ALABURIAN

LA LAVANDA


 
 C'erano le forbici sul tavolo...che oggi   non so come  ma  volendo  potrei perfino spiegare perchèho ripreso a tagliare stoffa ragionando sulla scelta di un modelloda realizzare. Voglio farmi un vestito nuovo  perchè ritengod'aver troppo a lungo rinunciato all'idea di sembrare un'altra me. Lo so che l'abito non fa il monaco. Se vedo uno con il saio tuttavia, l'idea  che  sia un monaco  ce l'ho.Ora,  non è che io voglia cucirmi un saio, nè tantomeno somigliare a un monaco.Semplicemente voglio un vestito nuovo che esalti di me quel che c'è   - nel bene e nel male -  qualunque cosa sia. E chi mi vede col vestito nuovo dica d'istinto: ecco, quella è lei,la riconosco dal vestito nuovo. C'erano le forbici sul tavolo e un po' più in là il ditale, il filo, l'ago, il metro,e sul mio naso gli occhiali che  permettono di vedere da vicino e che mi stancanoun casino - lo so -  non è un gran termine,ma esprime l'entità  del disturbo che mi danno. Di tanto in tanto mi toglievo gli occhiali  per posarli accanto alle forbici - sul tavolo -poi mi avvicinavo alla finestra a ragionare sui benefici degli alberi là fuori, specie i tigli,  che saziano l'ariadi dolcezza,  come la vista gli oleandri di mediterranea bellezza. E' così che da lontano mi è saltata agli occhi la lavanda nel fulgoredella piena fioritura  - che troppo poco dura -  ha bofonchiato il gatto-  così mi è parso. Ho scacciato di brutto il gatto,  e dalla mente  quel che forse aveva detto - e  io  capito -- anzi - lì per lì ho deciso che era ora di darci  un taglio  alla lavanda,riprendendo a ragionare seriamente sui benefici di un bel vestito  nuovo.    
 
la stoffa del vestito