Non ho un nome e se lo avevo l'ho dimenticato,perchè da tempo nessuno mi chiama piu'.Avevo vent'anni,quando persi il mio Amore,Giada,una donna,minuta,deliziosa,concaratteri orientali,capelli neri corvino,lunghi sullespalle,sempre sorridente e una dolcezzadisarmante.Non ricordo come la incontrai,quando inostri sguardi si incrociarono,per la prima volta,o forse non lo voglio ricordare.Ai tempi, abitavo in un paesino alle porte di unagrande città,di cui non diro' il nome,mentrelei e la sua famiglia,risiedevano nella grandemetropoli.Gestivo un negozio di calzature,un piccolonegozio,sito al centro del paesino ove abitavo,negozio di famiglia,in quanto ad aprirlo anniprima,era stato mio nonno.Poi come spessosuccede,l'attività passa di padre in figlio, edera arrivato il mio turno.Anche se l'attività andava bene,sapevoche con l'avvento dei grandi centri didistribuzione delle calzature,dei varicentri commerciali e della concorrenzaspietata nel settore,che altri Paesifacevano al nostro,non saremmosopravissuti per molto tempo.Quindi dovevo prepararmi al peggio,e cercare una alternativa a quella attività,che mi permettesse almeno di vivere.Decisi allora di vendere il negozio,primadell'"apocalisse",ed entrai a lavorarein una grande fabbrica,ove si realizzavanocomputer e accessori informatici.Erano i tempi,in cui questi apparecchistavano "nascendo" e che molto presto,avrebbero soppiantato le macchineda scrivere,la carta copiativa e i bianchetti..La tecnologia,o per meglio dire,il progressodella stessa,avanzava inesorabilmente enon ci si poteva permettere il lusso di stareindietro.Ricordo che a cadenza mensile,vi erano dei corsi di aggiornamento in meritoalla produzione dei nuovi apparecchi.La grande fabbrica,si trovava in periferiadella grande metropoli.Fu proprio' li' che incontrai Giada che lavoravanella mensa della fabbrica come addettaalla distribuzione delle vivande.Il mio primo pranzo in fabbrica,mi porto'a incrociare i suoi occhi a mandorla,cosi'scuri e lucenti che mi ci specchiavo.Ricordo che il suo sguardo,dolce esorridente,mi fece palpitare il cuore etremai dall'emozione arrossendo,rischiandodi far cadere il piatto che avevo fra le mani.Passato quell'attimo di turbamento ormonale,di cui lei si accorse,ma fece finta di nulla,perdelicatezza nei miei confronti o forse perchèera compiaciuta dell'effetto che mi aveva fatto,le chiesi il suo nome,dimenticandomi ilperchè fossi li'.In effetti mi passo' la fame,la mia testa sragionava,avevo perso lacognizione delle cose,mi ero innamoratosolo con uno sguardo di lei.Mi sedetti al tavolo piu' vicino,per guardarlae piu' la guardavo e piu' pensavo:"la devoconoscere,la voglio conoscere,lei è la donnadella mia vita,ne sono sicuro".Guardavo e riguardavo le sue mani,soloper costatare che non avesse nelle ditaanelli di fidanzamento o da sposa.Non neaveva,era libera,evviva ^_^.Ora arrivava il difficile,ero molto timido e nonmi ero mai innamorato prima di allora.Dovevo studiare la tattica di approccio,e ogni pensiero che mi veniva in mente,mi sembrava troppo banale e inopportuno,non riuscivo a trovare un modo giustoper avvicinarla.Ma soprattutto temevo chemi dicesse di no.Ma come spesso succede,dove non arrival'uomo arriva il fato o destino,chiamatelo comevolete.Una sera,passeggiando nel corso principaledella grande città,da solo,mi soffermaidavanti a una vetrina di un grande negoziodi scarpe.Mentre guardavo i prodotti esposti,scorsi Giada,attraverso le vetrate,era intentaa provarsi un paio di scarpe con tacco medio.Mi si illumino' il viso dalla gioia nel vederla,nonci pensai molto ed entrai nel negozio.Mi diressi verso di lei,facendo finta diosservare le scarpe sugli scaffali.Mentre mi avvicinavo a lei,le mie gambe cominciavanoa tremare,inspiegabilmente,maledetta timidezza.In quel mentre,urtai involontariamente unapigna di scatole vuote,che si rovescio' sulpavimento.Pensai:ecco che bella figura di "pizza",ora èmeglio che scappo,prima che mi vede.In quel preciso momento,Giada,attirata dalrumore delle scatole cadute e dalle risa dellecommesse,mi vide,sorrise e mi si avvicino'.Mi sentivo come un tizzone acceso,rossodalla vergogna e non sapevo dove nascondermi.Mi chinai per raccogliere e sistemare le scatolee lei mi aiuto' a farlo, senza dire una parola,anche se sorrideva divertita.Sistemato il tutto,mi guardo' e disse:ciao,che ci fai tu dentro un negozio di scarpeper sole donne???In quel momento speravo che si aprisse unavoragine nel pavimento e mi inghiottisse,perchè avevo toccato l'apice della figuradi "pizza".La mia risposta usci' spontaneamente:sonoentrato qui perchè ti ho vista dalle vetrate,e volevo salutarti.Lei rispose:davvero??? sei veramente gentileimbranato,ma gentile! e rise.Uscimmo dal negozio entrambi,ridendosu quanto era capitato a me.Abbiamo parlato per ore,raccontandocicome se ci conoscessimo da sempre.Mi sono trovato a un certo punto,davantia un cancello di una grande casa,e Giadami disse:sono arrivata a casa,grazie peravermi accompagnata è stato belloparlare con te.Non mi ero reso conto che era tardi,in quanto quando stai bene con unapersona il tempo scorre piu' veloce.Prima di salutarla,trovai il coraggio dichiederle se potevamo incontrarci ancoranei giorni a seguire e la sua risposta èstata: certo,perchè no???!!Ero pazzamente felice,le porsi la manoper salutarla e augurarle la buona notte,ma lei si avvicno' e mi diede un baciosulla guancia.In quell'istante,non servivaun astronave per toccare la luna,io l'avevotoccata da fermo ^_^...Mi disse:buonanotte,a domani;e apri' il cancello,entro' nel cortile elo richiuse dietro di se,salutandomi di nuovocon un semplice ciao.(fine prima parte)
Antonello(seconda parte)Quella sera,riuscii per miracolo a prenderel'ultimo autobus che mi avrebbe portato alpaesino.Ero ubriaco di felicità,parlavoda solo come i matti ^_^,tutto mi sembravastupendo,anche un cassonetto dellaspazzatura,(giusto per dirne una) ^_^.Ritornai a casa mia che era quasimezzanotte,e dalla fermata dell'autobusche dista a poche centinaia di metri,dal portone d'ingresso, ballai a ritmo di sambabrasilera.Chi mi avesse incontratoin quel tratto,si sarebbe di sicuro spaventato,ritenendomi pazzo.Ma se quello era l'effetto che faceval'amore,ero felice di essere pazzo ^_^.Andai in camera mia,non mi spogliai,accesila luce e mi adagiai sul letto,disteso conle gambe incrociate,e fissai il soffitto,ove riuscivo a materializzare con la mente,il viso dolce di Giada,che mi sorrideva.Rimasi in quella posizione per un po',nonso per quanto,fino a che "Morfeo" non preseil sopravvento e mi addormentai,felice.La mattina,quando suono' la sveglia,alle 07,00 mi stupii nel vedermi vestito ecalzato,mi alzai di scatto e mi preparaivelocemente,facendo la spola tra la camera eil bagno,come fossi stato morso da una tarantola,con il risultato che alle ore 07,05 ero gia'fuori di casa,pronto per affrontare unanuova giornata lavorativa,ma soprattuttoper rivedere il mio amore.Io entravo in fabbrica alle o8,00, nel reparto diproduzione dei computer,mentre lei iniziavaalle ore 10,00 nel reparto mensa.Quando sapevo che stava per arrivare,con la scusa di fumare una sigaretta,uscivodal reparto,e le andavo incontro,nel suo,per salutarla,un semplice buongiornoaccompagnato da un sorriso,questo ci bastavaper iniziare stupendamente la giornata.Sul lavoro,come si sa,non bisogna far vedereche c'è del "tenero",e noi fingevamo di essereun po' indifferenti l'uno all'altra,giusto pernon dar adito a richiami da parte delladirigenza e essere oggetto di scherno,da parte dei colleghi di lavoro.Insomma ci amavamo di nascosto ^_^.Dopo la prima sera,ove ci siamo incontratiper caso,ne sono susseguite molte altre,quasi tutte le sere,ove ci davamo appuntamentoin varie zone della città,per trascorrere un po'di tempo insieme per conoscersi meglio.Era bello scoprire ogni volta,che c'eranomolte cose in cui eravamo perfettamentein sintonia,dalla lettura,alla musica aifilm,agli hobby;eravamo perfetti l'uno perl'altra.Ricordo che le prime sere,uscivamo a passeggio,senza darci neanche la mano,poi gradualmente,e istintivamente,ci cercavamo,la mia mano cercavala sua e la sua cercava la mia,ed eravamo unpo' ridicoli negli atteggiamenti,tocca e scappa ^_^.Poi dal darsi la mano,si è passati a stareabbracciati al fianco e camminare allostesso passo,quasi come due militari inparata ^_^,ogni tanto si inciampava e giu'a ridere come matti.Fino ad allora i nostri baci erano stati casti,solo rigorosamente sulle guance,anche se a volte,mi avvicinavo con le mie labbra alle sue,e lesfioravo,come per "tentarla"a baciarmi sullelabbra,ma invano ^_^..Ma stavamo cosi' bene che poco importavaquando e come sarebbe stato, il primo bacio vero.Dopo i nostri incontri,tornavo a casa e sprizzavogioia da tutti i pori,avevo conquistato il mondo,come Cesare nell'antica Roma,ma in questocaso, avevo solo conquistato il cuore di Giadae lei il mio.Ai tempi non c'erano telefonini,sms mms etc etc.le persone parlavano a quattr'occhi e non vierano malintesi.C'era il gusto di parlarsi eascoltarsi,cosa che ora manca,il dialogoè importante è la base dei rapportifra le persone.Nelle nostre chiacchierate,riuscivamo arendere interessanti anche le cose piu' stupidee banali,e ricordo che si rideva molto,perchè era inevitabile che scappasseanche qualche fesseria macroscopica,adesempio affermare che Dante era uno scultoree pittore e che avesse dipinto lui la Gioconda ^_^a pensarci mi vien da ridere anche ora.Era un sabato,quel giorno dovevamofesteggiare il "compleanno" del nostroprimo incontro.Dovevamo incontrarci davanti a quel famosonegozio di scarpe e poi andare a mangiarein un vicino ristorante,una cenetta a lumedi candela,come si usava un tempo,perrendere l'evento indimenticabile.Ammetto anche che speravo che in quellacircostanza,saremmo riusciti a darci ilnostro primo bacio.L'appuntamento era per le ore 20,00 ed ioarrivai mezz'ora prima,tenendo strettanelle mani,una rosa rossa,ben confezionata,con carta argentata e un fiocco rosso.Doveva essere tutto perfetto e specialeper entrambi.Avevo uno strano presentimento,macredevo fosse per l'emozione di incontrarladi nuovo li,come la prima volta.Alle 20,00 non arrivo' e pensai,ecco,adessofa la preziosa e mi fa aspettare,ci puo' anchestare questa opportunità.Cominciai a camminare nervosamente,avanti e indietro,davanti al negozio.Erano arrivate le ore 21,00 e di lei ancora nulla.Cominciai a sudare freddo e non so se era perla rabbia o perchè ero troppo deluso dal suoritardo.Ma un'ora di ritardo era troppo.Quello strano presentimento non mi abbandonava.Allora decisi di prendere un taxi,che era li vicino,e mi feci accompagnare davanti all'abitazionedi Giada.Nell'imboccare la strada che portavaalla sua casa,vidi in lontananza,dei lampeggiantibleu,che illuminavano a intermittenza,la facciatadella casa di Giada.Il tassista disse:"ecco,un altro incidente,c'è la polizia e l'ambulanza,deve essere grave".In quel momento mi sentii scoppiare il cuore e pensai:"Dio dimmi che non è successo a lei,ti prego";la stradaera bloccata dalla polizia,il traffico veniva deviatoin una stradina laterale.Ordinai al tassista di fermarsiperchè sarei sceso li'.Una volta sceso dal taxi,miresi conto di non respirare piu',il mio cuoresembrava fermo,camminavo in direzione delleluci,come un automa telecomandato.Un poliziotto mi fermo',intimandomi di nonproseguire oltre,in quanto una donna erastata investita da un auto ed era decedutasul colpo.Vi era un lenzuolo bianco,checopriva il corpo della sventurata.Non c'era bisogno di alzare quellenzuolo,perchè sapevo gia' chi c'erasotto,lo avevo capito subito ma nonriuscivo ad accettarlo.Avevo ancora con me la rosa,e visto chenon mi facevano avvicinare,la diedi alpoliziotto,pregandolo di metterla suquel lenzuolo.Quel giorno la mia vita è finita con la sua.Sono passati 30 lunghi anni e io continuoa vedere il suo volto e il suo sorriso,ma nonguardando un soffitto,perchè non ho piu' ne unacasa ne un lavoro,ma guardando il cielo,ovelei si trova e spero di raggiungerla presto,perchè lei è il mio unico e grande AMORE.--==oOo==--Questa è la storia di Nico,un senzatetto o barbone,comepreferite,a lui non fa differenza.--==oOo==--sono convinto che meritava di essere raccontata,e spero vi sia piaciuta.--==0=0==--p.s. Nico ha raggiunto la sua Giada il 24/12/2011.Antonello