Festa Tricolore

Governo Prodi


Gli Italiani devono essere informati su ciò che succede in Italia.Il governo cerca di politicizzare anche l'informazioneLuciano Violante convoca i direttori dei telegiornali per istruirli sul come presentare, o meglio, non presentare le cattive notizie. Cosa si inventerà ancora il Governo Prodi per cercare di mascherare le responsabilità di una cattiva politica?  (http://www.corriere.it/politica/08_gennaio_11/violante_direttori_telegiornali_scontro_politico_0d8bd732-c037-11dc-aa5a-0003ba99c667.shtml)Dal Corriere della seraDure critiche dall'opposizione: «Messaggi subliminali, vogliono politicizzare le news»«Insicurezza causata dall'informazione tv»Bufera su Violante che convoca i direttoriSentiti alla Camera i responsabili dei principali tg. Il mondo della stampa: non accettiamo bavagli
Il presidente della commissione Affari istituzionali della Camera, Luciano Violante (Emblema)ROMA - Sta scatenando polemiche a non finire la convocazione a Montecitorio dei direttori dei principali telegiornali da parte di Luciano Violante, presidente della commissione Affari istituzionali della Camera, avvenuta giovedì. L'incontro, durato circa tre ore, ha avuto come tema la sicurezza e il modo di affrontarla da parte dei mezzi di comunicazione. Alla riunione hanno partecipato tra gli altri il direttore del Tg5 Clemente Mimun, quello del Tg2 Mauro Mazza, quello del Tg3 Antonio Di Bella, il responsabile di Rainews 24 Corradino Mineo, quello di SkyTg 24 Emilio Carelli. C'erano anche Fabrizio Ferragni in rappresentanza del Tg1, Edgardo Gullotta per il Tg La7 e Giorgio Mulé di Studio Aperto. Quasi tutto il mondo dell'informazione televisiva, insomma. LA REPLICA DEI DIRETTORI - Al centro del dibattito il fatto che l'informazione, se non corretta, possa accrescere il senso di insicurezza dei cittadini. Soprattutto se le notizie finiscono per amplificare la portata dei fatti di cronaca. I direttori non hanno gradito l'ingerenza: «convocarci per dimostrare che le news contribuiscono a rendere in sicuri i cittadini - ha commentato Clemente Mimun - ci farà scendere in un'altra classifica, quella della libertà di stampa che già ci vede maglia nera». «Dovremmo fare più cronaca, non meno», ha aggiunto Corradino Mineo. Mentre Emilio Carelli ha rilevato come tocchi «ai giornalisti dare notizie e mostrarne le immagini, alle istituzioni diffondere il senso di sicurezza». Tranchant il giudizio di Antonio Di Bella: «L'ultima cosa che vorrei è che fra un anno venissimo convocati di nuovo per sentirci dire: bravi, il crimine è aumentato ma la percezione della gente è diminuita». POLITICA IN SUBBUGLIO - Ma anche il mondo della politica, soprattutto dalle fila dell'opposizione, ha reagito male all'iniziativa di Violante. Maurizio Gasparri (An) e Jole Santelli (FI), in una nota congiunta parlano di «messaggi subliminali» lanciati dalla maggioranza, «quasi si dovesse minimizzare l'ondata criminale, locale e di importazione, che si abbatte come un flagello sul nostro Paese». Il leghista Roberto Cota parla invece di «ennesimo tentativo di politicizzare l'informazione» mentre l'ex ministro Udc, Mario Baccini, ritiene che «i direttori e i giornalisti non possono fungere da capro espiatorio» e sottolinea che «i politici non possono far ricadere sugli operatori dell'informazine le colpe della sfiducia dei cittadini generata dalla cattiva politica e dalla crisi di rappresentanza». «RICORDA IL MINCULPOP» - Prese di posizione si sono registrate anche dai rappresentanti delle associazioni di categoria. «Che cosa vorrebbe l'illustre onorevole - si chiede il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci -? Che fosse ignorata la realtà ? Che si edulcorassero questioni delicate che sono sotto gli occhi di tutti? Che per la tranquillità  del Palazzo, i giornalisti omettessero di svolgere il loro lavoro? Insomma, se non è censura poco ci manca. Come chiamarla questa presa di posizione se non un tentativo di colpo alla libertà  di stampa? L'episodio ci ricorda molto le veline del Minculpop».