Un attore in scena

Il Bosco di Certaldo


C'era una volta una famiglia.Era speciale.Le origini erano incredibili.C'era una guerra per un isola, c'erano le lingue più comuni al mondo, c'era l'amore.Anche il sole era la regola, ma poi all'improvviso arrivo il buio.Arrivò la morte e la malattia, la solitudine e la bugia, la povertà e l'agonia.Anche i sogni diventavano incubi, la realtà era mischiata ai fatti, i fatti erano divenuti irreali.Il lavoro costava fatica, ma senza fatica non c'era lavoro, il peso dei sogni era insopportabile e la divisione era legittima.Ognuno portava il suo rancore verso il buio, il dispiacere era un alibi per non combattere e arrendersi.Le distanze si ampliavano e si accorciavano, dipendeva dalla rotazione delle emozioni.Ma dopo le urla era il silenzio a farla da padrone.Assordante come una bomba, il sussurro e il malanimo regalavano solo ostili supposizioni.E poi arrivò il tempo della vergogna, delle nubi che diventavano nebbia, del ghiaccio che faceva scivolare, del vento che portava solo polvere.E si presentarono ricordi che non era possibile verificare, numeri sempre negativi, soluzioni irrisolvibili.Si spezzavano ossa, la violenza diventava fisica e la pioggia ricordava le lacrime di una madre che non pensava di sopravvivere al suo unico figlio.