gol a partita".Chiusra con vista sul derby col Genoa: "Siamo più forti, lo sanno anche i rossoblu, e non dobbiamo andarglielo a dire. Queste sono le mie partite e poi chissà perché prima del derby noi siamo tutti carichi, mentre loro cominciano a diventare bianchi. In campo non si sa mai, ma la realtà è questa. Forza Samp sempre".