A.I.DI.CI.

“FEMMINICIDIO”! Vogliamo leggi più severe!


Dal 22 al 29 luglio in Italia sono state uccise tre donne per mano di ex mariti/compagni: Maria Nastasi, Erika Ciurla e Cristina Biagi e nello stesso periodo, una ragazza è riuscita a salvarsi dopo che era stato cosparso il suo corpo di benzina dall’ex fidanzato che non si rassegnava all’idea di perderla come compagna, quindi meglio ucciderla! La parola “femminicidio” è un termine che ultimamente mette sempre più in discussione la mancata attenzione delle istituzioni. La gravità con cui questo fenomeno si diffonde, rende ancora più preoccupante l’apatia politica legata a questo problema. Dopo il caso di Massa Carrara avvenuto il 28 luglio, all’indomani un’ennesima tragedia si consuma nel Salento a Taurisano. Francesco Capone accecato dalla gelosia e rifiutando la separazione dalla sua ex moglie decide che è meglio farla finita, ma prima uccide lei. Ancora una volta una donna uccisa da un uomo che non aveva vissuto bene la separazione da poco più di un mese. Erika non c’è più e anche i tre figli non potranno più contare sull’amore di quella mamma. Lo Stato ancora non ha capito la gravità del problema, lo ha dimostrato il 27 maggio quando si apre la seduta nell’Aula della Camera con un silenzio rispettoso per l’uccisione della sedicenne bruciata dal suo fidanzatino a Corigliano Calabro, ma il silenzio è ancora più triste perché l’aula appare semideserta, quando si doveva affrontare proprio il problema del FEMMINICIDIO. Dove sono le deputate donne? Dove sono le donne parlamentari che dovrebbero sollecitare una giusta legislazione a tutela delle donne italiane?  Sono mesi e mesi che le donne in Italia si mobilitano da Nord a Sud per sensibilizzare l’opinione pubblica alla drammaticità di questo fenomeno. E quando c’è da affrontare il problema e discutere su quali strategie legislative mettere in campo, l’Aula è vuota. E’ sconsolante, viene naturale chiedersi dunque: Quante vittime dovranno esserci ancora, prima che lo Stato intervenga in maniera legislativa nel sanzionare esemplarmente, per impedire che altri commettano gli stessi reati?  Ritengo che 124 donne uccise solo nel 2012 da compagni, mariti, fidanzati, ex che non hanno accettato la separazione, sia un numero troppo elevato per non intervenire. Mentre associazioni al femminile si organizzano per manifestare sempre più la solidarietà alle donne vittime di questi tipi di reato, e sensibilizzare nello stesso tempo il fenomeno del Femminicidio tra giovani e meno giovani; si auspica che al governo si faccia chiarezza e si arrivi a legiferare una legge più severa per i casi di femminicidio e di stalking.Mariella Pompei