Problematiche pisane

26/09/08


Direttori dei quotidiani Il Tirreno e La Nazione                                                                           Oggetto: Prostituzione  Ultimamente sulla stampa locale ho letto che c’è qualcuno che vuol bloccare la prostituzione in casa, attraverso delibere delle assemblee condominiali autenticate da pubblico ufficiale.Mah a volte mi domando se queste persone vivono sulla terra o su qualche altro pianeta. Qualche anno fa in una trasmissione televisiva che aveva come oggetto l’attività libera professionale più antica del mondo che oggi prende il nome volgare di prostituzione, venivano intervistate delle ragazze che volontariamente esercitavano la loro attività in condomini milanesi e che non avevano alcun problema con i condomini in quanto il proprietario dell’immobile da loro occupato, sopperiva al fastidio arrecato, il continuo via vai di clienti, che potrebbe essere lo stesso di uno studio di un commercialista, di un notaio, di un dentista, di un avvocato di un libero professionista che lavora, insoma sopperivano a questo transito continuo, come si può dire, con il pagamento di quote condominiali aggiuntive, che coprivano tutte le spese e quindi non c’era necessità da parte dei condomini di eventuali versamenti. Pacifica convivenza condominiale.Poi c’erano le libere professioniste, per necessità o per sfizio, madri di famiglia, aspiranti donne in carriera e studentesse, che affittavano un monolocale o lavoravano in casa, per incentivare il bilancio familiare o per comprarsi la macchina nuova o la pelliccia o per pagarsi gli studi o per pagarsi le ferie a ….. o per accattivarsi le simpatie del datore di lavoro o di … per migliorarsi le condizioni economiche o … . Poi c’era il servizio di coperta in albergo, il cliente che chiedeva al portiere l’aggiunta della coperta sul letto.Tutte queste persone perché svolgevano e svolgono questa attività libera professionale? Perché ovviamente c’era e c’è richiesta, c’era e c’è il cliente, uomo o donna che sia, che voleva un rapporto extraconiugale, un avventura, un qualcosa di diverso e dall’altra parte, chi esercità, ha una esigenza, una necessità, uno sfizio da togliersi e lo fa effettuando quel tipo di attività intellettuale e fisica.  Naturalmente sulla strada siamo in un’altra realtà, qui ci sono la costrizione, l’obbligo, il ricatto, le minacce, la tortura, la segregazione, le percosse, la violenza ….. questa non è più libera professione, è sfruttamento, qui non c’è la volontà del soggetto nel fare quella determinata attività e questo è da condannare e da eliminare. Come si fa? Non certmente con un asseblea condominiale, o vietando l’attività nei luoghi pubblici o sulle strade, è da struzzi incapaci, lo Stato deve avere il coraggio di affrontare il problema e sostituirsi alla Mafia. Come?  E’ talmente semplice. Iscrizione alla C.C.I.A.A., partita IVA, fattura, pagamento delle tasse, corsi di formazione sulle malattie che potrebbero incorrere nello svolgimento della propria attività e quindi uso del profilattico e visite mediche, eseguite dai medici della Medicina del Lavoro dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in quanto sono soggette a rischio biologico e visto che è una attività ad alto rischio e stressante, lavorazione usurante, pensione a 50 anni. Naturalmente, trattandosi di lavoratrici, le rappresentanze sindacali. Ad Amsterdam nella zona a luci rosse nel centro della città sulla piazza di una chiesa c’è il monumento del sindacato delle prostitute. Ah sacrilego, blasfemo, beh, allora mettiamo la testa sotto la sabbia e facciamo le assemblee condominiali per far si che la prostituzione non entri nei palazzi, magari senza saperlo la proprietaria della porta accanto, quando è a casa arrotonda lo stipendio. Ma poi pensate che la mafia si faccia intimorire da un regolamento condominale. Poveri noi.