ALABURIAN

Spaventarsi dei bambù


  
  Volevo tagliare l'erba del prato che sta dietro casa.Ho riempito di benzina il serbatoio del tosaerba facendo attenzione a non farlotraboccare durante il travaso dalla tanica e ho eseguito,  in successione,  le altreoperazioni che mio fratello mi aveva spiegato per bene di fare.Infine mi sono concentrata per irrigidire i muscoli e tirare con forza il filo per avviare ilmotore.Si sa che il motore non parte al primo tentativo,  e che il filo,  che si riavvolgeautomaticamente, va  tirato più volte.Invece, già al primo tentativo, il filo non si è riavvolto e io sono rimasta stupita, delusae anche un po' indispettita.Non volevo chiedere subito aiuto, per non disturbare mio fratello che stava guardandoun film alla televisione al piano di sopra.Allora, facendo finta di niente, mi sono messa ad innaffiare i fiori davanti a casa,facendo rumore con l'acqua che sprizzava nell'innaffiatoio dal rubinetto della fontana.Lui,  che da sempre si fa vivo non appena mi sente,  dovunque io sia, è uscito sulbalcone e io gli ho raccontato del tosaerba in panne e di come avessi urgenza ditagliare,  soprattutto per decapitare i bambù appena nati, e perciò ancora teneri,che stavano abbondantemente sconfinando nel prato. E' sceso a vedere e ha capito che si era rotta la piccola molla che fa riavvolgere il filo."Te lo porto io ad aggiustare" mi ha detto,  e poi sorridendo ha aggiunto:"Non ti devi spaventare dei bambù" 
  
POTEVO SPAVENTARMI DEI BAMBU'? Potevo spaventarmi dei bambù,  quando un giorno che non me l'aspettavo più,nel prato andando in giro - convinta di non essere un fachiro -i piedi, mi bucarono, dure punte all'insù,  e feci ahi! e mi fermai all'istante e feci buh! guardando giù una graticola di lance, armi fuoriuscitenella notte - immaginai - di un muto esercito che avanza con frenetica baldanza- grugni duri a frotte  - bizzarri capi fogliati - soldatibardati d'armature  - tinta bronzo variegato - tipo stracciatella del gelato.Dai congegni inceppati della luna  - pensai - è nata un'insolita nidiata  slittata  a giugno, dal passato maggio,  quando io con coraggio confidavo scongiurata - per quest'anno - la cadenza dell'azione di colonizzazione dei  solerti e prosperi bambù che,  a partir da uno, ora formano un boschetto,  del prato al limite, laggiù.Ha un bel dire,  mio fratello,  che il boschetto è bello.Qui mi sa che non ho scampo - morirò assediata - con l'auto intrappolata sottola tettoia accerchiata - giusto in tempo  il cane se la sarà filata -vedendo la sua ciotola  infilzata,  in preda alle vertigini,  precipitare giù.Insomma, se vi chiederete dove son finita,  pensatemi inghiottita  - che neavevo ben donde  -  di spaventarmi dei bambù!   - a meno che,  felicecome la signora  qui,   a farci lo yoga  non  resterò lì.