Un attore in scena

Il dialogo tra scettico e credente


 Per quanto persuasivi possano apparire gli argomenti per dimostrare l'esistenza di Dio fondati sulla cosmologia o sulla presenza di un ordine nel mondo della natura, si tratta pur sempre di prove molto indirette. Taluni, però, affermano che la presenza di Dio si manifesta, attraverso i miracoli, direttamente nel mondo. Tutte le grandi religioni danno testimonianza di miracoli avvenuti in passato, come si può agevolmente vedere leggendo la Bibbia; e anche oggi, di quando in quando, si grida al miracolo.Se vogliamo cercare di valutare il peso ditali testimonianze occorre in primo luogo, stabilire con precisione che cosa s'intende con questo termine, "miracolo": infatti, a questo proposito non vi è affatto unanimità di opinioni. Non diciamo forse "un miracolo della scienza moderna" senza per questo accennare ad alcunché di preternaturale, ma solo per suscitare un'impressione di qualcosa d'insolito e di spettacolare? Secondo Tommaso d'Aquino, un miracolo è "ciò che avviene per intervento divino scostandosi dall'ordine normale delle cose". Noi diremmo, dunque, che un miracolo costituisce una violazione delle leggi di natura che avviene a opera di Dio. In altri termini, Dio interviene direttamente nel funzionamento del Suo mondo e ne modifica qualcosa violando le regole da Lui stesso create. Se davvero potessimo essere certi che i miracoli avvengono, disporremmo di una prova inconfutabile sia dell'esistenza di Dio sia del Suo interessamento a questo mondo.Il termine, comunque, ha anche un'accezione più lata: parliamo di persone "sfuggite per miracolo" a qualche disgrazia, che magari per questo si convincono dell'esistenza della bontà di Dio. L'unico sopravvissuto di un disastro aereo reputerà miracolosa la sua sopravvivenza, sebbene in tal caso lo stesso evento miracoloso abbia significato l'inutile morte di tutti gli altri passeggeri.Questa fideistica interpretazione degli avvenimenti fuor dell'ordinario rientra in una categoria diversa in quanto non contempla la violazione esplicita delle leggi di natura. Nessuno infatti penserà mai che il fatto che da un disastro aereo sia sopravvissuta una sola persona comporti una temporanea sospensione delle leggi della fisica: si tratta solo di una coincidenza; insolita, sì, ma pur sempre nell'ambito del normale funzionamento dei processi fisici. Ci lanciamo con il paracadute, il paracadute non si apre ma cadiamo dritto sopra un pagliaio: abbiamo avuto fortuna, e basta. Non c'è bisogno di tirare in ballo un intervento diretto di Dio.Coloro che vedono la mano di Dio nelle coincidenze improbabili, negli interventi provvidenziali, non fanno che interpretare eventi del tutto naturali, per quanto insoliti, in modo teistico. Tuttavia, per quanto convinto possa essere il fortunato mortale in questione, non possiamo certo inferire l'esistenza di Dio da eventi come questi. Vinciamo una grossa somma al totocalcio: accontentiamoci della riflessione che, date le regole del gioco, qualcuno deve pur vincere. Perché il soldato che, invocando l'aiuto divino, uccide i suoi nemici in battaglia, non si chiede dov'era Dio quando L'invocavano i soldati nemici?    Credente: Io credo che i miracoli dimostrino in modo lampante l'esistenza di Dio.   Scettico: In quanto a me, non ho capito bene cosa dovrebbe essere un miracolo.   Credente: Ebbene, qualcosa di straordinario, d'imprevedibile.   Scettico: Quale ad esempio la caduta di una grossa meteorite, e l'eruzione di un vulcano? Si tratta forse di eventi miracolosi?   Credente: Ma no. Si tratta di fenomeni naturali. I miracoli sono soprannaturali.   Scettico: In che senso, esattamente, impiega il termine "soprannaturale"? Mi pare lo usi come sinonimo di "miracoloso" (consulta un buon dizionario.) Ah, sì, senta: "Soprannaturale: che si manifesta al di fuori dell'ordine normale della natura". Uhm. Dipende da cosa s'intende per "normale", immagino.   Credente: Bè, una cosa che ci è familiare, che conosciamo bene.   Scettico: I nostri antenati, dunque, non avendo familiarità né conoscendo l'elettromagnetismo, avrebbero ritenute miracolose una dinamo o una radio.   Credente: Bè, sì, forse: ma a torto, perché noi sappiamo che funzionano secondo le leggi di natura. Un evento veramente soprannaturale, invece, non ha una causa riconducibile ad alcuna legge di natura, sia essa nota o ignota.   Scettico: Ho l'impressione che ci sia qualche cosa che non va, in questa definizione. Come facciamo a sapere quali leggi ci possono essere sconosciute? Magari esistono leggi stranissime che non conosciamo perché non ci è mai capitato di trovarcele sotto gli occhi. Supponiamo di vedere un sasso che galleggia nell'aria. Direbbe che è un miracolo?   Credente: Mah, dipende... Prima dovrei essere sicuro che non ho una allucinazione, o che magari non c'è sotto qualche trucco.   Scettico: Ma forse esistono processi naturali della cui esistenza nemmeno sospettiamo e che inducono superallucinazioni.   Credente: O magari tutto quanto percepiamo è allucinazione, o illusione che dir si voglia. A questo punto possiamo anche smettere di discutere e andare ciascuno per la sua strada.   Scettico: Ah, no, lasciamo perdere questo tipo di cose. Però, tornando al sasso che vola, come si fa a essere sicuri che non ci sia sotto qualche strano scherzo del campo magnetico o gravitazionale?   Credente: E più facile credere in Dio che a fenomeni del magnetismo così bizzarri. E questione di ciò che è più credibile.   Scettico: Comunque sia: un miracolo è, secondo lei, qualcosa provocato da Dio.   Credente: Sicuro. Certe volte, però, egli impiega esseri umani quali intermediari.   Scettico: Ne consegue che, sostenendo che i miracoli sono prova dell'esistenza di Dio, s'incappa in una tautologia: "I miracoli dimostrano l'esistenza di un'entità che compie i miracoli". In realtà, e del resto l'ha ammesso anche lei, si tratta solo di crederci. Bisogna credere in Dio perché si possa gridare al miracolo. Certi eventi che sembrano miracolosi non sono di per sé prova dell'esistenza di Dio: posso-no sempre essere eventi strani, bizzarri, insoliti, ma pur sempre del tutto naturali.   Credente: Sono pronto ad ammettere che un sasso che si solleva in aria non costituisce un miracolo molto convincente. Pensiamo però ai miracoli veri, storici, dei Vangeli. Il miracolo dei pani e dei pesci, ad esempio. Adesso non mi verrà a dire che magari c'è una legge di natura di tal sorta che rende possibile la moltiplicazione dei pani e dei pesci!   Scettico: Un momento, un momento. Deve avere degli ottimi motivi per dar fiducia a un libro scritto un paio di millenni fa da alcuni bigotti superstiziosi che avevano tutto l'interesse a far la pubblicità a una nuova marca di religione, non è vero?   Credente: Ma sa che lei è davvero cinico? Presa isolatamente, la narrazione della moltiplicazione dei pani e dei pesci non ha peso alcuno. Bisogna vederla nel contesto dei Vangeli, e della Bibbia. Si dà testimonianza anche di altri miracoli, sa.   Scettico: Ad esempio?   Credente: Gesù che cammina sulle acque.   Scettico: Un caso di lievitazione, dunque. Non ha detto, poco fa, che si tratta di un miracolo "poco convincente"?   Credente: Ma se si tratta di un sasso! Non di Gesù!   Scettico: E cosa c'è di diverso?   Credente: C'è che Gesù, essendo figlio di Dio, disponeva di poteri soprannaturali.   Scettico: Una risposta elusiva, come minimo. Io non credo affatto che Gesù avesse poteri soprannaturali. Anche ammettendo che abbia davvero camminato sull'acqua, io preferirei credere a un qualche bizzarro fenomeno naturale. Comunque, io non ci credo a queste storie. E non si limiti a guardarmi così! Mi fornisca almeno un buon motivo per crederci.   Credente: La Bibbia è stata ed è fonte di ispirazione per milioni di persone. Non si può prendere alla leggera.   Scettico: Be', mi pare che il Capitale abbia svolto un ruolo analogo. E se Carlo Marx mi venisse a raccontare di miracoli, non crederei nemmeno a lui.   Credente: D'accordo. Lei non crede che la Bibbia sia verità rivelata. Ma ci sono altre testimonianze, centinaia e centinaia, e alcune anche recenti, di gente che ha visto, che ha sperimentato di persona i miracoli.   Scettico: Be', si sa: la gente dice ogni sorta di cose. Chi sale su un disco volante, chi si teleporta a Calcutta, chi prevede disastri aerei...   Credente: Certamente, lo ammetto, c'è spesso chi afferma cose del tutto indegne di fede. Ma, e le guarigioni miracolo-se? E Lourdes?   Scettico: L'ha detto lei prima: "E questione di ciò che è più credibile". Trovo più facile immaginare una malattia psicosomatica che un miracolo. È più semplice dire che siamo di fronte a qualche guarigione difficilmente spiegabile che invocare l'intervento di una divinità.   Credente: Ma non si può mica spiegare tutti i miracoli tirando in ballo le malattie psicosomatiche. E cosa vuol dire, poi, "malattia psicosomatica"? Non è che un eufemismo per indicare qualcosa che è scientificamente inspiegabile. E poi, un'altra cosa: perché mai ci sarebbe tanta gente convinta della realtà dei miracoli, se si trattasse solo di anomalie della natura, di bizzarrie del caso?   Scettico: Perché la magia non è ancora morta. Prima che inventassimo la scienza, o anche che fondassimo le grandi religioni, i nostri antenati, gli uomini primitivi, ricorrevano alla magia per spiegare praticamente ogni cosa. Tutto avveniva per l'intervento di un dio, o di un demone. Poi è venuta la scienza, a spiegare; e dal canto suo la religione ha ristretto il numero di tutti questi dei a uno solo. E allora cominciato il declino della magia, che non convinceva più. Ma qualche traccia rimane ancora.   Credente: Ed ecco che adesso mi viene a dire che i pellegrini che vanno a Lourdes credono nella magia, sono idolatri, credono nei demoni!   Scettico: Non consapevolmente, certo. Ma credono nelle guarigioni miracolose così come in certe tribù africane si crede nello stregone, o alcuni credono negli spiriti. Del resto, le grandi religioni non hanno fatto che istituzionalizzare le credenze magiche d'un tempo. I miracoli sono la versione aggiornata delle buone vecchie stregonerie di una volta.    Credente: Esistono forze del bene e del male, che si manifestano in molti modi.   Scettico: Ne deduco che esistono anche eventi soprannaturali cattivi. Dimostrano anch'essi l'esistenza di Dio? Dio è anche malvagio?   Credente: La questione del bene e del male è dal punto di vista teologico molto delicata. Le opinioni a questo proposito sono molte e molto sfumate, e occorre andar cauti. Comunque, qualunque sia l'origine del male, è attraverso l'uomo che si manifesta.   Scettico: Quindi, ammesso e non concesso che esistano i cosiddetti poteri occulti, questi non discenderebbero necessariamente da Dio?   Credente: No, certamente no.   Scettico: Dunque, esistono almeno due tipi di eventi soprannaturali: quelli che traggono origine da Dio, e che lei chiama miracoli, e quelli cattivi, o malvagi che dirsi voglia, e che chiameremo magia nera, o in altro modo se il termine non la soddisfa; l'origine di questi ultimi è controversa. Immagino poi vi saranno eventi neutri, o di mezzo. La psicocinesi, per esempio, o la precognizione. Confesso che in questa gerarchia del soprannaturale mi trovo a disagio. E troppo complicata. Preferisco definire tutto quanto fantasie primitive. Relitti dell'età della magia, ecco cosa sono, resti di politeismo. Lei crede nei miracoli: ebbene, lei rappresenta la faccia rispettabile di un cumulo di superstizioni primitive e anche nevrotiche che non si addicono affatto alla maestà e alla potenza di quel Dio in cui dice di credere.   Credente: Ora sta esagerando, mi pare. E così irragionevole supporre che esistano poteri soprannaturali che sono suscettibili di manipolazioni di varia natura, buona o cattiva? Le guarigioni miracolose, ad esempio, ne costituiscono l'aspetto buono.   Scettico: E dimostrano che Dio esiste?   Credente: Così credo.   Scettico: E quelli che non guariscono? Quelli che se ne tornano a casa malati come prima? Forse che costoro non interessano, a Dio? O forse la potenza divina è soggetta a vacillamenti improvvisi?   Credente: Misteriose sono le vie del Signore, ma il Suo potere è infinito.   Scettico: Questo è un modo forbito per dire: non so. Comunque, visto che il potere di Dio è infinito, a che servo-no i miracoli?   Credente: Non capisco.   Scettico: Un Dio onnipotente che regge tutto l'universo e che può far accadere qualunque cosa voglia non ha bisogno di miracoli. Se intende salvare uno che sta morendo di cancro, perché ha fatto sì che si ammalasse, in primo luogo? Anzi, a me sembra che i miracoli, se esistessero, starebbero a testimoniare che Dio non ha più controllo pieno sul mondo e che sta goffamente tentando di tappare le falle. Perché mai, altrimenti, Dio farebbe i miracoli?   Credente: Attraverso i miracoli Dio manifesta il Suo potere.   Scettico: E perché in modo tanto ambiguo e oscuro? Perché non scrive una dichiarazione sul cielo, o fa diventare la luna a scacchi, o compie qualsiasi altra cosa che sia chiara e incontrovertibile? O, meglio, perché non impedisce qualche grande cataclisma naturale, o blocca il diffondersi di un'epidemia? Ammettiamo pure che a Lourdes qualcuno guarisca: ma è una goccia nel mare, e i mali che affliggono l'umanità restano enormi. Ripeto: i miracoli di cui mi parla mi sembrano indegni di un Dio onnipotente. Qualche caso di levitazione, la moltiplicazione di un po' di cibo... Sembrano i trucchi di un prestidigitatore. Non è preferibile pensare che siano frutto dell'immaginazione degli uomini?   Credente: Noi non lo sappiamo, ma forse Dio non fa altro che allontanare disastri dal nostro capo.   Scettico: Questa non è una risposta. Potrei dire lo stesso di me: non lo sapeva che la terza guerra mondiale non scoppia solo perché ogni mattina, svegliandomi, recito un potente incantesimo? Potrei dire questo, e portare come prova il fatto che il mondo c'è ancora. Tra l'altro, mi sembra che ci sia un gruppo di ufologi, se mi passa il termine, che sostiene praticamente la stessa cosa.   Credente: Ma non è Dio che in ogni momento permette al mondo di esistere? Quindi, in un certo senso tutto quello che accade è un miracolo, e non ha senso distinguere tra ciò che è naturale e ciò che è soprannaturale.    Scettico: Mi pare che stia cambiando le carte in tavola. Ora dice che Dio è la natura.   Credente: No. Io dico che Dio è la causa prima di tutto ciò che avviene nel mondo della natura, anche se tale causalità non si esplica necessariamente in senso temporale. Egli non si è limitato a mettere in moto la macchina del mondo per poi stare a vedere quel che succede. Dio è di là del mondo, e sopra le leggi di natura: da Lui deriva l'esistenza di ogni cosa.   Scettico: Abbiamo qualche problema semantico, temo. La natura ha le sue leggi e l'universo percorre un itinerario evolutivo stabilito da queste leggi. Lei dice esattamente la stessa cosa, in altri termini. Quindi, Dio non è un'entità, ma un concetto, un modo di dire. Dire che Dio regge l'universo è un enunciato che, sebbene più oscuro, equivale a quest'altro: l'universo continua a esistere.   Credente: Il puro e semplice fatto che l'universo continua a esistere non basta: occorre anche una spiegazione. Questa spiegazione è Dio, il cui potere realizza in ogni momento il miracolo dell'esistenza. L'intervento di Dio nel mondo si manifesta il più delle volte secondo un certo ordine - secondo le leggi di natura, direbbe lei. Di quando in quando, però, Egli si discosta da questo ordine e si manifesta altrimenti: i miracoli sono segnali che Dio invia agli uomini per ammonirli, o interventi intesi ad aiutare chi crede in Lui: così è avvenuto quando le acque del Mar Rosso si sono aperte per lasciar passare gli ebrei.   Scettico: Sarà. Ma non capisco perché questo operatore miracoloso debba per forza coincidere con Chi ha creato l'universo, Chi porge orecchio alle preghiere, Chi ha inventato le leggi della fisica, Chi giudicherà, alla fine dei tempi, i vivi e i morti eccetera eccetera. Perché non congetturare l'esistenza di diverse entità sovrannaturali? Ciò sembra logico anche perché tutte le religioni, anche quelle che sono ferocemente avverse l'un l'altra, vantano i loro miracoli. Se si crede ai miracoli bisogna anche ritenere che esistano molti esseri sovrannaturali in concorrenza tra loro.   Credente: Credere a un solo Dio è più semplice che credere a molti dei.   Scettico: Comunque sia, i miracoli non possono dimostrare logicamente l'esistenza di Dio. Mi sembra, il concetto di Dio, una razionalizzazione di quell'istinto che ci porta a personificare le forze che agiscono su di noi. C'è chi la chiama fortuna, e chi Dio. Come si fa a prendere sul serio questi cosiddetti miracoli?   Credente: Giacché Dio è il creatore di tutto, non si vede perché non possa intervenire nel mondo materiale. Ma pensi al miracolo che è questo Suo universo: la moltiplicazione dei pani e dei pesci mi stupisce molto di meno.   Scettico: Come sempre, i suoi argomenti si basano tutti sul presupposto che Dio esiste. Sono d'accordo con lei in questo: se Dio esiste e, se come lei afferma, questo Dio è onnipotente, onniscente, infinito, infinitamente buono eccetera eccetera, certamente la moltiplicazione dei pani e dei pesci non sarebbe altro, per Lui, che una bazzecola. Ma come facciamo a sapere che esiste?   Credente: Ce lo dice la fede.   Scettico: E proprio questo il punto. Il dialogo non ha una conclusione perché potrebbe andare avanti all'infinito: ne emerge però, credo, l'elemento essenziale del conflitto tra scienza e religione per quanto riguarda il sovrannaturale. Chi crede in Dio crede anche che Dio si manifesti intorno a lui ogni giorno: quindi i miracoli risultano perfettamente accettabili perché non sono altro che un'ulteriore manifestazione della presenza divina nel mondo. Lo scienziato, invece, vede il mondo in altro modo, retto dalle leggi di natura: il miracolo quindi gli appare un'aberrazione, un evento patologico che offusca la simmetria e la bellezza della natura. Gli scienziati preferiscono fare a meno dei miracoli.Le prove di fatto relative all'effettiva realtà dei miracoli sono naturalmente estremamente controverse. Le testimonianze da sole non bastano, perché se accettassimo questo criterio dovremmo anche accettare innumerevoli altre testimonianze su fenomeni molto discutibili: l'esistenza degli UFO e dei fantasmi, della telepatia e della telecinesi, per esempio. E comunque, anche se lo scienziato si convincesse ad accettare la realtà dei miracoli, non vi sarebbe una chiara distinzione tra l'ambito del miracoloso e l'ambito del paranormale.I fenomeni paranormali, dall'ESP alla capacità di piegare le posate a distanza, suscitano molto interesse. Quasi nessuno, tra gli studiosi del ramo, attribuisce connotazioni teologiche a questi fenomeni: sono miracoli senza Dio. Fortunatamente, perché la religione risulta degradata dall'ignoranza e dall'isterismo che spesso sono collegate al paranormale. Una nota rivista popolare ha avuto la sfrontatezza di paragonare Un Geller al Cristo. Sfortunatamente, anche molti miracoli hanno aspetti comici. Si pensi a san Giuseppe da Copertino, ad esempio: il santo mostrava una così ostinata tendenza a staccarsi dal suolo durante i riti religiosi che i suoi confratelli, imbarazzatissimi, dovettero confinarlo nella sua cella durante la Messa.E degno d'interesse il fatto che molti aspetti caratteristici del sovrannaturale religioso si manifestano oggi presso i cosiddetti culti UFO. Vi sono alcune testimonianze, ad esempio, secondo cui taluni affermano di essere miracolosamente guariti da un male incurabile a seguito di un incontro con extraterrestri; secondo altre testimonianze, lo stesso effetto può avere il semplice avvistamento di un UFO.Anche la levitazione è molto in voga: i dischi volanti sfrecciano silenziosi nei cieli mossi non da razzi o da altre rozze forze motrici, ma dall'abolizione della forza di gravità. Anche gli ufonauti, talora, godono della stessa proprietà, e quando scendono a terra procedono senza toccare il suolo con i piedi, o con altro.Si sa che gli uomini da sempre avvistano strani oggetti nel cielo, assistono a fenomeni di levitazione o testimoniano di guarigioni miracolose: si tratta di credenze profondamente radicate. La comparsa delle religioni organizzate ha conferito loro una vernice di rispettabilità e di razionalità, senza però intaccare sostanzialmente queste convinzioni ataviche. Oggi, con il declino delle religioni organizzate, questa vernice s'è scrostata e le credenze primitive sono riemerse, appena camuffate questa volta con una spruzzata di tecnologia, parlando il linguaggio di una pseudoscienza: viaggi interstellari, campi di forza misteriosi, l'azione diretta della mente sulla materia. Una sintesi variopinta di superstizione primitiva e fisica dell'età dello spazio.Da sempre, i miracoli costituiscono l'aspetto più ambiguo di ogni religione schierandosi, con grande imbarazzo di alcuni, fianco a fianco con altri fenomeni cosiddetti paranormali, molti dei quali - si pensi ad esempio ai vari culti diabolici -mostrano aspetti francamente sgradevoli. Il credente si trova di fronte a un compito doppiamente difficile: deve persuadere lo scettico che i miracoli esistono sul serio (compito veramente arduo, data la natura molto dubbia di gran parte delle testimonianze) e quindi persuadere se stesso che i miracoli discendono in qualche modo direttamente da Dio. Ciò comporta o di attribuire alla divinità tutti gli eventi sovrannaturali (anche quelli sgradevoli) o di tracciare in un modo o nell'altro una netta distinzione tra i miracoli di Dio e gli altri. E poi, in un mondo in cui l'ESP è familiare quanto l'alfabeto, molti di coloro che credono nei miracoli sono più disposti ad attribuirli al potere della mente che al potere di Dio.