Creato da Ahira28 il 05/02/2008

TraMe e Me

storie, trame, racconti di viaggi e di persone

 

 

Certe volte sono proprio una bestia

Post n°9 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da Ahira28
Foto di Ahira28

Certe volte la vedo, guarda lo schermo del computer come una cretina, poi si tocca la fronte, poi scrive due righe e le cancella. Mi chiedo: chi cazzo glie lo fa fare, potrebbe farsi una maschera di bellezza, che ne avrebbe pure bisogno, o farsi il bagno o allenarsi,invece no. Lei scrive.


Cosa scriverà mai!


Io la guardo dal divano, anzi dalla mia postazione sul bracciolo, certe volte inclino la testa e mi stiro e continuo a guardare le sue dita che vanno svelte, più o meno come parla, perché lei parla svelta, che a volte non si capisce nemmeno che dice. Secondomè non si capisce nemmeno quello che scrive sui tasti, già perchè lei scrive nel silenzio più totale, che poi questo silenzio, che a casa non c’è mai se non scrive, mi piacerebbe pure! Mi piacerebbe senza quegli odiosi fruscii dei tasti, quella specie di ticchettio plastificato. Certe volte mi stufo di sentirla, allora le salto all’improvviso sulla tastiera e la faccio incazzare reclamando la mia dose di carezze, strofinandole in faccia la mia coda.


Sono una bestia, lo so, certe volte sono proprio una bestia.

 
 
 

Io Gģ e la faccenda del litio

Post n°8 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da Ahira28
 
Foto di Ahira28

Gi  mi guarda con lo spazzolino da denti in mano.


- Vattene gli dico- proprio così - Vattene- e lui ci resta male, che per lui è sempre come se facessimo sesso, e invece per me non è per niente la stessa cosa. Un conto è quando mi spoglio per mettermi il pigiama e un conto è quando mi spoglio per fare sesso. Lui dice che è uguale, uguale un corno!


Gi se ne va a lavarsi i denti in bagno ma poi chiude l'acqua per sentire il telegiornale.


- Hai sentito? L'hanno scarcerata- mi farfuglia dal bagno con la bocca piena di dentrificio.


- Sì - gli rispondo - l'ho sentito oggi a pranzo-


- Te lo dicevo che non c'entrava niente!-


Annuisco anche se lui non può vedermi. Intanto è tornato nella stanza profumato di menta e s'infila nel letto spegnendo la luce.


- Grazie!- dico io che sto scrivendo sul diario.


- Adesso scrivi pure in camera da letto?-


- Beh che è vietato? Tu leggi, studi, telefoni, guardi la televisione e di domenica ci porti anche i panini nel letto, che poi, siccome io peso di più, le briciole vengono tutte sotto il culo mio… e io non ci posso scrivere?-


- No… no… ecchìdiceniente, è solo che scrivi sempre!-


- Io? Ma se sono due mesi che ci ho il blocco… manco posso dire dello scrittore, visto che non scrivo! Ci ho il blocco e basta -


- Hai visto che l'hanno scarcerata? -


- Ho detto di sì prima, non hai sentito? E se invece fosse davvero matta? E ci avesse la doppia personalità? E se fosse stata lei e non se lo ricorda?-


- Mappiantala! Allora potresti impazzire pure tu, pure io, pure tutti.


- Perché ti sembra strano? E allora quel camionista che ha ammazzato quella? Eh?  E quello che ha sparato al vicino? Secondomè è possibilissimo e forse colpa di quel cazzo di litio che sparano le marmitte catalitiche-


E mentre io cerco d'addormentarmi nella penombra azzurrina dello schermo tv, Gi continua a pensare al litio, glie lo leggo negli occhi piantati sullo schermo ma che non guardano niente.


- Domani lo cerco su internet-


- Che cosa?-


- Il litio-


- Ah sì, buonanotte-


- Buonanotte-

 
 
 

Sfogliando Mandel'stamp

Post n°7 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da Ahira28
 
Foto di Ahira28

Questo è un gioco, un brano costruito con frammenti di frasi e frase intere di Mandel'stamp, avvicinate tra loro in modo quasi casuale, secondo un metodo usato dai poeti del suo tempo. Sono certa che il poeta non me ne vorrà.

 

Ficcami la mente in un barattolo di latta. Confondila con tutti i sospiri invernali sul lungofiume. Ho ancora sull'agenda indirizzi di morti e di vivi ibernati.

L'aria è tosata, coperta di brina danarosa, qualcuno fischietta una canzonetta derisoria e io la prendo come un'indicazione.

 

Ho voglia di scrivere, ma le idee si ingolfano, come se non fosse più regolato il carburatore. Corro appresso come un cane senza padrone ad ogni minimo profumo di idea, di qua e di là della strada e non riesco a seguire un percorso. Le gambe letterarie cedono, non reggo lo sforzo. Così una macchietta qualsiasi dell'universo è in grado di pilotarmi il pensiero.

 

Portami via nella notte, dove il pino tocca le stelle, il mio sangue non è di lupo, e solo un mio simile bastardo, riuscirà ad uccidermi. Sinusoidali invisibili penetreranno il mio pensiero normalizzandolo. Il suono ogivale del bosco mi canterà un Lied di Schubert per accontentare il mio sonno.

 

Sarà una canzone verde e marrone, eternamente giovane, di tiglio usignolesco a confortarmi. Sarà un canto selvaggio, come un vino nero, un alter ego di una visione vuota che mi guarderà, senza senso, dalla fredda finestra. E avrò freddo. L'onda sonora m'incuterà una leggera nausea. Le lucciole delle automobili si fermeranno sotto gli spilloni delle stelle.

 

Poi sarà il conforto dell'inerzia, il sonno della ragione. Circondata da alte colline scenderò come un gregge di pecore fino al mare. Là alberature di cristallo elastico, accoglieranno lievi il mio pensiero diafano. E il vento porterà via il seme d'oro.

Nei vicoletti del porto, appena sarà sera, i musicanti strimpelleranno ricurvi le loro inverosimili varianti.

 

Un ferro da stiro mesmerico appianerà ogni curva del mio pensiero, lo profumerà di lavanda celeste e lo riporrà in un grande armadio le cui porte saranno chiuse dalle chiavi di volta. E' difficile navigare se ovunque le stelle sono sempre le stesse.

 
 
 

11 songs

Post n°6 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da Ahira28
 
Foto di Ahira28

I1 nostro concerto…

[Pregherò  Celentano]


 


La chiamavamo "la lividosa"  per via delle gambone bluastre. Si vestiva da vecchia, con le gonne troppo lunghe, le magliette smilze dai colori pallidi e i piedi infilati in certi sandaletti d'argento coi tacchi che mi facevano invidia. Faceva perennemente "la tappezzeria" a quelle feste in terrazza che io e Anna Maria, la mia amica del cuore, spiavamo dall'ultimo piano del palazzo, sdraiate sul cornicione ancora tiepido di sole.


Le feste le davano nel palazzetto accanto, più basso del  nostro, in terrazza, d'estate. Io avevo sette anni e Anna dieci. Ogni domenica per noi era la continuazione della telenovela della settimana precedente. Ad una certa ora io dicevo a mia madre che andavo da Anna e lei diceva alla sua che veniva da me, invece salivamo in terrazza, dove si stendevano i panni, e guardavamo la festa dei grandi, come fosse il nostro concerto. In quel palezzetto basso abitava una famiglia con cinque figli, quattro maschi e una femmina. Roberto era uno dei fratelli, quello che mi piaceva di più perché assomigliava a uno dei Bonanza. A Anna invece piaceva Maurizio, uno dei cugini, ma quello era fidanzato con Maria dalle elementari e non c'era speranza per nessuna.


"La lividosa" ci era simpatica perchè non l'invitava mai nessuno e se ne stava lì, seduta composta, vicino al tavolo delle bibite e sorrideva sempre quando le passavano accanto i ragazzi.


Poi un giorno l'aveva invitata a ballare proprio Roberto, non solo, ci aveva ballato per tutto il pomeriggio e alla fine della festa era uscito con lei per accompagnarla.


La settimana dopo, "la lividosa" era arrivata con un vestito bianco a fiori e aveva ballato tutto il pomeriggio, non solo con Roberto, anche con gli altri.


Dall'alto l'avevamo vista uscire con Roberto in giardino a baciarsi; io ero diventata tutta rossa mentre il cuore m'andava a mille, Anna sghignazzava dicendo che ero gelosa e la fonovaligia urlava: Pregherò per te… che hai la notte nel cuor".


Poi ero scappata via e quando Roberto partì per l'Australia, con tutta la famiglia, non andai neanche a salutarlo.


 


2.     Valle Giulia ancora…


[C'era un ragazzo Morandi]


 


"Quelli della mia classe si erano sgranati lungo il corteo, io canticchiavo "C'era un ragazzo", camminando. Era tutto bloccato, c'era un gran rumore di folla inferocita, non ancora le sirene. Saremmo rimaste dietro anche io e Mirella, la mia compagna di banco,  se non ci avesse fatto da guida un ragazzo della quarta che aveva il padre guardiano dello zoo. Avevamo fatto un giro lungo ma eravamo sbucati giusto di lato alla scalinata, in tempo per vedere le prime manganellate, le cariche della polizia, il sangue. Per prenderci la nostra dose di ammoniaca e di lacrimogeni. Botte no, ci aveva portato via per tempo un ragazzo di architettura che conoscevamo. "Andatevene, qui si fa sul serio" ci aveva detto e noi ci eravamo offese, noi facevamo il primo artistico e ci sentivamo tanto grandi. Poi s'era aperto tutto, la polizia non riusciva a respingerci, ce l'avevamo fatta, c'erano pure i professori, stavamo nella fila che entrava dentro. Andiamocene, aveva detto Mirella all'ultimo momento, e ce n'eravamo andate. Quando tornammo ad architettura, dopo qualche giorno, sui muri c'erano ancora gli schizzi di sangue."


"Professorè ma che ci andavate a fa?"


"Avevamo in mente di cambiare il mondo"


" E ci siete riusciti?"


"Mi sa più di quanto si creda."


 


 


3.     A Paris…


( Albergo ad ore [les amants d'un jour] Gino Paoli)


 


Su un treno che solca la notte da Milano a Parigi a diciassette anni, da sola, per la prima volta. A Losanna una lunga sosta per via dell'ora legale. Un vecchio che spinge un carrettino e ulula nella notte "Caffesciòdsciocolatsuisse!". Mirella arriva giusto in tempo prima che il treno riprenda la corsa. La mattina a Parigi è d'oro. L'ostello della gioventù è in centro a Rue de la Victoir, fermata metrò La Faiette.


Boulevard Saint Michel è ancora senza i blocchetti di marmo, li hanno tirati tutti alla polizia e stanno riuniti in cumuli, pronti per la prossima manifestazione. Non abbiamo una lira, abbiamo soldi per quindici giorni e resteremo un mese e mezzo. Non mangiamo, la fame mi attiva le meningi, mi pare di avere un'energia infinita. Parigi è ancora tutta francese. Con i cessi che lasciano la cacca in bellavista e che quando tiri l'acqua fa un carosello prima di andar via. Con i negozietti che vendono vino e la sera mettono le sedie e tavolini sul marciapiede e i vecchietti giocano a carte abbaiandosi l'un l'altro qualcosa di incomprensibile. Con più librerie che negozi d'abbigliamento. Con le banane che costano meno dei pomidoro. Non dormiamo mai, alle due scendiamo lungo Bulevard Hausman, scavalcando gli ubriachi, alla congiunzione con La Faiette tiriamo dentro e siamo a casa. Mi sveglio la notte cantando "Io lavoro a un bar d'un albergo ad ore…". Alla Comedie Française danno Corneille, conosco un russo che mi segue fino all'ostello. Il giorno dopo mi porta un anello, lo caccio via, ma mi regala due biglietti per la Salle Pleyel, danno i cori russi, non resisto. E' un vecchio principe pazzo che somiglia a Nurejev. M'innamoro dei russi perché sono pazzi. Fine del francese comincia l'era del russo.


 


 


 


4.     Mezzanotte a Mosca…


(Il mio canto libero  Battisti)


E' mezzanotte quando arrivo a Mosca scortata da due militari. Mi hanno "beccata" a duecento km. dal limite oltre il quale avrei dovuto essere col mio visto. Il portone di Piazza Dzerjinsky si è richiuso silenziosamente dietro le mie spalle. Hanno intenzione di interrogarmi subito. Me lo dicono con una certa gentilezza, come se mi comunicassero un'operazione chiurgica purtroppo necessaria. Non dormo da un giorno, non ho mangiato da quasi due, non ho più tanto chiaro cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e soprattutto non ho più paura. Mi lasciano sola in una stanza bianca con dei mobili un po' kitch, mi addormento. Mi svegliano, è un graduato quello che mi interroga, le solite domande che mi fanno da due giorni. Perché era lì, ha preso foto, chi conosce, come mai è a Mosca, quando è arrivata, quando andrà via. Poi qualcosa di diverso, ha visto la Tretjakov? Ma certo che l'ho vista, mugiko! Sorridono. Quello che mi innervosisce di più è che non mi sono né lavata né cambiata da due giorni e le mutande mi pizzicano. Mi riaddormento, mi risvegliano, Stavolta il tipo parla francese, stesse domande, qualche tranello o almeno mi pare, ho una percezione ovattata delle cose, forse non era un tranello, forse non ho capito qualcosa. Mi portano in un'altra stanza. Penso che dovrei chiedere di chiamare la mia ambasciata, ma non so il numero e questo mi pare un problema insormontabile, insieme al fatto che forse loro ci resterebbero male. Non voglio che mi mandino via, sono arrivata da una settimana e dovrei studiare, capperi, se mi mandano via succede un casino. Mi risvegliano, non m'ero accorta di essermi addormentata. L'interrogatorio e' in italiano stavolta e faccio fatica a ricordarmelo. Sorridono. Torna il graduato. Lui fa il buono, mi dice che non mi manda via perché sono stata alla Tretjakov. Zeleznaja logika! Ma non m'ero innamorata dei russi perché erano pazzi? Non mi mandano via! Non mi mandano via! Mi fanno una ramanzina che capisco solo in parte. Di sicuro c'è la fregatura ma non ce la faccio a stargli dietro. Mosca all'alba è rosa, la macchina che mi riaccompagna verso Ostankino è immersa nel buio mentre il cielo è chiaro e chiare sono le cime dei palazzi. Non ho più sonno né più inibizioni. Canticchio "In un mondo che… prigioniero è… " l'autista mi guarda e ride. Mosca è uno splendore e nonostante tutto continuo ad esserne innamorata. "E' bella eh?" mi fa lui  come avesse capito i miei pensieri "bellissima" rispondo.


 


5.     The wall…


(Alexander Platz  Milva)



Giro per Berlino di notte. Di qua, di là. Di qua. Check Point Charlie su quel ponte di ferro. Di qua una città in crisi che non trova più la sua identità. Di là una città piena di illusioni che non trova più pace. Sui muri delle case di là, ancora i segni dei proiettili della guerra passata. Niente luci nelle strade, niente negozi. Pezzi di muro sbrecciato ovunque. Pezzi di muro con gli strati di pittura di generazioni di sognatori. Di qua i magazzini pieni di merci scadenti per quelli di là che non si sono ancora organizzati. Le trabant che spippettano residui di piombo grandi come proiettili dalle marmitte. Mercedes platinate con signori in doppiopetto che caricano le puttane di là per portarle a scopare  di qua, che si sta più comodi. Una città allo sbando che per anni ha inseguito un sogno, lo stesso di qua e di là e ora si accorge che non è facile e che realizzarlo è quasi peggio che averlo tanto agognato. Berlino torbida dello Zoo. Berlino torbida delle strade del sesso. Il prezzo delle puttane è improvvisamente calato. Il prezzo dei preservativi improvvisamente aumentato. Berlino senza identità, mi sento estranea mentre attraverso Alexander Platz.. 



 


 


 

 
 
 

Frammenti di non amore

Post n°5 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da Ahira28
 
Foto di Ahira28

Sto seduto sul bordo del letto davanti alla finestra, più ci penso e più mi rendo conto che qualsiasi decisione importante l'ho presa bevendo e anche lei, Chiara, almeno quando non era fatta d'altro.
Era la terza volta quel pomeriggio che riuscivo a prenderla al volo prima che si buttasse dalla finestra.
- Non ce la faccio più Chiara, non ce la faccio più ad andare avanti in questa maniera-
Lei attacca l'ultimo sorso di birra poi si accende una sigaretta.
- Basta - mi dice- voglio finirla!-
Mi giro a guardarla, sta seduta tra le lenzuola con addosso solo il top a fiorellini e si copre gli occhi con le mani appiattite, in quello stato mi fa una voglia da matti, ma sono troppo stanco, troppo stanco, oggi.
- Finire che?- chiedo come se non lo sapessi da solo.
- Non ce la faccio più a stare con me, a sopportarmi a sopportarti, a sopportare tutto. Sono morta, da qualche parte sono morta e tutto questo malessere che sento è la parte morta che imputridisce e fa male-
L'avevo conosciuta a casa di amici.
- Ciao- le avevo detto come se già ci conoscessimo - Ciao- mi aveva risposto e aveva attaccato discorso come se fossimo amici. Forse l'avevo già vista prima e non me ne ricordavo, avevo pensato, anche se era impossibile con una del genere.
- Sei tu che hai ammazzato qualcosa di me e ora mi sento uno schifo, uno schifo da buttare.-
Il cellulare comincia a squillare nella stanza accanto ma ho le gambe troppo pesanti per alzarmi. Adesso non mi ricordo nemmeno come è successo. Credo che sia cominciato tutto a Natale quando siamo stati da Nick. Era una festa piena di gente e c'era anche lei, Giovanna.
Credo di averla notata li' la prima volta. E poi non mi ricordo, l'ho rivista al lavoro, non l'avevo mai notata prima. Una settimana dopo ci andavo a letto, la sera, quando staccavamo, non mi fregava niente di lei, non mi piaceva, ma a letto ci sapeva fare. Succedeva tutto alla svelta senza una parola. Poi Chiara ha scoperto la ricevuta del Motel.
Lei si alza, gira intorno al letto, raccoglie le mutandine e se le infila, si ferma davanti al cassettone e si copre di nuovo gli occhi in quel modo, con le mani piatte. Mi levo la sigaretta dalle labbra dopo l'ultimo tiro che scotta e la faccio schizzare fuori dalla finestra.
Chiara tira su col naso.
- Sei bella- le dico e lo penso davvero, lei e' stata l'unico amore della mia vita ma le parole escono senza convinzione - Sei bella, non sei da buttare Chiara!-
- Chiara un cazzo!- 
Poi si gira e mi tira addosso lo specchietto del trucco che tiene sempre sul cassettone perché è miope e lo sguardo non le arriva mica fino allo specchio grande.
I frammenti dello specchietto si spargono ai miei piedi, luccicano al sole, mi incanto a guardarli.
Sento le macchine passare lungo la strada e il rumore del vento che sposta le tendine.
Ora lei ha smesso di piangere e con i piedi nudi cammina sui frammenti di specchio verso la finestra e io sono troppo stanco, troppo stanco, ora, per fermarla di nuovo.

 
 
 

IO E CAMILLO

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

TAG

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

la.cozzaleo_tzunnvoglioinnamorarmimedea16spritoloLibra.Mentegiuliocrugliano32LaDonnaCamelDIAMANTE.ARCOBALENOlascarifasMcCoy71pacobananastrupia14naturhouse.sienascimmietta820
 

ULTIMI COMMENTI

b-r-a-v-i-s-s-i-m-a!!!! Rosalba
Inviato da: terrafuocoaria
il 27/11/2009 alle 19:03
 
Grazie per avermi letta, e scusa per il ritardo con il...
Inviato da: Ahira28
il 05/05/2009 alle 19:53
 
Hai una bella penna emozionante ... Una penna con...
Inviato da: wublock
il 29/04/2009 alle 19:19
 
Grazie Principe, č un piacere ospitarla ogni volta che...
Inviato da: Ahira28
il 11/04/2009 alle 00:26
 
E' sempre un piacere leggerti.
Inviato da: Arvalius
il 10/04/2009 alle 18:34
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

JOIN MY NETWORK

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963