ALABURIAN

IL GUSCIO DEBOLE


            C'era una volta una lumaca che si chiamava Stella.Aveva il guscio molto delicato: se solo una lumaca lesaliva sopra, si rompeva il guscio.Questa malattia di debolezza era incominciata da quandoera nata, perchè Stella non si era nutrita abbastanza.Tutte le vicine la canzonavano:- Noi siamo più belle! -Ma un giorno Stella pensò di mangiare di più e divennecosi' forte che nessuno osò più canzonarla.     Una storia tira l'altra, questa è di Simurgh2:  C'era una lumaca che era cosi' sola che strisciava lasciando lacrime nella sua bava. Nessuno sapeva, nessuno sentiva o si accorgevacosi' si mise ad imparare a suonare il sax:   
    lo suonava tra l'erba, negli orti o sopra le  foglie.   
    Però l'aveva scoperto arrampicandosi su per il muro  
    sotto la finestra    
"
   di una signora che viveva da sola     
   in un paesetto fuori mano, dentro una valle,    
     che dentro aveva altre millemila cose sempre più piccole e sorprendentiche la signora sapeva guardare cogliere e rubare e che con il suo sguardo,queste mini minuscole cose potevano diventare giganti. Poteva essereuna singola foglia mossa da un refolo di vento o da un filo d'erba che tratteneva una goccia di "agguasso", le mille piccole cose che dormonoall'addiaccio, anche la piccola goccia di rugiada per dire o il guizzo dellatrota nel ruscello      
    o il dente nascosto nella crepa del muro,     
   non so, infinite sono le cose a cui non prestiamo attenzione. La bella signora che viveva da sola e che mi vien da chiamare Emily per via diuna sensibilità che sapeva cogliere la potenza della poesia sparpagliatae insignificante del mondo e della gente. Insomma questa chiocciola,cammina cammina, era salita sul davanzale dove dentro stava la bellasignora. Ascoltava della musica jazz.    
     Roba che in quel paesino non ascoltava nessuno. Nel suo cuore c'era stato una volta uno       
    che lo suonava nei club.    
      Ma queste sono illazioni. In verità non si sa. Fatto sta che la chiocciola, arrampicandosi sul muro, che non è che sappia qualcosa di oracoli o dipremonizioni, ma aveva qualcosa quella chiocciola triste e sola dal gusciodelicato. Forse quel guscio, proprio perchè delicato,  dato  da  una debolezza che non aveva scelto, la chiocciola non lo sapeva,  ma  quellaera anche la sua forza. Nessuna chiocciola prima s'era mai appassionata di jazz. Sapeva che se lo avessero saputo l'avrebbero derisa, come già accadeva per via del suo guscio e proprio per quello nessuno la voleva con sè. La chiocciola allora si sentiva tremendamente triste e sola.  Sul muro che saliva sentiva quella musica che era come le parole che il suocuore non sapeva dire. Si disse che voleva impararle.La signora aveva un piccolo modellino, tipo i soldatini di metallo,  eccouna cosa cosi', solo che era quella di un musicista jazz.  Un nero  chesuonava il sax ispirato.       
        L'aveva posato sul davanzale perchè il sax si era staccato dall'abbracciodel nero e non ci soffiava più dentro. Fatto sta che la lumaca non so comeabbia capito che quello era lo strumento del suo riscatto, fatto sta che simise a suonarlo. E le veniva facile perchè quel lamento e quello strazio leice l'aveva dentro. Lei con il blues c'era nata e l'aveva sempre portato ingiro nella la sua bava. Insomma si capisce come potrà andare a finire dopoche lei si mise a suonare. Il guscio della lumaca era il suo cruccio. Non è che, suonando il suo strazio, diventasse robusto. La sua casa era fragile,       
      poteva rompersi ad una parola prepotente, un'offesa derisa.  Eppure  in quella fragilità c'era tutta la sua bellezza. Ci vogliono intenditori  per poterne avvertire la forza, che non si misura con lo spessore della scorza.Anche la lumaca che si chiamava Stella voleva che qualcuno potesse provare amore per lui.       
     Prese a suonare quel sax imitando quella canzone di Archie Sheep    
"              e gli venne subito meglio ancora di quella, una canzone bellissima.Era cosi' piccolo quel sax di metallo che si era staccato dalla statuetta, che il suono era quasi impercettibile: all'uomo ma non alle chiocciole. Pensòche la forza per cui era sempre stata derisa, poteva adesso far sentire chequella forza gli era cresciuta dentro. A quella forza non serviva il cibo difoglie di lattuga ma che si era nutrita di solitudine, scacco, derisione. E cosi' adesso poteva suonare una canzone. Non s'era mai visto una lumaca suonare un sassofono. Cosi', quando in giro per gli orti cominciarono a sentirlosi sparse la voce.        
 E per lo stupore gli alberi divennero blu.  Grazie, Simurgh                      Pittura Paul Cézanne                                                                           Pittura Marc Chagall                                                                                                                             Pittura Marc Chagall