Andiamo avanti.

Fa niente


Il titolo non ha senso ma siccome avevo già scritto il post e stavo pubblicando che mi è comparso un check box di dialogo che diceva: "Non hai inserito il titolo", ho pensato di rispondergli: "Fa niente", fattostà che se non avessi inserito un cavolo di titolo...non avrei pubblicato. ahahah Nel corso della vita ci sono cose che cambiano le loro sembianza. Non so se è la maturità, se è lo snebbiamento che subentra quandoil fuoco si spegne e il fumo svanisce si delineano i reali margini delle cose oppure è solo che cambia il nostro modo di vederle per soffrire di meno o per garantirci una possibilità di vivere "puliti", senza i brutti ricordi che ci imprigionano e ci impediscono di vivere fiduciosi. Può anche essere che siamo proprio noi ad aver bisogno di un altro trip, un trip bello per vivere come gli altri...nella normalità.Sono figlia di una mamma e di un papà, come tante altre persone e come altre persone ho avuto un'infanzia ricca di tante cose. La mia infanzia ma è durata per 21 anni, ho vissuto con Doctor Jekill e Mr. Hyde. Il papà mio era un uomo bellissimo, intelligente e forte. Un vero macho! Ero innamorata del papà come accade a tutte le bambine e poi lui era speciale, faceva le cose che altri papà non facevano: rischiava la sua vita per amore della natura e del rischio. Era sempre arrampicato su qualche cosa di altissimo o si trovava nelle profondità della terra a cercar rogne o imbarcato su un qualche cosa che lo faceva correre per l'Adriatico o a scendere con gli sci in fuori pista o, ancora a correre per centinaia di chilometri seguendo il corso di fiumi con il solo scopo di mettersi alla prova. Credo di essere stata una bambina invidiata, perchè il mio papà era un impiegato di concetto mentre i papà delle altre bimbe erano operai e tutti della stessa fabbrica. Io invidiavo le mie amiche perchè loro avevano il regalo di Natale dalla ditta e un finto Babbo Natale che glielo consegnava. Invidiavo le altre bimbe anche per un altro motivo: loro potevano uscire con le amiche, avere i morosetti e potevano ascoltare la musica che volevano e vestire come volevano. Io no: Figlia della democrazia cristiana sono cresciuta timorata da dio che nell'immaginario di mia nonna si trovava ovunque e spiava ogni cosa che io avessi fatto e così papà si guardava bene dal garantirmi unminimo di libertà, così dio poteva vedere che ero brava e sarebbe stato misericordioso con me. Io studiavo tanto e facevo tantissimo sport. Ero la più brava della squadra di pallacanestro, brava con lo sci, brava a nuoto, brava nella squadra sportiva della scuola in tutte le discipline nelle quali mi cimentavo. Insoma, un incubo di noia, però a me stava bene, mi piaceva e pur sognando la libertà...mi sono adattata. Il mio papà era il migliore ma era anche il peggiore perchè era un alcolista anomalo. Uno di quelli che se era sobrio era bravo, affettoso, presentissimo ma se beveva un bicchiere...andava giù tutto il Pò nel giro di un'ora e quel giorno vibrava continuamente per anni e anni. Erano quelli gli anni bui. Anni di botte, d'insulti, di violenze inaudite ed è in quegli anni che ho imparato che cos'è la sopravvivenza, per me, per la mia mamma e per le mie due sorelle più piccole. Non voglio soffermarmi in squallidi particolari che chiunque abbia un minimo di esperienza di vita o abbia letto qualche banale trattato di alcologia può scontatamente immaginare. Ciò su cui vorrei fermare l'attenzione è la dualità dell'essere umano e di come io amavo e stimavo e rincorrevo un uomo così come lo odiavo e gli auguravo la morte finche alla morte è andato incontro lui, cercandola in maniera definitiva. Gli anni che seguirono furono anni di grande confusione: da una parte bisognava lavorare sodo per sistemare le questioni economiche, per sistemare le sorelline, per aiutare la mamma. C'era un senso di liberazione ma anche un senso di vuoto. La sensazione di camminare ed essere sempre osservati e additati o compatiti è una cosa incredibilmente sconvolgente e il senso di colpa "...forse se..." mi ha distrutto la vita e l'estremo gesto di papà che pur ho sempre accettato come un grande gesto di coraggio, mi ha indissolubilmente legato a lui finche morte non ci separi. Paradossale ma poteva andare proprio così e così è stato, per lunghissimi anni. Ho continuato a soffrirne e a chidermi perchè trovando tante risposte che aprivano la strada ad altrettante domande ed alla fine sono arrivata...da nessuna parte. Ho capito solo che siamo tutti piccoli e poveri e che ognuno di noi ha le sue forze e con quelle deve vivere o sopravvivere. Oggi penso a papà e sorrido cercando di eliminare i brutti ricordi e ringraziandolo per quello che sono e anche per quello che non sono. Oggi ero ad un congresso e sono stata avvicinata da un signore che mi ha chiesto se ero la figlia di...Era il suo compagno di banco delle medie. Mi ha fatto bello che a 40 km da casa trovassi qualcuno che mi ha parlato del mio papà quando era giovane giovane  e faceva cazzate a scuola. L'ho ascoltato sorridendo ed ho visto il mio papà umano come tutti i bambini lo sono prima di finire nelle mani di adulti che ti massacrano la vita. Ti voglio bene papà ma non ti cercherò più tra le braccia di un uomo che ti assomiglia, fa tanto male e non serve a farti ritornare nè a espiare le presunte colpe che mi sono data e che non avevo. Adesso devi essere te ad aspettarmi ma quando sarà il mio momento, non correrò più incontro alla morte per punirmi o per redimerti. Quando sarà il momento saremo di nuovo insieme ma saremo iluminati tutti e due e non sarò più una bambina come tu non sarai più il mio sogno irragiungibile. Ti sento vicino ma adesso devi startene fuori dalla mia vita e solo guardare...sempre che tu non abbia di meglio da fare. ahahah e poi ho tanta voglia di stare con la mamma e sistemare le cose tra di noi che ancora siamo qua.Notte