Problematiche pisane

29/09/08


Sindaco del Comune di Pisa, Assessore del Comune di Pisa, Gruppi di maggioranza e minoranza, Direttori dei quotidiani Il Tirreno e La Nazione                                                                            Oggetto: Piste ciclabili  Prendendo spunto dall’ articolo del 25 settembre 2008 pubblicato sul quotidiano Il Tirreno “Pista ciclabile, esperimento riuscito” vorrei permettermi di dire poche cose. Forse per deformazione professionale, essendo un tecnico, prima di esternare il mio pensiero su di un argomento verifico se l’oggetto è regolato da una norma. Nel 1999, il 30 novembre è stato promulgato il DM 557 “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”, pubblicato su G.U. n. 225, 26/09/2000, serie generale.Leggendolo mi sono reso conto che ci sono delle incongruenze, più volte denunciate dai cittadini, tra il realizzato, piste ciclabili esistenti e quanto contenuto sulla norma.A volte ci si domanda, ma qual è la finalità, lo scopo del lavoro che si va ad eseguire, del progetto che si va a realizzare? Per quanto riguarda l’esistente della città di Pisa è incomprensibile. Forse gli amministratori e ancor peggio i tecnici non hanno letto il contenuto dell’articolo 2 del suddetto DM “Finalità e criteri di progettazione”. Uno stralcio “Promuovere la mobilità ciclistica e pedonale alternativa all’uso dei veicoli a motore …. Con preminente riferimento alla mobilità lavorativa, scolastica e turistica”. In riferimento a ciò mi permetto di ricordare che la FIAB in particolare, dell’incentivazione dell’uso della bicicletta, all’art. 12 del decreto legislativo n. 38 del 23/2/2000, ha presentato una proposta di legge al Presidente del Senato ed al Presidente della Camera dei Deputati: “Tuteliamo chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro. Proposta di legge per il riconoscimento dell’infortunio in itinere”. Continuando la citazione di quanto riportato all’art. 2 del DM “Puntare alla continuità (ndr mi ci vien da ridere, particolare da sottolineare che a Pisa non è preso in considerazione) ed alla riconoscibilità dell’itinerario ciclabile con percorsi brevi, diretti e sicuri dall’origine alla destinazione dell’utenza ciclistica” “Redditività dell’investimento in riferimento all’uso, (ndr. ma soprattutto) alla riduzione del rischio per gli utilizzatori e alla riduzione dei livelli di inquinamento acustico e atmosferico”. Utopia, non solo a causa degli amministratori, ma anche per colpa di noi pisani che non siamo abituati a rinunciare alle apparenti, ma tanto dannose, comodità e quindi usiamo l’auto o il motore per andare all’edicola o al bar od anche in palestra per fare attività.Ritornando all’articolo iniziale. Come ha terminato il suo intervento l’assessore Gay sulla pista ciclabile del Litorale: “Un ulteriore intento sarebbe quello di ricongiungere le due ciclabili che nei pressi della piazza si dividono”. Bene questo è quello che si auspicano tutti i ciclisti lavoratori e studenti pisani, continuità e sicurezza degli attuali insignificanti spezzoni delle piste presenti nel capoluogo. Colleghiamo la periferia pisana al centro città con sicure piste ciclabili che seguano quanto riportato sul decreto precedentemente citato, non lasciamo come al solito, tutto negli intenti e su carta, cerchiamo di copiare dagli olandesi. Altrimenti il sindaco si gioca la sua credibilità.