Un attore in scena

Gli smartphone e la fine della conversazione


Gli smartphone e la fine della conversazioneIl fotografo londinese @babycakesromero testimonia la nostra dipendenza dalla tecnologia. Il rischio? Secondo lo psicologo se si esagera con Facebook&company finiremo per non parlarci più. Perdendoci il presente 
Ed io lo dico da tanto tempo, vedo la gente con lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare, capo chino, nessuno si guarda in faccia, nessuno si dice più le cose in faccia…perché tutto ciò accade e a cosa porterà?
"Non è questione di nostalgie o sentimentalismo: l'uso smodato di smartphone e tablet sta uccidendo la socialità". Ne è convinto il fotografo londinese @babycakesromero, che all'argomento ha dedicato la serie "Death of conversation".
"È una realtà sotto gli occhi di tutti", spiega. Dalle metropolitane ai ristoranti, dai cinema alle aule scolastiche: tutti, a ogni età, sono presi a scrivere compulsivamente su Whatsapp, a controllare lo stato dei social, a postare foto e selfie in ogni momento. Il rischio? Non parlarsi più, non guardarsi più negli occhi, riempire i silenzi con i display dei cellulari. 
Insomma per assurdo c’è così tanta “socialità” e voglia di condivisione da creare un gruppo di compulsivi che riempiono i loro vuoti con la macchinetta infernale. Chi di voi non ha visto, o magari fa parte già di questo gruppo di nuovi masturbatori del cellulare all’interno della metropolitana o sul bus?
Tutti facciamo parte di questo mondo che ha creato un bisogno di cui non avevamo…bisogno.
Sul cellulare ci sono le foto dei nostri figli, amanti, mogli, mariti, vacanze. Possiamo condividere ogni nostra cosa personale di cui forse potrebbe non interessare a nessuno. Ci facciamo una marea di “selfie”, non chiediamo più a nessuno di scattare una foto a noi, ma preferiamo rinchiuderci nel bagno, chiudere le labbra a mo di buco di culo e fare vedere quanto siamo, o crediamo di esserlo, belli.Si va sull’assurdo: pur di ottenere un mi piace c’è gente che si fa un “selfie” mentre si fa una dialisi (visto con i miei occhi).
E poi nessuno ti guarda più il viso…non ci si parla più nemmeno al telefono. Forse perché sono finite le parole.Si condividono link, notizie (spesso false), ci si può anche ammalare e uccidere via cell. Succede di tutto. Si è perso il piacere della carezza o del bacio, o anche dello sguardo. Ci si chiede se si può avere l’amicizia su face book, le frustrazioni vengono espresse online. E soprattutto si sta sempre con capo chino. 
Come ci spiega lo psicologo milanese Amedeo Bozino Resmini: "Gli ultimi studi in materia dimostrano che controllare lo smartphone la sera e durante gli orari notturni diminuisce la performance lavorativa del giorno dopo e inficia attenzione e concentrazione". E ancora, "L'uso di tablet e smartphone in sostituzione di noi genitori e della babysitter è sempre più presente. I bambini esplorano meno lo spazio (inficiando l'apprendimento) e usano meno la fantasia. Il pericolo maggiore è che oltre a perdere il contatto reale con l'altro, rischiamo di perdere quello con noi stessi, con un piede nel passato ed uno nel futuro, quasi mai nel presente". Popper urlava a gran voce Televisione Cattiva Maestra; chissà oggi cosa direbbe.Sono senza parole… Alan Paul Panassiti