A. A. A.

Quel che mi perdo.


Quel che mi perdo è il titolo della vita non espressa nel senso letterale del termine, in questo caso.Mi sono perso la grande crisi, il disatro concordia, etc. ecc. La libertà di esprimere su di un foglio publico le proprie opinioni è una tentazione insopprimibile.Mi sono perso di scrivere il mio confessionale affettivo e professionale.Scrivere sul blog è come avere una seduta dallo psicologo, lo deduco da quel che vedo nei film americani, dove tutto è perfetto.Il mio territorio è il frutto di una filiera corta, utile a stendere le gambe e allungare lo sguardo, riguardo le corde dei sentimenti che le parole possono generare.Nelle mie storie gli effetti decorativi sono privileggiati, ma ricado nella retorica e ancor peggio nella ripetizione. Il senso delle cose è vago? In tal caso vuol dire che mi sento dentro ad un guscio vuoto, colpa dello smarrimento sociale che mi genera lo stato in cui i vari governi c'indirizzano. La colpa di ogni cosa va a colpire sempre qualche innocente, lo sanno pure i bambini, solo che noi dobbiamo recitare una parte importante, sperdendoci alla ricerca del giusto ruolo che fosse primario, comprimario, comparsa, pubblico o semplice ritardatario al botteghino per il fottuto biglietto....e poi volevo dire ancora una cosa, ciao a tutti, sono io, si, benconti reloaded. -E chi cazzo è?-Il solito scemo di youtube col blog capo.-Vedi che vuole, poi caccialo via Gennarì.- Ma io, veramente!!! Avrei un'altra storia?!!-Va beh, passa domani che il capo oggi è nervoso.