AMORE UNIVERSALE

Tensioni tra Berlusconi e Fini:

Reali o solo sulla stampa?

Torna alla ribalta negli ultimi giorni di campagna elettorale la vicenda delle incomprensioni tra i due cofondatori del Pdl: il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini. Il primo, impegnato in un estenutante tour de force lungo la Penisola, nega che ci siano, bollandole come “invenzioni della stampa”. Il secondo, che ha assunto un ruolo più defilato nel partito, glissa e auspica riforme condivise in Parlamento oltre alla cittadinanza per i figli degli immigrati. La stampa di centrodestra è divisa.

Da una parte c’è chi non risparmia critiche, anche pungenti, al presidente della Camera. Come fa il Giornale di Vittorio Feltri che fa notare tutti i distinguo di Fini nell’ultima settimana elettorale rispetto alle posizioni maggioritarie nel Pdl. Dall’elenco, la bacchettata alla Lega del 17 marzo, perché “il federalismo deve essere gestito bene”; la risposta del 22 marzo all’annuncio del premier sul presidenzialismo che “non si può fare a colpi di slogan e battute da comizio” e le critiche al Pdl che “non deve essere una fotocopia della Lega”; in ultimo, la proposta del 23 marzo della cittadinanza breve per i figli degli immigrati, perché “senza di loro il tasso di natalità in Italia sarebbe da allarme rosso”.

Posizioni che, secondo le indiscrezioni pubblicate da il Giornale, avrebbero messo in fibrillazione gli ex colonnelli di An, anche se la parola d’ordine a pochi giorni dal voto (domenica e lunedì) sarebbe quella di “abbassare i toni”. Sulla stessa linea del quotidiano di via Negri, ma con toni più morbidi, il quotidiano online l’Occidentale (fondazione Magna Carta) che in un’intervista a Isabella Bertolini (Pdl), membro della commissione Affari costituzionali alla Camera, rimarca le differenze “inconciliabili” sul tema dell’immigrazione tra Fini e la linea ufficiale del Pdl, mentre il direttore Giancarlo Loquenzi punzecchia l’ex leader di An invitandolo a fare un buon uso del “patrimonio politico accumulato fino ad oggi” dal Pdl, altrimenti sarebbe più onesto “far saltare il tavolo subito e prendere un’altra strada”.

A difesa del presidente della Camera scende in campo l’ex quotidiano del Msi Secolo d’Italia che paragona le critiche della stampa amica a “ossessioni” che ”fanno vedere complotti e nemici ovunque, specie dove non ci sono”, mentre Farefuturo web magazine (quotidiano online dell’omonima fondazione finiana) spiega che l’obiettivo di certi attacchi è fare di Fini il “capro espiatorio” in caso di una futura sconfitta alle regionali.

Diversa, infine, la lettura offerta da il Foglio di Giuliano Ferrara nell’intervista al coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi, che parla di un rinnovato “patto di coalizione” tra Fini e Berlusconi da estendere, in seconda battuta, anche a Umberto Bossi e incentrato su tre inequivocabili cardini: riforma istituzionale, riforma del fisco e riforma della giustizia.

In particolare, il chiarimento tra i cofondatori del Pdl, spiega Bondi, assumerà la forma di “colloqui personali fra due leader che hanno percorso un lungo tratto comune della propria storia e hanno condiviso la nascita di un partito unitario”. Fini, infatti, ”pone problemi non secondari di strategia, programmatici e di principi generali”. Insomma, quella che è sembrata una continua serie di incomprensioni tra i due in queste settimane, potrebbe diventare in quest’ottica la base per un nuovo percorso verso la realizzazione delle riforme necessarie per il paese.

massimo morici