Roma, 16 ago. (Labitalia) - "Il maggiore impegno di questi giorni è quello di evitare la chiusura senza ritorno dell'Ilva di Taranto". Lo ha detto il
ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera in un'intervista al settimanale Oggi.
"La politica - ha anche detto - recupera rispetto anche dicendo dei bei no e dei chiari basta a chi cerca di abusare delle risorse pubbliche".
"Sulle grandi infrastrutture dobbiamo saper selezionare le vere priorit , ma deve finire il diritto di veto sulle opere di interesse nazionale. Crisi aziendali ne abbiamo oltre cento e in più occasioni siamo riusciti a contenere i costi aziendali e umani di casi che sembravano senza sbocco", aggiunge.
Il ministro Passera ha inoltre aggiunto: ''dove mi vedo tra un anno? Sinceramente, non lo so. Sono abituato a non guardarmi indietro, ma anche a non vincolare il domani. Il futuro mi ha sempre sorpreso: certo, dipende dal tuo impegno e dalle tue capacita', ma anche moltissimo da fattori fuori dal nostro controllo…''.
''Mario Monti - racconta - mi chiamò di prima mattina, mentre mi facevo la barba. Non ebbi dubbi, gli risposi in nanosecondi. In realta' gli chiesi tempo solo per poterne parlare con mia moglie Giovanna, ma sapevo che lei mi avrebbe sostenuto. La svegliai per dirle la novit . Non poteva che essere un si'. Quando persone come Monti e Giorgio Napolitano ti dicono: ''C'è bisogno di te'', non ci si può tirare indietro". "Che potessi vedermi affidata una responsabilit politica, lo scorso novembre, non era pero' nei programmi: tra l'altro Giovanna era all'ottavo mese di gravidanza! Ma i miei figli grandi, Sofia e Luigi, che ho chiamato per primi, non si sono per nulla stupiti, aggiunge ricordando come il rapporto, "forte", con Monti "va indietro nel tempo. Proprio a lui, in passato, avevo chiesto consigli su alcune decisioni cruciali che dovevo prendere", prosegue ricordando le sue esperienze in Poste ed in Intesa Sanpaolo.
"Spesso nella vita - ha aggiunto - ho ricominciato da capo. Certe volte ho lasciato mio malgrado perché non condividevo le scelte aziendali. In Intesa Sanpaolo ci sono stato dieci anni e ci sarei rimasto, se non fosse stato per l'assoluta eccezionalita' della chiamata al governo".
"In questi mesi - ha ricordato - credo di aver aiutato a far squadra all'interno del governo. Forse un merito che mi riconosco è quello di essere riuscito a tenere insieme tutto, le urgenze e le riforme strutturali, i tagli e le risorse per la crescita, le emergenze e il rilancio".